giovedì 13 marzo 2014


ANNA BONOMOLO
LA VOCE PIU' BELLA CHE CI SIA OGGI IN ITALIA


Metti su il disco, c’è quel ‘Round midnight che un tempo lontano auspicammo sparisse per un ventennio da ogni disco e ogni concerto, tanto se n’era abusato. Colpa e merito del bellissimo film di Tavernier. Qui, senti che c’è qualcosa di nuovo, di diverso. Dalle prime note, una ballad piena di pause e sospensioni si riveste di ritmo sanguigno, di echi latini ma non troppo. E quando Anna Bonomolo attacco, sobbalzi. La voce è davvero unica. Smokey, come affumicata. Ma non dal fumo del chiuso di un locale. Quell’affumicato aromatico che rende impagabile la rosea carne del salmone. E’ una voce da grande scuola, come se ne sentono poco oramai, tra tutte quelle vocine anemiche, mielose, pallide, da piano bar per cruising di basso profilo. Anna Bonomolo mastica il pezzo di Monk con strafottenza amara, come se le mezzanotti fossero cosi note e conosciute che se ne può anche ricordarne l’oscurità sorridendo.
Segue Ain’t no sunshine, e la voce s’ammorbidisce, tira fuori la componente soul, cui fa da ottimo controcanto la chitarra di Tony Remy. Anna Bonomolo rivisita magnificamente un classico standard come Tenderly, ma anche songs di Annie Lennox (Why), dei Massive Attack (Teardrop), Sting (Roxane) le splendide Impressioni di settembre della PFM (cantata con una diafana trasparemza, tutta in punta di voce). Muovendosi in un territorio di confine che mescola sapientemente soul e pop, sostenuta da una ritmica di alta qualità (Diego Spitalieri, tastiere; Sebastiano Alioto, batteria; Riccardo Lo Bue e Filippo Rizzo basso) e ospiti eccellenti (tra cui Roberto Gervaso, fisarmonica; Miriam Alasia, violino), Anna Bonomolo, in un disco indipendente ma curatissimo in ogni dettaglio, lancia un sasso nelle acque della vocalità italiana: sperando che le onde generate giungano molto, ma molto lontano. Lo merita appieno, questa straordinaria cantante.

Sergio Albertini

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