sabato 1 marzo 2025

PER "FERRARA MUSICA AL RIDOTTO" DOMENICA 2 MARZO LA PIANISTA MURIEL CHEMIN SUONA SCHUBERT E ŠOSTAKOVIČ

 

Appuntamento con Schubert e Šostakovič domenica 2 marzo alle 10.30. Per Ferrara Musica al Ridotto si tratta di un atteso ritorno, quello della pianista Muriel Chemin, didatta francese, docente al Conservatorio di Venezia. Una interprete colta e sensibile, concertista di rilievo internazionale ed autentica specialista del Classicismo viennese, a partire da Mozart e Beethoven. Si è formata all'Ecole Normale Alfred Cortot di Parigi e perfezionata poi con Maria Tipo in Italia e a Ginevra, dove ha ottenuto il Primo Premio di Virtuosità. L’integrale della Sonate di Beethoven è solo una delle fatiche discografiche tra quelle realizzate da Muriel Chemin per la casa Obradek. Nella prima metà di programma sarà collocata la monumentale Sonata D 959 in la maggiore di Schubert, una delle più grandi composizioni per pianoforte. La caratterizza una grande varietà di temi e atmosfere, che si alternano e si intrecciano in un discorso musicale coerente e appassionante. La struttura è quella classica in quattro movimenti. Il primo, Allegro, si apre con un tema cantabile che viene sviluppato in modo drammatico. L'atmosfera è epica e grandiosa, con momenti di intensa liricità. Il secondo tempo, Andantino, è in forma di Lied con un tema malinconico, intimo e riflessivo, dalla melodia struggente e di grande profondità emotiva. Il terzo movimento, Scherzo, lo compensa con la sua giocosa vivacità. Il Rondò finale è brillante e pieno di energia, con un tema di facile presa e una scrittura pianistica virtuosistica. Dmitrij Šostakovič, di cui ricorre quest’anno il cinquantesimo anniversario della morte, compose i 24 Preludi e Fughe op. 87 per pianoforte tra il 1950 ed il 1951, come omaggio a Johann Sebastian Bach ed al Clavicembalo ben temperato. Si tratta di una delle sue composizioni più complesse ed importanti. a differenza del modello barocco, Šostakovič adotta un linguaggio musicale moderno, caratterizzato da armonie dissonanti, ritmi irregolari e melodie spesso cupe e drammatiche. I preludi e le fughe nn. 5, 6, 7 e 8 offrono un esempio significativo della varietà stilistica e della profondità espressiva di quest'opera. 


FERRARA MUSICA - Martedì 4 marzo Jordi Savall, Les Musiciennes du Concert des Nations e Alfia Bakieva nelle Quattro Stagioni di Vivaldi

 

