mercoledì 12 marzo 2025

Musica Insieme accoglie a Bologna il debutto del Quartetto Werther, una delle realtà cameristiche più interessanti a livello internazionale, che al mattino sarà protagonista di "Che Musica, Ragazzi!", la Rassegna gratuita che porta centinaia di giovani studenti al Manzoni

 
MUSICA INSIEME - I CONCERTI 2024|2025
XXXVIII edizione
Lunedì 17 marzo 2025 | ore 20.30
Teatro Auditorium Manzoni
(Via de’ Monari 1/2 – Bologna)
 

QUARTETTO WERTHER
Misia Jannoni Sebastianini violino
Martina Santarone viola
Vladimir Bogdanovic violoncello
Antonino Fiumara pianoforte

Musiche di Mozart, Enescu, Mendelssohn

Lunedì 17 marzo 2025 alle 20.30 Musica Insieme accoglierà all’Auditorium Manzoni il Quartetto Werther, una tra le formazioni cameristiche più promettenti del panorama concertistico internazionale, fondata nel 2016. Il previsto concerto di EsTrio infatti non avrà luogo a causa dell'indisposizione di una delle artiste: ringraziamo il Quartetto Werther per aver accolto il nostro invito. Reduce dal debutto alla prestigiosa Kammermusik Basel, il Werther sarà ospite per la prima volta del cartellone di Musica Insieme, tracciando un’ideale storia del quartetto per archi e pianoforte, dai primi capolavori scaturiti dalla penna di Mozart all’olimpico omaggio del rumeno George Enescu al Maestro Gabriel Fauré. A concludere il programma sarà il giovanile Quartetto op. 3 di Mendelssohn.

Il concerto vedrà come Main Sponsor CAAB - Centro Agro Alimentare di Bologna e sarà introdotto dagli Artisti stessi. 


E al mattino dello stesso lunedì 17 marzo, gli interpreti saranno protagonisti  del terzo appuntamento di Che Musica, Ragazzi!, il ciclo di incontri gratuiti organizzati da Musica Insieme e dedicati agli alunni delle scuole elementari e medie, che si terrà alle ore 10.30 presso il Teatro Auditorium Manzoni.
«Pensare di suonare nel Teatro dove abbiamo ascoltato i più grandi musicisti al mondo è a dir poco elettrizzante; - raccontano gli Artisti al Magazine Musica Insieme - al pubblico bolognese ci piacerebbe trasmettere l’amore che abbiamo per la musica da camera, ma anche raccontare dei compositori e un po’ di noi, per condividere storie con chi ascolta». Il suo nome è un omaggio a Goethe e Brahms, che nel comporre il suo ultimo Quartetto con pianoforte si è ispirato alla figura del “giovane Werther”. Il Werther è uno dei rari quartetti con pianoforte stabili in Europa, apprezzato per la profonda intesa e per il vigore, la vitalità e l’originalità delle interpretazioni. Valori ed indirizzi che il Quartetto ha appreso dai Maestri della grande tradizione esecutiva italiana e dalla scuola mitteleuropea di ECMA (European Chamber Music Academy), come svelano gli stessi interpreti: «È sempre l’esempio diretto l’insegnamento più grande. I nostri Maestri del Trio di Parma e Pierpaolo Maurizzi sono stati e sono tuttora fonte di ispirazione per quanto riguarda l’approfondimento verso ogni aspetto della partitura, l’umiltà davanti al testo musicale e la genialità delle scelte interpretative. Anche la capacità di gestire i percorsi di vita e artistici in modo intelligente e in funzione del gruppo è una grande dote, e dalla loro lunga attività prendiamo sempre spunto». Il Werther è già stato insignito di importanti riconoscimenti come il Premio “Abbiati”- Premio “Farulli” 2020 dedicato al miglior giovane ensemble, e il Premio del Presidente della Repubblica alla memoria di Giuseppe Sinopoli, consegnato dallo stesso Sergio Mattarella durante una cerimonia ufficiale presso il Palazzo del Quirinale. Con le parole del Quartetto: «È un grande onore per il quale siamo molto grati al Presidente Mattarella e all’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Assegnare un premio dello Stato a una formazione cameristica ha un significato speciale, poiché dà visibilità a una professione che non è conosciuta ai più, non è tutelata e su cui a nostro avviso c’è molto da costruire e da investire. Nel nostro percorso pieno di soddisfazioni ci sono stati anche momenti di difficoltà, e questo riconoscimento ci ha dato fiducia e coraggio: è una tappa fondamentale di un percorso di ricerca e di crescita». 


In apertura di serata ascolteremo il Quartetto n. 2 in mi bemolle maggiore KV 493 di Wolfgang Amadeus Mozart, composto insieme al Quartetto KV 478 e pubblicato da Artaria nel 1784. In questa composizione l'incontro tra archi e pianoforte raggiunge alti vertici di espressione e di equilibrio: la complessità emerge fin dal primo movimento, con tre temi ampiamente sviluppati, per poi proseguire nel densissimo tempo centrale, con un finale dall’atmosfera raffinata e galante, scandito dal tempo di Gavotta. «La prima parte del programma – spiega Antonino Fiumara, pianista del Quartetto – è l’accostamento di due mondi lontani, se pensiamo non soltanto ai secoli di storia che separano Mozart ed Enescu, ma anche all’intento narrativo insito nelle loro composizioni. Tuttavia sono autori accomunati da un immenso talento. Godiamo dunque di questa diversità musicale!». A Mozart farà infatti seguito il Quartetto n. 2 in re minore op. 30 di George Enescu,  composto tra il 1943 e il 1944, fra Bucarest e Sinaia, e dedicato dall’autore alla memoria del maestro Gabriel Fauré. Nonostante il brano sia nato in uno dei momenti più bui della seconda guerra mondiale per la Romania, questa pagina musicale, costruita ciclicamente sul tema del movimento iniziale, non sembra riflettere tutto il peso della tragedia, ma presenta squarci di grande lirismo, fra due movimenti esterni assai vivaci e drammatici.
A concludere il programma, e il cerchio di rimandi interni pensati dal Werther per questo concerto, sarà il giovanile Quartetto in si minore op. 3 di Felix Mendelssohn, che rende omaggio sia all’esempio mozartiano che a Wolfgang von Goethe, intimo amico della famiglia del compositore. E relativamente al rapporto con Goethe i membri dell'ensemble spiegano: «Citando Guido Barbieri, autore del libretto di un nostro recente progetto discografico, «di quest’opera Goethe ha senz’altro apprezzato la compostezza della postura architettonica e il rigore delle proporzioni formali, le qualità che cercava sopra ogni altra cosa in un’opera nuova». Ma non si può rimanere indifferenti al fervore e al turbinio di passione che è il Leitmotiv sia di tutto il Quartetto che di uno dei romanzi goethiani più celebri ed amati della letteratura occidentale: I dolori del giovane Werther, a cui dobbiamo il nostro nome».

 



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