domenica 2 marzo 2025

Una serata dedicata al Coro di Santa Cecilia, con musiche di Fauré e una prima assoluta di Matteo D’Amico, in occasione dei suoi settant’anni.

Accademia di Santa Cecilia
Mercoledì 5 marzo ore 20.30
Sala Sinopoli – Auditorium Parco della Musica
 
Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Andrea Secchi
soprano Nathalie Peña-Comas
baritono Mikhaïl Timoshenko
violoncello Arianna Di Martino
pianoforte Mirco Roverelli, Monaldo Braconi
 
Fauré Cantique de Jean Racine op. 11
D’Amico Les Nuages*
*prima assoluta – commissione dell’Accademia nazionale di Santa Cecilia.
Fauré Requiem op. 48


Un’atmosfera squisitamente francese caratterizza il concerto che vedrà protagonista il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, diretto in Sala Sinopoli (Auditorium Parco della Musica) dal maestro Andrea Secchi (nella foto a destra), mercoledì 5 marzo alle ore 20.30. In questa occasione l’Accademia accoglierà la prima esecuzione assoluta di Matteo D’Amico: Les Nuages, per coro misto, violoncello e pianoforte a 4 mani, su testi poetici di Hugo, Baudelaire e Mallarmé. Gli interpreti della serata saranno, insieme al Coro di Santa Cecilia, il soprano Nathalie Peña-Comas, il baritono Mikhaïl Timoshenko, la violoncellista Arianna Di Martino e i pianisti Mirco Roverelli e Monaldo Braconi.
La composizione, che nel programma è incorniciata dalla musica di Gabriel Fauré (Cantique de Jean Racine op. 11 per coro e pianoforte e il Requiem op. 48 per soli, coro e ensemble) è stata scritta appositamente per il Coro ceciliano e nasce con l’intento di osservare come musica e poesia si intersecano, all’insegna della poesia francese dell’Ottocento. A legare la scelta dei testi poetici, spiega D’Amico (nella foto), «è il tema comune di uno sguardo dell’uomo verso il mistero affascinante del cielo, dove si proiettano i più diversi stati d’animo e le inquietudini dell'anima. Universi e stili poetici diversi, accomunati però dalla medesima ricchezza di immagini di straordinaria grandezza». Con questa composizione, D’Amico conferma uno dei tratti distintivi del suo comporre, ovvero il legame tra la musica e i testi letterari, con le loro potenzialità espressive, l’attenzione per la scrittura vocale, e la predilezione per la poesia francese.

 



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