Terzo appuntamento del ciclo dedicato alla musica da camera di Johannes Brahms: mercoledì 13 marzo alle ore 20.30 (Auditorium Parco della Musica, Sala Sinopoli), sarà la volta di tre grandi solisti del loro strumento, tra i musicisti più richiesti e versatili del panorama artistico di oggi: ad interpretare i Trii in programma saranno infatti il violoncellista franco-tedesco Nicolas Altstaedt, che in questa stagione debutterà con i Bamberger Symphoniker, la Philharmonia Orchestra e l'Orchestre symphonique de Montréal; il violinista ungherese Barnabás Kelemen (nella foto in basso, di Emmer) che lo scorso novembre ha eseguito a Santa Cecilia, con la Utopia Orchestra diretta da Teodor Currentzis il Concerto per violino di Brahms, e il pianista tedesco Alexander Lonquich (nella foto in alto, di Marco Borggreve, assieme a Nicolas Altstaedt) , residente in Italia da più di quarant’anni e che quest’anno festeggia i trent’anni di concerti a Santa Cecilia.
La serata si apre con il Trio op. 87, quindicesimo dei 25 lavori cameristici del compositore (scritto trent’anni dopo la prima versione del Trio op. 8), che conquista grazie alla sua ispirazione sempre alta, all’equilibrio fra gli strumenti, alla ricerca timbrica e alla ricchezza tematica. Il brano era particolarmente caro al compositore, che scrisse al suo editore “Devo confessarle che non ha mai ricevuto da me un Trio così bello e che non ha pubblicato un’opera simile negli ultimi dieci anni”. Seguirà il Trio op. 101 del 1886 unanimemente considerato un indiscusso capolavoro della musica da camera che, come affermò un critico dell’epoca, “… suona come un ritorno – magnificamente affrontato, per giunta – verso una giovinezza lontana, e ancora fertile”. Chiude il Trio op. 8, ultimato nel 1854, pieno di vita e di giovinezza ma che fu profondamente rivisto dall’autore nel 1889, e del quale Brahms scrisse a Clara Schumann: “Ho riscritto il mio Trio… per cui posso chiamarlo op. 108 invece che op. 8… Non sarà più rozzo come prima, ma non so se sarà migliore”.
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