Martedì 4 marzo – Teatro Comunale “Claudio Abbado”, ore 20.30 - la stagione 2024/2025 di Ferrara Musica prosegue con uno dei suoi appuntamenti più attesi: Jordi Savall torna a Ferrara circondato da un gruppo di straordinarie musiciste, Les Musiciennes du Concert des Nations, con Alfia Bakieva come violino solista, per dare vita a un ensemble tutto al femminile, ispirato alla leggendaria orchestra dell’Ospedale della Pietà di Venezia, a pochi giorni dalla Festa internazionale della Donna. 
Il concerto, che presenta le Quattro Stagioni e altri tre Concerti di Antonio Vivaldi, rende omaggio al “Prete rosso” che visse e lavorò alla Pietà per circa quarant’anni, tra il 1704 e il 1740, e fu uno dei principali artefici dell’eccellenza della sua orchestra. Nato come orfanotrofio e poi divenuto scuola di musica, l’Ospedale della Pietà era un’importante istituzione alla quale venivano anche mandate bambine da varie parti d’Europa per imparare la musica. Alla fine del XVII secolo si contavano una trentina di allieve tra strumentiste e cantanti, che ogni giorno si esercitavano sotto la guida di grandi maestri e, in alcuni casi, collaboravano alla formazione delle altre ragazze. Riferendosi alla leggendaria Orchestra dell’Ospedale della Pietà, Savall ha fondato Les Musiciennes du Concert des Nations, un ensemble composto esclusivamente da musiciste donne provenienti da diversi paesi, tra cui Inghilterra, Austria, Spagna, Francia, Ungheria, Polonia, Russia e Giappone. Il progetto ha portato anche alla registrazione di un doppio album dedicato alle Quattro Stagioni, comprendendo inoltre altri quattro Concerti, eseguiti con strumenti d'epoca e un'interpretazione che riflette l'approccio storico-informato caro a Savall.
Il programma musicale si apre con l’esecuzione de "Il Proteo, o sia Il Mondo al Rovescio" (RV 544), un Concerto per violino, violoncello, archi e basso continuo in fa maggiore. Il titolo stesso suggerisce un gioco di inversioni e simmetrie, con un intreccio di parti in cui i ruoli degli strumenti solisti si scambiano, creando un effetto di sorpresa e dinamicità. A seguire, verrà eseguito il Concerto in re minore op. 3 n. 11 (RV 565), che fa parte della celebre raccolta L’estro armonico, pubblicata ad Amsterdam nel 1711. Questa composizione per due violini, violoncello, archi e basso continuo è tra le più drammatiche ed energiche dell’opera, caratterizzata da un intenso dialogo tra i solisti e una struttura che alterna momenti di impeto e lirismo. A chiudere la prima parte sarà il Concerto in si minore op. 3 n. 10 (RV 580), anch’esso tratto da L’estro armonico, scritto per quattro violini solisti, violoncello, archi e basso continuo.  Nella seconda parte saranno eseguite le Quattro Stagioni (1725), il capolavoro più celebre di Vivaldi e uno degli esempi più straordinari di musica a programma del periodo barocco. Questa raccolta di quattro concerti per violino, archi e basso continuo descrive in musica i cambiamenti della natura e le emozioni umane legate al passare del tempo. Ogni concerto è accompagnato da un sonetto, probabilmente scritto dallo stesso Vivaldi, che ne illustra i dettagli narrativi e che in questa occasione sarà recitato dall’attrice Lucia Caponetto: il canto degli uccelli e il risveglio della natura in Primavera, le tempeste estive e la calura opprimente in Estate, la vendemmia e la festa contadina in Autunno, il gelo e il vento tagliente in Inverno. 

Il Quartetto di Venezia al Comunale di Modena fra Sette e Novecento con i Quartetti di Mozart, Malipiero e Brahms

 

Prosegue la stagione di concerti mercoledì 5 marzo 2025 alle 20.30 al Teatro Comunale Pavarotti-Freni con il Quartetto di Venezia, affermato complesso italiano formato dai violini di Andrea Vio e Alberto Battiston, dalla viola di Mario Paladin e dal violoncello di Angelo Zanin.
In programma il Quartetto “La caccia” di Wolfgang Amadeus Mozart, il Quartetto n.7 di Gian Francesco Malipiero, compositore veneziano e riferimento importante della musica del primo Novecento, e il Quartetto op.51 n.1 di Johannes Brahms.
(Il Quartetto di Venezia si esibirà in luogo del Avetis String Quartet precedentemente annunciato)

 Il Quartetto di Venezia ha suonato in festival internazionali in Italia e nel mondo e in sale quali la National Gallery a Washington, il Palazzo delle Nazioni Unite a New York, la Sala Unesco a Parigi, l’Accademia Filarmonica Romana, la Società del Quartetto e la Società dei Concerti di Milano, Klangbogen di Vienna, il Palau de la Musica di Barcellona, Tivoli a Copenhagen, la Societè Philarmonique a Bruxelles, la Konzerthaus di Berlino,  il Beethovenfest di Bonn, la Laeiszhalle di Amburgo, il Teatro Colon di Buenos Aires. Ha collaborato con Giorgio Strehler al Piccolo Teatro di Milano e si è esibito per il Papa Giovanni Paolo II e per il Presidente della Repubblica Italiana. È stato Quartetto residente alla Scuola Normale Superiore di Pisa. Il Quartetto di Venezia spazia in un vasto repertorio che include, oltre alle opere più note, brani raramente eseguiti come appunto i Quartetti di Malipiero con i quali ha ricevuto il Premio della Critica Italiana quale migliore incisione cameristica. Il resto della vasta produzione discografica include registrazioni per la Decca, Naxos, Dynamic, Fonit Cetra, Unicef, Navona, Koch. Ultime produzioni sono l’uscita dell’integrale dei sei quartetti di Luigi Cherubini, registrati per la DECCA in tre cd e per la NAXOS con musiche di Casella e Turchi. Il Quartetto di Venezia ha ottenuto inoltre la nomination ai Grammy Award per il CD Navona “Ritornello” con musiche di Curt Cacioppo. Numerose sono anche le registrazioni radiofoniche e televisive per la RAI & RAI International, Bayerischer Rundfunk, New York Times (WQXR), ORF1, Schweizer DRS2, Suisse Romande, Radio Clasica spagnola, MBC Sudcoreana. Ha inoltre collaborato con artisti quali Bruno Giuranna, Piero Farulli, Pavel Berman, Danilo Rossi, Pietro De Maria, Alessandro Carbonare, Andrea Lucchesini, Mario Brunello w Ottavia Piccolo. Dal 2017 è “Quartetto in Residenza” alla Fondazione Giorgio Cini di Venezia.

