Il 25 novembre alle ore 20.30, al Teatro Verdi di Trieste, si alza il sipario sulla 93° stagione della Società dei Concerti Trieste con un concerto evento che vedrà protagonista Jordi Savall, violista di fama mondiale, “Ambasciatore dell’Unione Europea per il dialogo culturale” e “Ambasciatore UNESCO per la Pace”, vincitore tra i numerosi premi anche di un Grammy Award.
Sul palcoscenico del Teatro Verdi, Savall si esibirà in trio con il musicista turco Hakan Güngör e il percussionista greco Dimitri Psonis formando così una delle combinazioni dell'ensemble Hespèrion XXI. La nuova stagione della Società dei Concerti Trieste è realizzata con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, il patrocinio del Comune di Trieste e del Consolato onorario d'Austria di Trieste, con il sostegno della Fondazione Benefica Kathleen Foreman Casali ETS, di sponsor privati e Mecenati Artbonus.
Da sempre promotore dell’interculturalità come tratto distintivo della sua arte, Savall darà vita a un vero e proprio “manifesto” delle pluralità musicali che lo animano. Il programma che porta a Trieste, dal titolo Oriente – Occidente. Dialogo delle Anime e reso possibile grazie anche al supporto del Generalitat de Catalunya - Departament de Cultura e Institut Ramon Llull - lingua e cultara catalane, proporrà un emozionante viaggio attraverso le antiche tradizioni bizantina, berbera e afghana, fino a toccare le sonorità italiane, in un dialogo di musiche strumentali arabo-andaluse, giudaiche e cristiane intorno al Mediterraneo.
Ascoltare queste musiche di Oriente e di Occidente, ingegnosamente raccolte da Jordi Savall, non è un’esperienza qualunque. Perché all’emozione estetica si aggiunge un sentimento ancora più intenso, quello di comunicare, per incanto, con un’umanità riconciliata.
Questa non ha forse perso un po’ della sua anima nella seconda metà del XV secolo, all’epoca della morte simultanea di Sefarad e di al-Andalus, quaranta anni dopo il crollo di Bisanzio? Tra l’Oriente e l’Occidente sono state distrutte delle passerelle mentali e spirituali che non sono state mai più riparate. Il Mediterraneo ha smesso di essere quel mare fertile situato al centro del nostro universo culturale, per non essere altro che un campo di battaglia, e una barriera.
Oggi, il nostro mare comune è il luogo dove si erge la Muraglia invisibile che divide il pianeta tra Nord impaurito e Sud disperato; e tra comunità planetarie che hanno preso l’abitudine di diffidare dell’“altra” e di tenersene lontano. Il mondo arabo ed il mondo ebraico sembrano avere dimenticato la loro feconda parentela di un tempo; l’Oriente musulmano e l’Occidente di tradizione cristiana sembrano chiusi in un confronto senza uscita.
« Le musiche popolari - ha detto Savall in un'intervista - sono le voci dell'anima dei popoli, le musiche che hanno permesso a questi popoli di sopravvivere. Senza la musica questi esseri umani erano perduti, la maggioranza della gente che non aveva poteri e non aveva soldi, aveva famiglia, lavoro e la musica. La musica è stata un linguaggio che dato la gioia di cantare insieme. Anche le musiche più acculturate, dei più grandi compositori, si sono sempre appoggiate all'ascolto del popolo. La qualità principale della musica è che comunica direttamente con il nostro cuore. Tocca la nostra anima e una qualità della musica che non ha il linguaggio è che non può mentire, ci parla del vero. Per questo la musica è il linguaggio perfetto per parlare con altre culture.»
Per ridare alla nostra umanità disorientata qualche segno di speranza, occorre andare ben al di là di un dialogo delle culture e delle credenze, verso un dialogo delle anime. Tale è, in questo inizio del XXI secolo, la missione insostituibile dell’arte. Ed è precisamente ciò che proviamo all’ascolto di queste splendide musiche venute da epoche e da terre diverse. Improvvisamente scopriamo, o riscopriamo, che le civiltà che ci sembravano lontane le une dalle altre, e addirittura nemiche, sono straordinariamente vicine, straordinariamente complici.
Nel corso di questo viaggio nel tempo e nello spazio, ci si chiede ad ogni istante se i conflitti ai quali siamo abituati non siano ingannevoli, in fin dei conti, e se la verità degli uomini e delle culture non stia piuttosto in questo dialogo degli strumenti, degli accordi, delle cadenze, dei gesti e dei respiri. Sale allora in noi un sentimento di gioia profonda, frutto di un atto di fede: la diversità non è necessariamente un preludio all’ostilità; le nostre culture non sono chiuse dentro paratie stagne; il nostro mondo non è condannato a lacerazioni senza fine; può ancora essere salvato...
Alle 19.15 ritornano anche per questa stagione 2024-2025 gli appuntamenti della Società dei Concerti Trieste "Note d'Artista" al Ridotto del Verdi di Trieste con il direttore artistico M° Marco Seco, con il violista Jordi Savall e Hakan Güngör e il percussionista greco Dimitri Psonis.
(foto di David Ignaszewski)
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