martedì 30 settembre 2025

'Suono e materia nel contrabbasso contemporaneo' / Emiliano Amadori / Cagliari, 28 settembre 2025

 

Il contrabbasso non ha mai goduto di un certo appeal solistico. C'è solo una breve stagione in cui vennero creati dei concerti per contrabbasso e orchestra, da Carl Ditters von Dittersdorf (1739-1799) e Domenico Dragonetti (1763-1846) a Giovanni Bottesini (1821-1889). Poca roba.
Poi, arriva il Novecento. E questo strumento ingombrante, dalla ampia cassa acustica, diventa luogo di ricerca e sperimentazione.
Nella Sala del Consiglio del Palazzo Regio (in realtà, viceregio) di Cagliari, tra gli affreschi tardo ottocenteschi del perugino Domenico Bruschi, tra un apparato decorativo di cornici e stucchi ispirato al classicismo rinascimentale l'Associazione Incontri Musicali, per il loro interessante ciclo di 'Cammei contemporanei' ha presentato 'Suono e materia nel contrabbasso contemporaneo', un recital di Emiliano Amadori (nella foto in alto). Cagliaritano, classe 1975, collabora dal 1999 con l'Orchestra Arturo Toscanini, dal 2001 con l'Orchestra del Teatro Regio di Parma, dal 2007 con l'Orchestra Giovanile Luigi Cherubini diretta da Riccardo Muti, dal 2009 con l'Orchestra dell'Accademia della Scala di Milano.
Oltre all'attività all'interno di fondazioni liriche e sinfoniche si dedica da diversi anni alla musica contemporanea. Fa parte del FontanaMIX Ensemble, con il quale ha partecipato a numerosi festival come Angelica, Il Nuovo l’Antico per Bologna Festival, il Festival REC di Reggio Emilia,  il Festival Milano Musica. Con l'ensemble ha eseguito l'opera L'Angelo e il Golem di Francesco La Licata nel 2003 e nel gennaio 2008, all'interno della rassegna "L'altro Comunale" del Teatro Comunale di Bologna ha eseguito Mantram per contrabbasso solo di Giacinto Scelsi in un concerto dedicato al compositore per il ventennale dalla scomparsa con la partecipazione della fondazione "Isabella Scelsi". Collabora con il gruppo di musica contemporanea MDI-ensemble di Milano con il quale ha registrato nel 2007 il cd monografico "Antiterra" sul compositore Stefano Gervasoni uscito per l'etichetta AEON. Collabora con gli Icarus Ensemble con i quali ha partecipato alla Biennale di Venezia con prime assolute di compositori italiani, all'opera di Nicola Sani il tempo sospeso del volo della quale è stato tratto un DVD e al progetto Miracolo a Milano di Giorgio Battistelli con la regia di Daniele Abbado eseguito al Teatro Valli di Reggio Emilia con replica al Parco della Musica di Roma.
Il programma proposto da Amadori si è aperto con un brano della compositrice britannica Rebecca Saunders (nella foto a destra), Leone d’oro alla carriera della Biennale Musica nel 2024.
Prima compositrice a essere insignita del prestigioso Ernst von Siemens Musikpreis nel 2019, il premio della Biennale Musica a Rebecca Saunders è stato deciso “per la raffinatezza della sua ricerca e delle sue intenzioni compositive, per l’attenzione che dedica al microcosmo sonoro, per la sua capacità di creare nell’ascoltatore un’area riservata di ascolto, uno spazio acustico intimo e interiore che evolve e amplifica l’immaginario sonoro. La sua elaborazione del materiale sonoro è profondamente speculativa e allo stesso tempo fortemente empirica e materica, legata alla performance e alle strategie esecutive.”
'Fury' (questo il titolo del brano eseguito), nasce nel 2005 su commissione della Casa da Musica di Porto, ed ha avuto come primo esecutore António A. Aguiar. Per l'esecuzione del brano Amadori ha utilizzato uno strumento a cinque corde, la cui quinta corda, dal suono grave e potente, è spesso sollecitata dalla scrittura intensa, cupa, rapsodica della Saunders. La stessa autrice dichiara: “Nonostante la natura rabbiosa del materiale sonoro, il silenzio è considerato la tela sulla quale tutti gli eventi sonori emergono e scompaiono. Fury è stata concepita come una melodia, tesa fino al punto di rottura.”
