giovedì 4 aprile 2024

ACCADEMIA DI SANTA CECILIA - FESTIVAL DI SALISBURGO, SUCCESSO INTERNAZIONALE PER SANTA CECILIA - COLLABORAZIONE AMBASCIATA DI ITALIA A VIENNA

 

Si è conclusa con un grande trionfo la residenza al Festival di Pasqua di Salisburgo 2024 dell’Orchestra e del Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretti dal Direttore Emerito Sir Antonio Pappano e da Jakub Hrůša, Direttore Ospite Principale. Durante il Festival (Osterfestspiele) che è stato inaugurato lo scorso 23 marzo e si è concluso il 1° aprile, le compagini hanno accompagnato il pubblico di Salisburgo in un viaggio musicale interamente dedicato all’Italia. Un ennesimo riconoscimento, come ha affermato il Presidente-Sovrintendente dell’Accademia di Santa Cecilia Michele dall’Ongaro, per “un percorso internazionale che apre una nuova fase anche per il Coro. “Una bella affermazione delle nostre tradizioni e radici, un progetto tutto tricolore che l’Ambasciata d’Italia a Vienna è stata orgogliosa di sostenere” ha dichiarato l’Ambasciatore d’Italia Giovanni Pugliese.
Il Coro e l’Orchestra, infatti, sono stati i protagonisti incontrastati di questa edizione del Festival di Pasqua, fondato nel 1967 da Herbert von Karajan, che per la prima volta ha visto una istituzione italiana come ensemble residente interprete di spettacoli prestigiosi come l’opera La Gioconda di Amilcare Ponchielli (mai portata in scena nella città natale di Mozart), con un cast internazionale e un tris di star come Anna Netrebko nel ruolo della Gioconda, Jonas Kaufmann in quello di Enzo Grimaldo e del baritono Luca Salsi in quello di Barnaba. La “prima” dell’opera, che ha registrato il tutto esaurito così come le due repliche (in cartellone il 27 marzo e il 1° aprile), ha avuto luogo il 23 marzo nel Großes Festspielhaus, con una capienza di 2180 posti. È stato un debutto per l’Orchestra romana che per la prima volta nella sua storia centenaria si è esibita in una “buca d’opera”, e per il Coro, istruito dal Maestro Andrea Secchi.
Ottime anche le critiche della stampa italiana ed estera. Il Corriere della Sera ha titolato “L’Orchestra di Santa Cecilia star al Festival di Salisburgo”; La Repubblica “Salisburgo suona italiano”; La Stampa “Santa Cecilia a Salisburgo fa riscoprire Ponchielli”; il quotidiano austriaco Die Presse “I romani hanno marciato splendidamente verso Salisburgo” e il Kurier “Una Gioconda ideale”, mentre le Salzburger Nachrichten, sul concerto diretto da Jakub Hrůša con musiche di Martinů e Berlioz: “I romani hanno brillato anche senza Pappano”.
 
Il programma offriva anche la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi (25 marzo e 29 marzo, entrambi i concerti erano sold out), tra i massimi capolavori sacri di ogni tempo, diretta da Antonio Pappano affiancato da affermati solisti internazionali come Masabane Cecilia Rangwanasha (soprano), Judit Kutasi (mezzosoprano), Luciano Ganci (tenore) e Michele Pertusi (basso).
Ma l’Orchestra di Santa Cecilia, fondata nel 1908, naturalmente è tra i massimi protagonisti del grande repertorio sinfonico, e dunque ha offerto al pubblico salisburghese anche due concerti sinfonici. Nel primo (in cartellone il 24 e 31 marzo) Pappano ha diretto le Quattro versioni originali della ritirata da Madrid di Boccherini trascritte per orchestra da Luciano Berio (Sovrintendente di Santa Cecilia dal 2000 al 2003), il poema sinfonico Juventus di Victor De Sabata, l’Elegia di Ponchielli e due dei più celebri capolavori di Ottorino Respighi, Fontane e Pini di Roma, eseguiti per la prima volta proprio a Roma dall’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia rispettivamente l’11 marzo 1917 e il 14 dicembre 1924. Al termine sono seguiti due bis di Puccini e Rossini, che hanno scatenato gli applausi del pubblico.
Il secondo concerto sinfonico dedicato all’Italia presentava invece brani di compositori stranieri: il 26 marzo (con replica il 30 marzo) Les Fresques de Piero della Francesca, poema sinfonico di Bohuslav Martinů composto nel 1955 sull’onda delle suggestioni evocate dal ciclo di affreschi “Storie della Vera Croce” di Piero della Francesca conservato nella basilica di San Francesco ad Arezzo e due brani del francese Berlioz: Aroldo in Italia con la viola solista di Pinchas Zukerman, e il Carnevale romano.

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