martedì 22 gennaio 2013

Alessia Sparacio debutta in CENERENTOLA a Budrio




Domenica 24 febbraio, ore 16,30
Coproduzione tra i teatri di Budrio, Cento, Imperia, Irun

LA CENERENTOLA
Dramma giocoso in due atti di GIOACHINO ROSSINI (1792-1868) su libretto di Jacopo Ferretti, da Perrault - Prima a Roma, Teatro Valle, 25 gennaio 1817

Personaggi ed interpreti:
Don Ramiro 
GIANLUCA PASOLINI (T), YUAN LU
Dandini 
ANDREA ZAUPA (B),
Don Magnifico 
ALBERTO BIANCHI (B),
Clorinda 
SCILLA CRISTIANO (S),
Tisbe 
NADIA PIRAZZINI (Ms),
Angelina, detta Cenerentola 
ALESSIA SPARACIO (A), GIULIANA CASTELLANI
Alidoro 
STEFANO RINALDI MILANI (B)
cortigiani e dame
Coro Komos Coro Gay di Bologna, Maestro del Coro Paolo V. Montanari
Orchestra Citta di Ferrara , direttore M° ALDO SALVAGNO
Scene DANIELA GULLO
Costumi TEATRO BORGATTI
Regia GIOVANNI DISPENZA
La Cenerentola è un’opera lirica di Gioachino Rossini su libretto di Jacopo Ferretti. Il titolo originale completo è La Cenerentola, ossia La bontà in trionfo.
Il soggetto fu tratto dalla celebre fiaba di Charles Perrault, ma Ferretti si servì anche di due libretti d’opera: Cendrillon di Charles Guillaume Etienne per Nicolò Isouard (1810) e Agatina, o la virtù premiata di Francesco Fiorini per Stefano Pavesi (1814). L’opera fu composta in circa tre settimane e Rossini, come fece in altre occasioni, affidò ad un assistente (in questo caso Luca Agolini) la composizione dei recitativi secchi e delle arie meno importanti, quelle di Alidoro e Tisbe. La prima rappresentazione ebbe luogo il 25 gennaio 1817 al Teatro Valle di Roma.
Il contralto Geltrude Righetti Giorgi, che era stata già la prima Rosina del Barbiere di Siviglia, cantò il ruolo della protagonista.
Il debutto della Cenerentola, pur non provocando uno scandalo paragonabile a quello del Barbiere, fu un insuccesso, ma dopo poche recite, l’opera divenne popolarissima e fu ripresa in Italia e all’estero. Come aveva gia fatto altre volte, Rossini usò la tecnica dell’autoimprestito, cioè prese le musiche per alcuni brani da opere composte in precedenza: il rondò di Angelina è tratto dall’aria del conte di Almaviva del Barbiere “Cessa, di più resistere” e la sinfonia è tratta da quella della Gazzetta.
Per una ripresa del 1820 al Teatro Apollo di Roma, avendo a disposizione l’ottimo basso Gioacchini Moncada, Rossini sostituì l’aria di Alidoro composta da Agolini con una grande aria virtuosistica (Là del ciel nell’arcano profondo), che nelle rappresentazioni odierne viene solitamente eseguita. Scelta che per altro obbliga a scritturare una prima parte anche per il ruolo di Alidoro, che nella versione originale era poco più di un comprimario.


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