Sul palco del Teatro Salieri arriva la compagnia Ballet Opéra Grand Avignon che, giovedì 11 aprile alle ore 20.45, proporrà due grandi capolavori della storia della musica abbinata alla danza: L’Uccello di Fuoco di Igor Stravinsky e il Bolèro di Maurice Ravel.
L’Uccello di Fuoco
Lo spettacolo apre con l’Uccello di Fuoco vede quattordici ballerini in scena impegnati nel capolavoro del grande compositore russo sulla coreografia del tanto giovane quanto oramai celebre Edouard Hue che ha disegnato uno spettacolo molto diverso da quello classico e originale commissionata da Diaghilev per la prima esecuzione all'Opéra de Paris con l’allora Les Ballet Russes.
Edouard Hue utilizza la sua potente e singolare gestualità adattando quest’opera celebre in sintonia con il nostro tempo. Esplora ogni tableau con la luminosità che gli è abituale costruendo una coreografia grafica ed intensa che riflette lo stile animale che lo caratterizza. La gestualità di Edouard Hue nasce da ricerche basate sulla trasformazione corporale che portano gli interpreti ad esprimere al massimo la loro potenza e virtuosità. Partendo dalla trama del balletto Hue costruisce intatti un’opera contemporanea e narrativa dalle forti emozioni.
Il Bolero
A seguire un monumento musicale e coreografico, il Boléro di Maurice Ravel, qui proposto con la coreografia di Hervé Koubi e l’arrangiamento musicale da Ravel di Maxime Bodson e Guillaume Gabriel che portano i tempi al centro del lavoro sviluppando una “melodia avvoltolata instancabilmente su se stessa, simbolo femminile” alla quale “si oppone il ritmo maschile che, aumentando di volume e d’intensità, finisce per risucchiarla.” Ne nasce così un Boléro che contrappone, frammenta, mette in tensione verso un incontro al di là dei generi. Nel tentativo di coltivare ciò che ci avvicina. Con l’obiettivo di immaginare che la spirale ascendente musicale possa diventare un motore dell’energia portata da una danza che unisce. Un Boléro che suona così come un inno all’incontro attraverso la danza.
La direzione artistica è di Emilio Calcagno, i costumi per L’Uccello di Fuoco sono dello stesso Sigolène Pétey mentre per il Bolero sono di Guillaume Gabriel, entrambi realizzati dall’Atelier costumi de l’Opèra Grand Avignon.
La compagnia
Il Ballet de l’Opéra Grand Avignon, la cui direzione artistica è affidata ad Emilio Calcagno (nella foto), ha un organico complessivo di 12 danzatori/danzatrici integrati da 2 apprendisti . Dalla sua nomina avvenuta nel 2021, la linea artistica del nuovo direttore ha aperto alla danza contemporanea. Dalla stagione 2021_2022 Carolyn Carlson, Pontus Lindberg, Kaori Ito, Martin Harriague hanno creato nuovi lavori arricchendo così il repertorio con nuove scritture coreografiche. I danzatori sono permanenti e questo permette nel corso della stagione di poter svolgere attività di promozione volta alla crescita del pubblico, e molteplici interventi in collaborazione con il Pôle d’Intervention Chorégraphique. Il Ballet è regolarmente invitato al Festival Chorégies d’Orange nonché nei diversi teatri regionali, nazionali ed internazionali. La stagione 2022-23 ha segnato la commissione di nuove creazioni tra le quali la serata Uccello di Fuoco e Bolero a firma di Edouard Hué ed Hervé Koubi. Dopo Storm creato nel 2022 , D’un matin de printemps è la seconda creazione di Emilio Calcagno per la compagnia Emilio Calcagno Emilio Calcagno è un battitore libero nel panorama della danza contemporanea, ed è direttore della danza all’Opéra Grand Avignon dal settembre 2021. D’origine siciliana , arriva in Francia nel 1989 al Centre International Rosella Hightower ed a seguire al Centre national de danse contemporaine d’Angers con la direzione di Joëlle Bouvier e Régis Obadia.
Nel 1995 entra a far parte del Ballet Preljocaj con il quale danza nei teatri più prestigiosi. Sarà poi incaricato della responsabilità dei progetti pedagogici e dei progetti europei della compagnia. Alle prime creazioni che si inseriscono ai confini della danza e dell’universo dei fumetti, seguono lavori a forte impatto cinematografico: una dimensione con la quale la sua gestualità contemporanea dialoga costantemente. Affascinato dal fantastico e dal mondo dell’infanzia ama proporre delle vere e proprie immersioni nell’universo delle favole tra le quali Pelle d’Asino, Les petites histoires de… che si ispira al film di Tim Burton e Pinocchio nel 2021. Dalle creazioni di Catania e Isola, Emilio Calcagno esplora i paesi del Mediterraneo in un incessante andare e venire tra la Francia, il paese che lo ha accolto, e la Sicilia , sua terra natale. Guidato dal suo senso all’ascolto e dalla sua sensibilità, intreccia i corpi e la terra secondo domande che siano esse geografiche, disciplinari, psicologiche o culturali. I giochi di potere che mette in evidenza fanno emergere nuovi territori comuni che incitano a guardare al di là delle frontiere.
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