Musica Insieme accoglie per la prima volta nel cartellone dei Concerti la pianista ucraina Anna Fedorova, formatasi all’Accademia Internazionale di Imola e al Royal College di Londra, ed oggi protagonista di una brillante carriera

 

MUSICA INSIEME
I CONCERTI 2024|2025
XXXVIII edizione
Lunedì 3 marzo 2025 | ore 20.30
Teatro Auditorium Manzoni
(Via de’ Monari 1/2 – Bologna)

ANNA FEDOROVA pianoforte
Musiche di Silvestrov, Chopin, Beethoven, Schumann

Lunedì 3 marzo 2025 alle 20.30 Musica Insieme accoglierà all’Auditorium Manzoni una delle migliori pianiste della “Generazione del Novanta”, già enfant prodige ed oggi protagonista di una formidabile carriera grazie alle vittorie ottenute in ben quattordici importanti concorsi internazionali. «Sono molto felice di tornare a Bologna. - Dichiara Anna Fedorova al Magazine Musica Insieme - Ho tanti ricordi speciali legati alla città e all’Emilia-Romagna perché ho studiato per cinque anni a Imola, all’Accademia Internazionale “Incontri col Maestro” con Leonid Margarius. Quindi Bologna è stata un luogo dove mi sono esibita molto spesso, ma anche dove andavo ai concerti e in generale dove passavo, avendo tanti amici. È un grande piacere esibirmi questa volta in una rassegna così prestigiosa, alla quale ho partecipato molte volte come studente e ascoltatrice. Spero che il pubblico possa godersi questo programma e passare un momento meraviglioso insieme a me». Apparsa nelle sale più prestigiose, come la Carnegie Hall di New York e il Palacio de Bellas Artes di Città del Messico, la sua registrazione dal vivo del Secondo Concerto di Rachmaninov al Royal Concertgebouw è diventata, con 30 milioni di visualizzazioni, il concerto classico più visto su YouTube. Nel 2022 si è esibita con la Verbier Festival Orchestra sotto la direzione di Gianandrea Noseda per l’apertura del Festival, e solo una settimana dopo ha debuttato con successo al Festival La Roque-d’Anthéron con un recital solistico. La pianista ucraina è anche protagonista di iniziative a carattere umanitario, e nel 2022 ha fondato la Davidsbündler Music Academy all’Aja, che fornisce un’istruzione musicale di alta qualità ai rifugiati ucraini nei Paesi Bassi e borse di studio a giovani strumentisti in condizioni di indigenza. 

Il concerto vedrà come Main Sponsors ACETAIA GIUSTI e ILLUMIA e sarà introdotto dalla  stessa Anna Fedorova. 

