giovedì 21 novembre 2024

Arriva al Verdi di Trieste la fiaba colorata e romantica Don Chisciotte, balletto classico di estremo virtuosismo e spettacolarità. Dal 30 novembre

TEATRO VERDI, TRIESTE
STAGIONE LIRICA E DI BALLETTO 2024-2025
DON QUIXOTE
di Aloisius Ludwig Minkus
Balletto


​Coreografie DENIS MATVIENKO
Direttore AYRTON DESIMPELAERE
Regia RENATO ZANELLA
Costumi e scene NEVEN MIHIĆ
Luci ANDREJ HAJDNIJAK
Personaggi e interpreti principali
Kitri
MARIN INO/ERICA PINZANO
Basilio
FILIP JURIČ/SOLOMON OSAZUVA
Don Quixote
TOMAŽ HORVAT
Sancho Panza
ALEXANDRU BARBU
Espada
YUJIN MURAISHI/MATTEO MORETTO
La Regina delle Driadi
NINA NOČ/EMILIE TASSINARI
Mercedes
TJAŠA KMETEC
 
SOLISTI E CORPO DI BALLO DELLA SNG OPERA IN BALET DI LJUBLJANA
Orchestra e Tecnici della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste
SCENE E COSTUMI  LABORATORI DEL SNG OPERA IN BALET LJUBLJANA 
E SNG DRAMA LJUBLJANA

sabato 30 novembre 2024 ore 20.00
domenica 1° dicembre 2024 ore 16.00
martedì 3 dicembre 2024 ore 20.00
mercoledì 4 dicembre 2024 ore 20.00
giovedì 5 dicembre 2024 ore 20.00
venerdì 6 dicembre 2024 ore 18.00

La fiaba romantica, buffa e a tratti dolente di Don Chisciotte in uno dei più fortunati e spettacolari balletti di tutti i tempi, dalla corte zarista fino ai giorni nostri, nella nuova colorata coreografia della star Denis Matvienko (nella foto a sinistra) con la regia di Renato Zanella per un fuoco di potenza muscolare, eleganza e garbata ironia che lascerà tutti sorpresi al suo arrivo al Verdi di Trieste a poche settimane dal travolgente successo a Lubiana. Sul podio dell’Orchestra del Verdi l’affermato direttore belga Ayrton Desimpelaere, bacchetta già stimata e ben conosciuta a Trieste, ad affrontare una partitura ricca d’impeto brillante e momenti di intenso lirismo.
 
Liberamente ispirato ad uno dei romanzi più famosi della letteratura mondiale, il Don Chisciotte di Cervantes, amato da adulti e piccini per le sue infinite chiavi di lettura, da quella comica a quella metaforica, il balletto Don Quixote è una delle sedici opere di uno dei compositori più misteriosi di tutta la storia della musica, Aloisius Ludwig Minkus, di cui ignoriamo sia la nazionalità sia la data di morte. Ciò che invece sappiamo di lui è la brillante carriera che da Vienna lo portò nella Russia zarista prima come direttore dell’orchestra privata del principe Nikolai Yusupov, figura mitologica per cultura, ricchezza e sfarzo regale, la cui collezione incredibile di gioielli oggi smembrata, si ritrova tra i tesori di tutte le Corti d’Europa; poi al Bolshoi e infine compositore di balletti per i teatri imperiali di San Pietroburgo. 


Per il Teatro Bolshoi di Mosca nacque appunto il Don Quixote che sin da subito ottenne un durevolissimo successo per la sapiente commistione di sentimenti forti e diversi, dall’amore romantico all’umorismo fino alla malinconia generata dall’hidalgo triste, eterno sognatore e perdente per antonomasia; ma la fama del titolo nasce anche dalle infinite difficoltà che ne fanno uno dei balletti più sfidanti e flamboyant del repertorio classico, vero banco di prova sia per le prime parti sia per l’intera compagnia. A completare gli elementi popolari del Don Quixote vi è inoltre la forte coloritura spagnoleggiante, vero trionfo di toreri, zigani e quell’immaginario di colore, calore e passione che fu la cifra mitica della Spagna folklorica nell’arte delle Corti ottocentesche.
La produzione di Lubiana inoltre ha il merito di aver accorciato il balletto liberandolo da parti oggi forse troppo desuete per il gusto del pubblico odierno, rafforzando invece i tratti più attraenti e di immediata comprensione del titolo, sottolineando infatti l’aspetto comico, lo sfarzo dei costumi, il colore brillante di favola e la spettacolarizzazione dei passaggi di maggiore potenza, precisione, velocità e quindi difficoltà.


La storia, incentrata sull’amore contrastato tra i giovani Kitri e Basilio, vede Don Chisciotte e il suo fido scudiero Sancho Panza come motore involontario dell’azione ed al contempo come fil rouge del racconto, che musicalmente si sviluppa attraverso un ben congegnato sistema di motivi musicali ricorrenti nella caratterizzazione dei singoli personaggi, rendendo l’insieme compatto ed immediatamente godibile anche ai neofiti.
La giovane ed internazionale compagnia di danza di Lubiana con ben undici nazionalità rappresentate fra cui otto italiani, cresciuta negli anni dal suo direttore artistico Renato Zanella, personaggio chiave del balletto europeo sin dalla sua lunga esperienza alla testa di Vienna, giunge a Trieste reduce dal travolgente successo del titolo a Lubiana, dove hanno ricevuto scroscianti appalusi a scena aperta e ripetute chiamate in proscenio a tutte le recite, a conferma di un lavoro classico di grande fascino sul pubblico di oggi.
 

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