Lunedì 3 marzo 2025 alle 20.30 Musica
Insieme accoglierà all’Auditorium Manzoni una delle
migliori pianiste della “Generazione del Novanta”, già enfant
prodige ed oggi protagonista di una formidabile carriera grazie alle
vittorie ottenute in ben quattordici importanti concorsi
internazionali. «Sono molto felice di tornare a Bologna. -
Dichiara Anna Fedorova al Magazine Musica Insieme - Ho
tanti ricordi speciali legati alla città e all’Emilia-Romagna
perché ho studiato per cinque anni a Imola, all’Accademia
Internazionale “Incontri col Maestro” con Leonid Margarius.
Quindi Bologna è stata un luogo dove mi sono esibita molto spesso,
ma anche dove andavo ai concerti e in generale dove passavo, avendo
tanti amici. È un grande piacere esibirmi questa volta in una
rassegna così prestigiosa, alla quale ho partecipato molte volte
come studente e ascoltatrice. Spero che il pubblico possa godersi
questo programma e passare un momento meraviglioso insieme a me».
Apparsa nelle sale più prestigiose, come la Carnegie Hall di New
York e il Palacio de Bellas Artes di Città del Messico, la sua
registrazione dal vivo del Secondo Concerto di Rachmaninov al Royal
Concertgebouw è diventata, con 30 milioni di visualizzazioni, il
concerto classico più visto su YouTube. Nel 2022 si è esibita con
la Verbier Festival Orchestra sotto la direzione di Gianandrea Noseda
per l’apertura del Festival, e solo una settimana dopo ha debuttato
con successo al Festival La Roque-d’Anthéron con un recital
solistico. La pianista ucraina è anche protagonista di iniziative a
carattere umanitario, e nel 2022 ha fondato la Davidsbündler Music
Academy all’Aja, che fornisce un’istruzione musicale di alta
qualità ai rifugiati ucraini nei Paesi Bassi e borse di studio a
giovani strumentisti in condizioni di indigenza.
Il
concerto vedrà come Main Sponsors ACETAIA GIUSTI e ILLUMIA e
sarà introdotto dalla stessa Anna
Fedorova.
In una scansione cronologica che andrà a ritroso nel tempo, il brano The Messenger (1997) del compositore ucraino Valentyn Silvestrov verrà eseguito in apertura di serata. Con le parole di Anna Fedorova: «La sua scrittura si distingue per un’estrema essenzialità, ma ciò che emerge con forza è il valore del silenzio, che spesso parla più delle note stesse. The Messenger è stato composto poco dopo la scomparsa della moglie di Silvestrov, in un momento di profondo dolore. È un brano carico di malinconia, ma al tempo stesso attraversato da luce e speranza, una composizione davvero particolare e inusuale, che tocca profondamente chi l’ascolta». Sulla scia dell'intimità di questo pezzo dai tratti malinconici si prosegue poi con la poesia astratta e quasi impressionista dei due Notturni op. 27 di Fryderyk Chopin, datati 1835. Prosegue l’interprete: «Chopin è sempre stato uno dei miei compositori preferiti e ho suonato molto della sua musica negli anni: cerco sempre di includere un suo brano nei miei programmi. Questi due notturni sono opposti tra loro, uno è pieno di mistero, intimità e dramma, mentre l’altro emana puri raggi di luce e felicità». Completa il primo tempo del concerto l’esecuzione dell’Appassionata, questo il celebre sottotitolo postumo della Sonata n. 23 in fa minore op. 57 di Ludwig van Beethoven, dedicata al conte Franz Brunsvik. «La Sonata n. 23 di Beethoven è una delle mie preferite, - rivela Anna Fedorova - la eseguo da diversi anni e sono sempre stata colpita dal suo enorme potere e dalla forza dello spirito umano che rappresenta: la sensazione di una lotta fino alla morte, senza mai rinunciare. In quel momento Beethoven stava affrontando la sordità, e questa sfida è ben presente nella sua Sonata». Composta tra il 1804 e il 1805, negli anni delle prime due versioni del Fidelio, del Quarto concerto per pianoforte e orchestra, della Quarta Sinfonia e degli schizzi della Quinta, fu solo nel 1838 che la Sonata fu pubblicata dall’editore Cranz di Amburgo in una versione a quattro mani con il sottotitolo Appassionata. Articolata in tre movimenti (Allegro assai, Andante con moto, Allegro ma non troppo), il breve intermezzo lirico che costituisce il secondo movimento si fonde con il successivo Allegro ma non troppo, che chiude in un tempo da gran finale trionfale. Non a caso Beethoven aveva definito questa Sonata come «La Sonata difficile da eseguire» dove il termine difficile comprende tutto quanto «è bello, buono, grande».
«In conclusione di programma suonerò il Carnaval, - prosegue Fedorova - uno dei primi brani di Schumann che ho ascoltato e di cui mi sono innamorata da bambina. È straordinariamente vivace e ricco di caratteri diversi». Composto nel 1834-35, Carnaval è fra le opere pianistiche più fantasiose e libere del compositore tedesco. Le sue “scene” rappresentano un ideale “carnevale”, appunto, dove vengono evocate figure reali e immaginarie, come altrettante maschere della mente e del cuore. Avvolto in un’aura di mistero, il brano contiene la precisazione della sua struttura nel sottotitolo – Scènes mignonnes sur quatre notes – così come nei titoli dei 22 brani che lo compongono, tutti nella forma del pezzo breve romantico. In una lettera a Franz Liszt del 1840 Schumann scrive: «Dirò solo qualche parola sulla composizione che deve la sua nascita a un caso. Il nome di una piccola città [Asch] dove viveva una mia conoscenza musicale [Ernestine von Fricken, amata dal giovane musicista] conteneva le note della scala che appunto appartengono anche al mio nome».
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