Tecnica strumentale e sensibilità umana spiegano anche la scelta di un programma che copre quasi due secoli di repertorio, e che affianca i mostri sacri del classicismo e del Romanticismo a un compositore ucraino contemporaneo. «Il programma che presento – spiega la stessa Fedorova – è un’antologia dei brani che amo di più, e che ritengo i più significativi della mia vita». 
In una scansione cronologica che andrà a ritroso nel tempo, il brano The Messenger (1997) del compositore ucraino Valentyn Silvestrov verrà eseguito in apertura di serata. Con le parole di Anna Fedorova: «La sua scrittura si distingue per un’estrema essenzialità, ma ciò che emerge con forza è il valore del silenzio, che spesso parla più delle note stesse. The Messenger è stato composto poco dopo la scomparsa della moglie di Silvestrov, in un momento di profondo dolore. È un brano carico di malinconia, ma al tempo stesso attraversato da luce e speranza, una composizione davvero particolare e inusuale, che tocca profondamente chi l’ascolta». Sulla scia dell'intimità di questo pezzo dai tratti malinconici si prosegue poi con la poesia astratta e quasi impressionista dei due Notturni op. 27 di Fryderyk Chopin, datati 1835. Prosegue l’interprete: «Chopin è sempre stato uno dei miei compositori preferiti e ho suonato molto della sua musica negli anni: cerco sempre di includere un suo brano nei miei programmi. Questi due notturni sono opposti tra loro, uno è pieno di mistero, intimità e dramma, mentre l’altro emana puri raggi di luce e felicità». Completa il primo tempo del concerto l’esecuzione dell’Appassionata, questo il celebre sottotitolo postumo della Sonata n. 23 in fa minore op. 57 di Ludwig van Beethoven, dedicata al conte Franz Brunsvik. «La Sonata n. 23 di Beethoven è una delle mie preferite, - rivela Anna Fedorova -  la eseguo da diversi anni e sono sempre stata colpita dal suo enorme potere e dalla forza dello spirito umano che rappresenta: la sensazione di una lotta fino alla morte, senza mai rinunciare. In quel momento Beethoven stava affrontando la sordità, e questa sfida è ben presente nella sua Sonata». Composta tra il 1804 e il 1805, negli anni delle prime due versioni del Fidelio, del Quarto concerto per pianoforte e orchestra, della Quarta Sinfonia e degli schizzi della Quinta, fu solo nel 1838 che la Sonata fu pubblicata dall’editore Cranz di Amburgo in una versione a quattro mani con il sottotitolo Appassionata. Articolata in tre movimenti (Allegro assai, Andante con moto, Allegro ma non troppo), il breve intermezzo lirico che costituisce il secondo movimento si fonde con il successivo Allegro ma non troppo, che chiude in un tempo da gran finale trionfale. Non a caso Beethoven aveva definito questa Sonata come «La Sonata difficile da eseguire» dove il termine difficile comprende tutto quanto «è bello, buono, grande». 
«In conclusione di programma suonerò il Carnaval, - prosegue Fedorova - uno dei primi brani di Schumann che ho ascoltato e di cui mi sono innamorata da bambina. È straordinariamente vivace e ricco di caratteri diversi». Composto nel 1834-35, Carnaval è fra le opere pianistiche più fantasiose e libere del compositore tedesco. Le sue “scene” rappresentano un ideale “carnevale”, appunto, dove vengono evocate figure reali e immaginarie, come altrettante maschere della mente e del cuore. Avvolto in un’aura di mistero, il brano contiene la precisazione della sua struttura nel sottotitolo – Scènes mignonnes sur quatre notes – così come nei titoli dei 22 brani che lo compongono, tutti nella forma del pezzo breve romantico. In una lettera a Franz Liszt del 1840 Schumann scrive: «Dirò solo qualche parola sulla composizione che deve la sua nascita a un caso. Il nome di una piccola città [Asch] dove viveva una mia conoscenza musicale [Ernestine von Fricken, amata dal giovane musicista] conteneva le note della scala che appunto appartengono anche al mio nome». 

Al teatro Malibran da venerdì 7 marzo Il trionfo dell’onore di Alessandro Scarlatti per la prima volta a Venezia per i trecento anni dalla morte del compositore

 

La Fenice celebra i trecento anni dalla morte di Alessandro Scarlatti con la messinscena di un titolo del palermitano finora mai rappresentato a Venezia, Il trionfo dell’onore: un capolavoro di comicità, che sarà proposto in un nuovo allestimento con la regia di Stefano Vizioli, le scene e i costumi di Ugo Nespolo – con i costumi realizzati da Carlos Tieppo – e il light design di Nevio Cavina. La partitura, frutto dell’accurato lavoro di revisione effettuato da Aaron Carpenè sul manoscritto originale, sarà diretta da uno specialista di questo repertorio quale è Enrico Onofri, che sarà alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice. Cinque le repliche al Teatro Malibran, nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025, il 7, 9, 11, 13 e 15 marzo 2025.


