Salvatore
Sciarrino unito a pagine di musica wagneriana per la Stagione
della Foss al Politeama Garibaldi nel concerto di venerdì
26 aprile (alle ore 21) e sabato 27 (alle ore
17.30). Dirige il maestro Marco Angius.
Nella prima parte del programma l’Orchestra Sinfonica Siciliana sarà impegnata con Languire a Palermo (Wagner, melodie ultime) di Salvatore Sciarrino in prima esecuzione in pubblico. Quindi sarà dato spazio alle composizioni di Richard Wagner con Wesendonck-Lieder nella versione di Hans Werner Henze (in prima esecuzione a Palermo) che saranno eseguiti in tedesco dal mezzosoprano Irene Roberts (nella foto di Andrew Bogard - che sostituisce a causa di un'indisposizione la collega Adriana Di Paola) e, a seguire, ancora due brani di Wagner: il Mormorio della Foresta tratto dal Sigfrido e la splendida pagina de L’Idillio di Sigfrido.
Nella prima parte del programma l’Orchestra Sinfonica Siciliana sarà impegnata con Languire a Palermo (Wagner, melodie ultime) di Salvatore Sciarrino in prima esecuzione in pubblico. Quindi sarà dato spazio alle composizioni di Richard Wagner con Wesendonck-Lieder nella versione di Hans Werner Henze (in prima esecuzione a Palermo) che saranno eseguiti in tedesco dal mezzosoprano Irene Roberts (nella foto di Andrew Bogard - che sostituisce a causa di un'indisposizione la collega Adriana Di Paola) e, a seguire, ancora due brani di Wagner: il Mormorio della Foresta tratto dal Sigfrido e la splendida pagina de L’Idillio di Sigfrido.
Dal programma di sala:
"Nel nostro tempo nessuno ha vissuto più alacremente di Sciarrino il rapporto fra natura e cultura in campo musicale".
Così scrive Enzo Restagno sul compositore palermitano Salvatore Sciarrino che, noto per la trasformazione acustica del suono e per le forme discontinue spazio-temporali, ha dato un notevole contributo all'evoluzione delle tecniche strumentali, ma che è anche una figura unica nel mondo della musica contemporanea in quanto drammaturgo, ecologo, didatta e divulgatore. Sin dall'età di 12 anni ha iniziato a comporre da autodidatta anche se ha ritenuto frutto di un apprendistato acerbo tutti i suoi lavori anteriori al 1966. È da questo momento che si afferma l'originale poetica di Sciarrino che pone al centro della sua musica l'ascoltatore e non l'autore o la partitura come avviene normalmente
Composto con il titolo Rispondono, a chi? per la sessantesima stagione dell'Orchestra Sinfonica Siciliana che l'ha eseguita in prima assoluta il 10 maggio 2018 sotto la direzione del compositore, questo lavoro è presentato in questa occasione con il nuovo titolo, Languire a Palermo; si tratta di una forma di omaggio alla città natale realizzato attraverso una melodia infinita di origine wagneriana la cui essenza è indicata, nella nota della composizione redatta da Sciarrino, nella ciclicità e nella circolarità a cui allude il sottotitolo. Il compositore di Lipsia e, soprattutto, una sua melodia, intitolata "Tempo di Porazzi", legata in un certo qual modo a Palermo, è, in effetti, la fonte di questo lavoro, come rivelato dallo stesso Sciarrino in risposta alla domanda «dove si attinge la melodia infinita?»:
"Una melodia rotante. Non semplici ripetizioni o ritornelli: mentre avanziamo nel percorso musicale, stiamo tornando indietro con la memoria verso ciò ch'essa riconosce.
L'utopia circolare proviene forse dal mondo dei sogni? Non sempre il sogno è vago, anzi disegna contorni nitidi alla nostra percezione. È l'ambiguità che dona ai sogni indicibile stranezza, infatti nei sogni una cosa è se stessa ed è anche altra cosa.
Alcune forme musicali possono indurre un'incertezza analoga, e durante l'ascolto talvolta ci domandiamo; questo l'abbiamo sentito, ma come siamo arrivati qui? Neanche parliamo di allucinazioni, casomai del trasfigurarsi della coscienza, dei suoi stupori, risveglio dopo risveglio. Ma siamo svegli.
Dunque una circolarità ben costruita di suoni, di onde, ci seduce sì con espressioni momentanee ed euforie prolungate fra limbo e paradiso terrestre, in bilico; e però sfioriamo proprio quel misterioso istante fra conoscere e riconoscere, in cui la nostra mente si apre a comprendere, ed entra l'estraneo, ciò che per noi prima non esisteva.
Il «Tempo di Porazzi» fu composto da Wagner nel 1882, dopo aver terminato Parsifal, alla fine di un lungo soggiorno a Palermo, la città dove sono nato; si tratta di una monodia assoluta, in sé sospesa fuori da ogni armonia. L'estensione invita a immaginare un oboe per suo destino ideale. In 22 battute snoda piccole simmetrie che nelle ampie proporzioni di Wagner abitualmente non si colgono.
La fascinazione di una melodia lontana, senza accompagnamento, di chi suona per sé e si affida al vento. Siamo proprio giunti alla soglia consacrata da Mallarmé e Debussy. Una perfetta sfaccettatura conferisce unicità al pezzo; azzarderei che esso intendesse rispondere alle sollecitazioni sonore che in Sicilia stupiscono l'orecchio. Nella gola di ogni venditore ambulante sgorga l'incanto mediterraneo, ancora oggi. Quali ornamenti fiorivano quelle voci negli anni di Wagner? Venite a sentire se nel vento fosse rimasta l'eco delle Sirene.
Ho affidato la melodia a colori cangianti d'orchestra. Parrebbe un controsenso, invece ciò permette di ordinare e distinguere le frasi, così rivelando meglio l'irregolare curva descritta dalle traiettorie. Senza soluzioni di continuità, talvolta si spalancano spazi ai richiami.
Ogni anello incatena l'altro, si formano man mano Rotazioni: I, II, III, IV, Tema, Fanfara (senza trascinare), Carillon rotto. Che significa questo titolo? In quest'ultima fase irrompono altre due schegge scritte da Wagner avanti di lasciare Palermo. La prima, 6 battute costrette su un biglietto da visita, col sottotitolo «melodia del Porazzi», è diventata qui un trattenuto spasmo sinfonico. Esso si bacia con un foglio per pianoforte, "Languendo" (Schmachtend) che pare sia stato trovato dentro la partitura di Parsifal. Poi il Carillon continua fino ad estinguersi.
Alcuni suoni dell'inizio avevano lasciato una scia; essa declina inavvertita come luce a sera, prima di ammantarsi con i grilli della notte".
Riccardo Viagrande
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