giovedì 20 febbraio 2025

Maggio Fiorentino: presentazione del volume "Il Maggio Musicale Fiorentino per Giacomo Puccini" - 21 febbraio 2025, foyer di galleria ore 17.30


Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, presentazione del volume
“Il Maggio Musicale Fiorentino per Giacomo Puccini. Un’antologia”
a cura di Manuel Rossi
(Edizioni Edifir, 2024)
21 febbraio 2025, foyer di galleria, alle 17.30  

Dopo Emanuele Luzzati (2022) e Franco Zeffirelli (2023), il Maggio Musicale Fiorentino celebra Giacomo Puccini dedicandogli un volume in cui sono raccolti e narrati dieci degli spettacoli che hanno segnato la storia del Maggio a partire dalla celeberrima Turandot con le scene e i costumi di Umberto Brunelleschi, sino a un’altra «Principessa di gelo»: quella, certamente non meno celebrata, messa in scena nel 1997 da Zhang Yimou e nuovamente ripresa, con uguale successo, ancora nell’86° Maggio Musicale, l’ultima edizione del Festival in ordine di tempo.
Una selezione per tentare una narrazione della fortuna dell’opera di Giacomo Puccini lungo il Novecento, attraverso quegli spettacoli che hanno maggiormente segnato la storia del Maggio Musicale, in un rapporto non scontato ma imprescindibile, come dimostrano gli oltre 170 allestimenti fiorentini di titoli pucciniani, con un risultato superato solo dal maestro e gigante di sempre – Giuseppe Verdi.
Ecco che, al netto dei numeri, la rilettura dell’opera pucciniana trovò a Firenze uno dei suoi luoghi d’elezione, proprio a partire da quell’assunto che voleva il Festival come un luogo dedicato alla riscoperta dei grandi capolavori anche attraverso un rinnovato dialogo tra le arti visive e la musica. Ed è proprio seguendo questa lunga scia che nel grande mare magnum del Puccini al Maggio sono stati selezionati dieci allestimenti – fittamente ricostruiti e discussi attraverso i saggi di Maria Alberti, Daniele Galleni, Michele Girardi, Didier Pieri, Manuel Rossi e interviste a Pier Luigi Pizzi e Zubin Mehta – che sono sembrati particolarmente rilevanti per tratteggiare una storia dell’interpretazione pucciniana a Firenze, prendendo le mosse proprio dalla Turandot del riscatto di Umberto Brunelleschi (1940), per poi passare a quella messa in scena da Luigi Squarzina e Pier Luigi Pizzi nel 1971, giungere alla doppia Fanciulla del West – Malaparte/Soffici nel 1954 e Bussotti venti anni dopo – le pittoriche Madama Butterfly (1979) e Manon Lescaut (1985) allestite da Pier Luigi Samaritani, il “Trittico” cinematografico del 1983 per poi giungere al doppio punto di svolta rappresentato dalla Tosca «fascista» di Jonathan Miller (1986) seguita pochi anni dopo da Bohème (1994), anch’essa posposta nel tempo.
Una fitta rassegna che può fungere anche da cartina al tornasole per comprendere quanto lungo il Novecento sia mutata la percezione e la fruizione delle opere di Giacomo Puccini, in una più ampia e doverosa riabilitazione culturale e intellettuale che pare procedere parallelamente a quella critica e musicologica.

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