Commedia in tre atti di Francesco Antonio Tullio, Il trionfo dell’onore debuttò in prima assoluta al Teatro dei Fiorentini di Napoli il 26 novembre 1718. Capolavoro di comicità – ed è l’unico titolo appartenente a questo genere a firma del compositore siciliano –, si ispira vagamente alla figura di Don Giovanni, che rivive nel personaggio del giovane dissoluto Riccardo Albenori, interpretato da un soprano en travesti. L’opera riveste una grande importanza dal punto di vista storico-musicale perché pose le basi per un nuovo modello di opera buffa: con una struttura drammaturgica e musicale coerente e con la preferenza della lingua italiana sul napoletano si può affermare che anticipò Pergolesi e gli altri esponenti della scuola napoletana.
Il trionfo dell'onore è l'unica commedia per musica in un vastissimo catalogo di opere teatrali di Alessandro Scarlatti. Sin dal suo debutto fu un successo, anche se poi, come spesso succede, cadde nell'oblio e venne recuperata soltanto nella prima metà del Novecento. «Rispetto ad altre opere di Scarlatti – spiega il direttore d’orchestra Enrico Onofri (nella foto) – pare proiettarsi verso un'altra dimensione, e non è improbabile che abbia fatto da modello nel successivo sviluppo dell’opera buffa. Tra gli elementi peculiari vi sono ad esempio i recitativi, che pur profumando ancora di Seicento, in certe formule sono già rivolti al recitativo propriamente settecentesco che ci è più familiare; o alcune delle arie, in cui le linee frammentarie affidate alle voci non impediscono però al canto di dispiegarsi, e con grande espressione: l’effetto di questa tensione fa sì che ogni singola aria di questo genere rimanga impressa quanto quelle dalle melodie più accattivanti».
«Il protagonista Riccardo Albenori è un seduttore impenitente – commenta il regista Stefano Vizioli (nella foto) –, un seduttore che per di più confessa nelle sue affermazioni di filosofia un po' spicciola il suo desiderio bulimico di sedurre e abbandonare. Per lui l'amore è frode, inganno, tradimento, artificio. In un'aria, che ricorda quella celebre di Dandini nella Cenerentola («Come un'ape ne' giorni di aprile»), Riccardo si paragona a un'ape che va da un fiore all'altro. I riferimenti a questa sua volubilità sono ben descritti sia nei recitativi che nelle arie del cristallino libretto di Francesco Antonio Tullio. Questa figura di seduttore richiama certamente don Giovanni, come quella che l'accompagna, il fanfarone capitano Rodimarte Bombarda, potrebbe essere accostata a Leporello. Ma i due sono più che altro 'compagni di merende' e hanno per moltissimi aspetti caratteristiche borderline: c'è sicuramente un aspetto caratteriale incontrollato, legato alla sensualità, all’appagamento immediato e direi al collezionismo, molto affine a don Giovanni. Ma Il trionfo dell’onore, con le avventure goderecce del nostro Riccardo, non ha i vapori sulfurei del capolavoro di Mozart; non c’è la metafisica presenza della giustizia divina e soprattutto non ci sono né un tentativo di stupro né un omicidio, i due sconvolgenti accadimenti che aprono il Don Giovanni. C'è invece un duello riparatore, nel quale Riccardo viene ferito dal rivale Erminio, e ciò induce il protagonista a pensare che in futuro sarà meglio comportarsi bene per evitare pericolose conseguenze. Questo finale piuttosto accomodante lascia aperti moltissimi punti di domanda, un po' come nel caso di Così fan tutte: quando opere così, dopo inauditi sconvolgimenti emotivi, finiscono con un'invocazione a volersi tutti bene come se nulla fosse successo, il sipario si chiude con molti più dubbi di quanti se ne avessero all'inizio».
Il cast del nuovo allestimento del Trionfo dell'onore comprende interpreti di riferimento per questo repertorio: Dave Monaco canterà nel ruolo di Flaminio Castravacca; Luca Cervoni in quello di Cornelia Buffacci; Rosa Bove in quello di Leonora Dorini; Francesca Lombardi Mazzulli sarà Doralice Rossetti; Giulia Bolcato, Riccardo Albenori; Raffaele Pe (nella foto), Erminio Dorini; Giuseppina Bridelli, Rosina Caruccia; Tommaso Barea, il capitano Rodimarte Bombarda.
            Ecco il dettaglio delle recite al Teatro Malibran, con orari e turni di abbonamento: venerdì 7 marzo 2025 ore 19.00 (turno A); domenica 9 marzo ore 15.30 (turno B); martedì 11 marzo ore 19.00 (turno D); giovedì 13 marzo ore 19.00 (turno E); sabato 15 marzo ore 15.30 (turno C). La prima di venerdì 7 marzo 2025 sarà trasmessa in differita da Rai Radio3.

