martedì 7 marzo 2023

Secondo concerto della rassegna “Il violoncello svelato” all’Accademia Filarmonica Romana venerdì 10 marzo. Fabio Fausone (violoncello) e Stefano Musso (pianoforte) “svelano” la Sonata op. 8 di Ernö von Dohnanyi accanto alla più nota Sonata op. 102 di Beethoven


Secondo dei quattro concerti della rassegna “Il violoncello svelato” dell’Accademia Filarmonica Romana, in collaborazione con Rai Radio3 che registra l’intero ciclo di concerti per trasmetterlo successivamente sulle proprie frequenze. Venerdì 10 marzo (ore 19.30 Sala Casella, via Flaminia 118) toccherà al duo formato da Fabio Fausone al violoncello e Stefano Musso al pianoforte, musicisti poco più che trentenni provenienti dal Conservatorio Verdi di Torino dove hanno iniziato a suonare in duo più di dieci anni fa; si sono poi perfezionati rispettivamente Fabio presso il Conservatorio della Svizzera Italiana di Lugano e Stefano presso la Hochschule für Musik di Basilea, avviando un’attività artistica che li vede regolarmente ospiti di istituzioni, festival italiani ed europei.

Nel concerto, introdotto dal giornalista e conduttore radiofonico Andrea Penna, il duo ‘svelerà’ la Sonata op. 8 in si bemolle maggiore di Ernö von Dohnanyi (1877-1960), fra i compositori più importanti della vita musicale ungherese del XX secolo. Composta nel 1899, la Sonata pullula di temi tradizionali rivisitati in stile tardo romantico, dando risalto alla brillantezza e al timbro dei due strumenti, a melodie elegiache e a un linguaggio armonico, in alcuni tratti, audace.

Al raro ascolto di Dohnanyi si affianca la Sonata op. 102 n. 2 in re maggiore di Beethoven, composta nell’agosto del 1815 e annoverata tra i capolavori indiscussi dell’ultimo stile, pronta a superare i limiti formali della tradizione. Con Beethoven il violoncello inizia il nuovo capitolo nel ruolo di strumento “concertante”, di cui esalta le sue caratteristiche tecniche e liriche, fino ad allora soffocate in modesti ruoli decisamente non protagonistici.

La rassegna, giunta alla seconda edizione, nasce dall’intento di scoprire una parte di repertorio del violoncello, rimasta nascosta per molto tempo e che merita di essere riscoperta, appunto “svelata”. Nel programma si troveranno alcuni autori del periodo che va dalla la fine dell’Ottocento agli anni Sessanta del Novecento (Frank Bridge, Ernö von Dohnányi, Dora Pejačević, Robert Fuchs) che hanno scritto pagine importanti per violoncello e pianoforte e che sono stati inseriti nei programmi dei quattro concerti, accanto ad autori più conosciuti, come Beethoven, Mendelssohn, Schumann, Dvořák, Kodály, le cui composizioni sono stabilmente entrate nel repertorio tradizionale. “L’intento – spiega Enrico Dindo, direttore artistico della Filarmonica e noto violoncellista - è quello di dimostrare che la qualità non sempre è collegata alla popolarità di un nome e che invece, se si ascolta con spirito libero e con incondizionato senso critico, potremmo essere straordinariamente sorpresi”.


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