mercoledì 10 dicembre 2025

TORNA IN SCENA AL TEATRO MASSIMO LA BOHÈME, UNO DEGLI ALLESTIMENTI PIÙ AMATI E DI SUCCESSO DELLA FONDAZIONE

 
Torna in scena da domenica 14 dicembre alle ore 20:00 uno degli allestimenti più amati e di successo del Teatro Massimo di Palermo: La Bohème di Giacomo Puccini. L'opera, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, tratto da Scènes de la vie de bohème di Henri Murger, sarà in scena in Sala Grande fino al 23 dicembre per otto repliche. L'allestimento già acclamato in tournée in Giappone, è firmato dal regista Mario Pontiggia, con le scene di Antonella Conte, i costumi di Francesco Zito e le luci di Bruno Ciulli (riprese da Eleonora Magni). L'opera, offre una nuova declinazione del tema della stagione: "Anime in bilico oltre i confini" trasportando il pubblico nella Parigi bohémien del 1830, tra l'atmosfera gelida delle soffitte e il vivace fervore del Quartiere Latino.
A dirigere l'Orchestra del Teatro Massimo è il maestro Carlo Montanaro, che vanta una vasta esperienza nel repertorio pucciniano su palcoscenici di primo piano e già direttore musicale dell’Opera di Varsavia mentre a dirigere il Coro e il Coro di voci bianche del Teatro Massimo è il maestro Salvatore Punturo.
Il ritorno de La Bohème nell’allestimento del Teatro Massimo, vanta un cast di grandi voci che si alterneranno nei ruoli principali: Mimì, cuore drammatico e lirico dell’opera, sarà interpretato da Anastasia Bartoli, da Hasmik Torosyan e dalla palermitana Jessica Nuccio, che si alterneranno nelle repliche. Per il ruolo di Musetta si alternano i soprani Hasmik Torosyan, Francesca Benitez e Jessica Nuccio. E due delle artiste, Hasmik Torosyan e Jessica Nuccio, si cimenteranno nell’impegno di interpretare entrambe le complesse figure femminili dell’opera: Mimì e Musetta. Rodolfo è il tenore messicano Arturo Chacón-Cruz e nelle repliche è José Simerilla Romero. Nel ruolo di Marcello i baritoni Giulio Mastrototaro e Francesco Vultaggio; George Andguladze è Colline; Diego Savini e Daniele Muratori Caputo si alternano nel ruolo di Schaunard. Completano il cast Giuseppe Esposito (Benoît/Alcindoro), Francesco Polizzi / Gianmarco Randazzo (Parpignol), Federico Cucinotta (Un doganiere), Antonio Barbagallo (Sergente dei doganieri), Carlo Morgante (Un venditore di prugne).

La bohème, opera in quattro quadri, debuttò il primo febbraio del 1896, al Teatro Regio di Torino con la direzione dell'allora giovane ma già autorevole Arturo Toscanini. L'accoglienza che l’opera ricevette alla sua prima assoluta fu sorprendentemente fredda e in gran parte negativa, soprattutto se paragonata all'enorme successo che avrebbe raggiunto in brevissimo tempo. Nonostante l'accoglienza iniziale, l'opera iniziò a guadagnare rapidamente popolarità e dopo le prime repliche a Torino, e in particolare dopo le produzioni a Palermo e a Roma, il successo divenne travolgente tanto che l’opera venne considerata nel giro di pochi anni un capolavoro, entrato stabilmente nel repertorio internazionale, e tra le opere più eseguite e amate di sempre.

Temi portanti del dramma sono la fine della giovinezza, la fragilità della vita e la libertà dell’amore, racchiusi in una storia semplice ma di grande potenza emotiva. Rodolfo e Mimì sono uniti da un amore assoluto quanto fragile vivendo di sogni e speranze giovanili che si infrangono di fronte alla povertà e alla morte. Il finale è tra i più toccanti e commoventi della storia del melodramma: dal gesto di Rodolfo che brucia nella stufa i suoi scritti per scaldarsi, al sacrificio di Colline che vende il cappotto, la sua "Vecchia zimarra" (simbolo della fine della spensieratezza) fino a Mimì, fragile come i fiori finti da lei creati, che si spegne piena d’amore per Rodolfo, un amore "grande come il mare".

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