CONVERSAZIONI MUSICALI Accademia di Santa Cecilia, un concerto degli Allievi dei Corsi di Perfezionamento, tra Schumann, Bartók e Brahms in ricordo di Alfonso Ghedin

 

La scomparsa nel 2022 di Alfonso Ghedin, grande violista, didatta e protagonista della musica italiana del Novecento, ha lasciato un segno indelebile a Santa Cecilia, un segno che i musicisti suoi colleghi e amici vogliono onorare. Per il terzo anno consecutivo, l'Accademia dedicata un concerto alla memoria del maestro Ghedin in Sala Petrassi (Auditorium Parco della Musica) domenica 2 marzo alle ore 19. Sul palco si alterneranno alcuni tra i docenti dei Corsi di Alto Perfezionamento dell'Accademia, esibendosi insieme agli allievi in un programma che include tre capolavori della letteratura cameristica: l'Andante e variazioni op. 46, per due pianoforti, due violoncelli e corno di Schumann, la Sonata per due pianoforti e percussioni BB 115-SZ 110 di Bartók e si conclude con il celebre Quintetto in fa minore per pianoforte e archi op. 34 di Brahms. Una ‘maratona’ di musica da camera che vedrà i docenti dei Corsi di perfezionamento suonare insieme ai loro allievi. Un’occasione per ricordare ma anche per continuare a trasmettere, attraverso le musiche dei tre compositori, il messaggio di armonia, amicizia, fantasia e sapienza di un grande Maestro.
 
Alfonso Ghedin
Prima viola solista per oltre dieci anni dei Musici e poi dei Virtuosi di Roma, nel 1970 fonda con Felix Ayo, Enzo Altobelli e Carlo Bruno il Quartetto Beethoven di Roma. Insegnante di violino e viola al Conservatorio “Santa Cecilia” di Roma, è prima viola solista dell’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma dal 1979 e dal 1982 ha ricoperto lo stesso ruolo, per vent’anni, nell’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nominato Accademico di Santa Cecilia nel 2011, dal 2013 al 2017 è stato Coordinatore Artistico e docente di Musica da Camera nell’ambito dei Corsi di perfezionamento ceciliani.
 
 
Domenica 2 marzo ore 19
Sala Petrassi
 
CONVERSAZIONI MUSICALI
In ricordo di Alfonso Ghedin
 
Sonig Tchakerian violino
Guglielmo Pellarin corno
Antonio Catone timpani
Andrea Lucchesini pianoforte
 
Con gli Allievi dei Corsi di Perfezionamento
dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
 
Schumann Andante e variazioni op. 46, per due pianoforti, due violoncelli e corno
Pier Carmine Garzillo, Federico Manca pianoforte         
Arianna Di Martino, Matteo Fabi violoncello
Guglielmo Pellarin corno
 
Bartók Sonata per due pianoforti e percussioni BB 115-SZ 110
Andrea Lucchesini, Federico Pische pianoforte        
Antonio Catone timpani, percussioni
Isabella Rosini percussioni
 
Brahms Quintetto in fa minore per pianoforte e archi op. 34
Jaeden Izik-Dzurko pianoforte        
Sonig Tchakerian violino
Maria Serena Salvemini, Filippo Bogdanovic violino
Chiara Mazzocchi viola
Giorgio Lucchini, Marco Mauro Moruzzi violoncello