La premessa è che io sto dalla parte del Fidelio e dei prigionieri e dei ribelli di tutti i tempi, dalla parte di Daniel Barenboim e della sua regista Deborah Warner, dalla parte dei manifestanti alla Scala e dei loro poliziotti, e dalla parte di Sonia Martina, che alle 24 legge a Radio Radicale "Le prime pagine di domani". Ecco: domenica notte, stando sulla prima pagina del Giorno, ha detto: "In evidenza una foto degli scontri fra centri sociali e polizia alla prima della Sc...ala", poi si è interrotta e con un tono perplesso ha rettificato: "No, scusate, è la foto di scena del finale del Fidelio", ma con tutte queste felpe e tute e fumi e caschi da siderurgico, carcerati e carcerieri, tenori e soprani… Bene: vedo che qualche giornale ha intitolato le sue cronache "Ritorno al passato". Ma no, c'è un passo avanti. Il pubblico ora è preso fra due fuochi. A suo tempo ci si propose di aprire la Scala a siderurgici e giovani dei centri sociali, e del resto domenica la prima è andata in diretta a San Vittore e nel carcere di Padova, com'era appropriato, e grandi musicisti come Abbado o Pollini o Barenboim hanno fatto molto a questo fine. I siderurgici sono sempre più all'addiaccio, ma non è detto che il pubblico della prima, prima o poi, arrivi anche lui con i caschi e le felpe, anche Christine Lagarde (nella foto): allora, come si dice, non ci sarà più problema.
Adriano Sofri, Facebook, 9 dicembre 2014
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