Il secondo brano, dedicato allo stesso Amadori, è di Alessandro Milia (nella ffoto a sinistra), giovane compositore sardo che tra i suoi insegnanti conta Salvatore Sciarrino (dal 2013 al 2016) e la frequentazione di corsi, tra i tanti, con Stefano Gervasoni e Francesco Filidei. Il brano, 'Ikoro' (2021), come dichiara l'autore, prende il titolo da “gli Ikoro, antichi e sacri tamburi monumentali a fessura della Nigeria. [...] Riescono a produrre suoni molto profondi che i guerrieri della tribù facevano risuonare nella foresta in occasione di rituali periodici [...] ciò mi ha fatto pensare al contrabbasso: un enorme strumento che assomiglia a un vecchio tronco vuoto all’interno.”
Terzo brano, di Luciano Berio (nella foto a destra) Sequenza XIVb, nato nel 2002 per lo storico violoncellista del quartetto Arditti Roham del Saram, proveniente dallo Sri Lanka e poi trascritta per contrabbasso da Stefano Scodanibbio, promossa da Berio stesso. Tutti gli aspetti del pezzo vivono una doppia vita. Vengono usate le corde, naturalmente, con l’arco e con diversi modi, anche inediti, di contatto diretto con le mani, ma viene anche usata la cassa del violoncello come fosse uno strumento a percussione. Vengono contrapposti, assimilati e sviluppati moduli ritmici tradizionali dello Sri Lanka (il paese d’origine di Rohan de Saram) che sono elaborati in proporzioni di durata variabili e differenziate. Amadori riesce perfettamente a definire un paesaggio sonoro quanto mai instabile e diversificato, e, come dichiara l'esecutore, “Scodanibbio attua una riscrittura funzionale alle sonorità del contrabbasso inserendo nuovi elementi che rendono la riscrittura una ricomposizione del brano. In occasione dei cento anni dalla nascita un doveroso tributo a questo importante compositore.”
Il contrabbassista e compositore marchigiano Stefano Scodanibbio (1956-2012 - nella foto a sinistra), con cui Amadori ha studiato approfondendo il repertorio contemporaneo, è l'autore del quarto brano proposto, 'Geografia amorosa' del 1991; Scodanibbio rivede completamente il contrabbasso come fonte sonora multipla, con particolare ististenza di una componente ritmica e percussiva, lcon un archetto ridisegnato ed una mano sinistra che alterna tecniche estese; semplicemente eccellente la resa del tremolo da parte di Amadori (su uno strumento che dovrebbe essere opera di liuteria francese dell'Ottocento. Chiediamo conferma).
Infine, Mantram (1990) canto anonimo, del compositore Giacinto Scelsi in collaborazione con la contrabbassista Joelle Leandre. Una delle ultime composizioni di Scelsi, rappresenta un unicum nella sua produzione in quanto si staglia netto l’elemento melodico - una melodia di tradizione orale, anonima, pertanto senza tempo, che emerge dal silenzio e rientra nel silenzio secondo la visione del suono dell’autore. "Mi diede lo spartito di Mantram , - dichiara Scodanibbio - dicendomi che era la trascrizione di un canto anonimo. Questo ha un senso particolare per me, poiché lo considero il più grande compositore anonimo del nostro tempo". Poiché il pezzo non era scritto per uno strumento specifico, Scodanibbio lo adattò per contrabbasso. "In generale, non si concentrava sui piccoli dettagli, ma piuttosto sul suono, sull'espressione e sulla visione d'insieme del pezzo. La sua 'idea fissa' era il 'suono rotondo', non un suono con un inizio, un corpo centrale e una fine, ma piuttosto un suono circolare, fuori dal tempo". Amadori tira fuori dal suo strumento un canto quasi mistico e trascendente, ipnotico nella sua apparente ripetitività. La vibrazione di un mantra, potente ed etereo assieme, sillabico come una formula magica.
Pubblico attento, partecipe, generoso di applausi. Grande serata.

Sergio Albertini
Cagliari, 28 settembre

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