sabato 1 febbraio 2025

Parte il BolognaFestival ’25, da Muti coi Berliner a Pappano con la London Symphony fino ai chiostri, le chiese, i musei, ma anche in birreria

 
Istituzione musicale ormai consustanziale all’identità culturale della città di Bologna, realtà quasi tutta al femminile guidata saldamente da Maddalena da Lisca, da decenni membro attivo dell’associazione, fucina di inesausta creatività che nel tempo ha ideato progetti innovativi dai grandi eventi nelle piazze principali della città alla rassegna in birreria, Bologna Festival anche quest’anno conferma la sua peculiare cifra stilistica nella diffusione del grande repertorio di tradizione, dalle celebrate orchestre di assoluto pregio internazionale ai migliori cameristi, come Sol Gabetta, Angela Hewitt, Lisa Batiashvili (nella foto a destra) fra i tanti.
In attesa degli eventi speciali del 19 febbraio con Stefano Bollani e con Evgeny Kissin il 30 e 31 marzo, la nuova stagione ripartirà invece in aprile con la rassegna Carteggi Musicali, prima capsule divulgativa tra parole, letture e note al Museo della Musica in tre appuntamenti con Fabio Sartorelli, Luca Ciammarughi ed Enzo Restagno dal 2 al 15 aprile.
Il 2 maggio poi si inaugurerà il cuore pulsante della stagione con la rassegna Grandi Interpreti al PalaDozza dove i Berliner Philharmoniker, vero culto del sinfonismo mondiale, verranno eccezionalmente guidati da un’altra icona vivente della cultura musicale internazionale, Riccardo Muti (nella foto a sinistra), il quale rinverdisce un rapporto che ormai conta ben 53 anni da quando Herbert von Karajan lo invitò sul podio della celebre compagine. L’impaginato della serata-evento dialoga poi tra le due anime musicali di Muti, quella italiana con Rossini e Verdi, e quella tedesca con Brahms. L’evento, sostenuto da Illumia, vedrà tutto l’incasso devoluto in beneficenza a favore di ANT, Fondazione Policlinico Sant'Orsola, Associazione La Mongolfiera odv.
Grandi Interpreti proseguirà poi il 7 maggio al Teatro Auditorium Manzoni, sua sede naturale, con il duo cameristico d’eccellenza Sol Gabetta al violoncello e Bertrand Chamayou al pianoforte con un originale programma da Mendelssohn fino ai meno frequentati Wolfgang Rihm e Jörg Widmann; quindi i Cameristi della Scala con l’ottima pianista Angela Hewitt (nella foto a destra) e il corno di Emanuele Urso, poi Andrea Lucchesini al pianoforte tra Berio, Schumann e Chopin; e ancora l’ensemble barocco di solida fama Europa Galante guidato al violino da Fabio Biondi per tornare poi al grande sinfonismo d’eccellenza il 9 giugno con la London Symphony Orchestra diretta da Antonio Pappano e Lisa Batiashvili al violino con Richard Strauss, Mozart e Berlioz, quindi gran chiusa della rassegna quasi in Ringkomposition, il 17 ottobre con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI diretta da Kirill Petrenko (nella foto in basso a sinistra), dal  2019 Direttore Musicale dei Berliner.
Ma già il 17 maggio partirà un altro dei fiumi musicali di Bologna Festival con il primo dei Progetti Speciali alla Chiesa di Santa Cristina della Fondazza: infatti in occasione del bicentenario della morte di Padre Stanslao Mattei, l’Officina San Francesco Bologna promuove una giornata di studi nonché la prima ripresa integrale della seconda versione - nella quale nel 1806 cantò anche il giovanissimo Rossini - dell’Oratorio della Passione, composto nel 1792 su libretto di Pietro Metastasio.
Dal 3 giugno al 8 luglio si snoderà poi la rassegna en plein air Talenti nello splendido Chiostro della Basilica di Santo Stefano, con sei appuntamenti cameristici dedicati ai giovani musicisti più brillanti del panorama europeo, seguendo le orme di alcuni dei concorsi più stimati quali, in questa edizione, Premio Trio di Trieste e Premio Venezia.
Infine la rassegna Il Nuovo, l’Antico, l’Altrove dal 18 settembre al 30 ottobre, composta da sette appuntamenti tra l’Oratorio di San Filippo Neri e la Chiesa di Santa Cristina della Fondazza e dedicati alla musica antica, con una prima esecuzione in tempi moderni grazie a I Bassifondi Ensemble di Simone Vallerotonda; alla musica contemporanea con una nuova commissione di BolognaFestival e Ferrara Musica alla compositrice italiana Daniela Terranova, pluripremiata e già ben eseguita da realtà importanti come la London Sinfonietta e BBC; ma anche alla sperimentazione trasversale alle arti ed ai generi come il progetto di concerto teatrale “Pur Ti Miro” Caravaggio & Monteverdi. Musica e Tableaux Vivants o la serata “Il fiato che resta” Musiche erranti e voci di esilio dell’ensemble Ars Vulgaris con una formazione arricchita dall’uso di strumenti tradizionali del Medio Oriente.
Nel frattempo si lavora alacremente per l’ormai consueto programma Baby BoFe’ nella sua molteplice declinazione per famiglie, bambini e scuole, e si procede nella selezione dei giovani talenti che si sono candidati - quest’anno ben 48 - per l’originalissima rassegna Classica in Sneakers alla Birreria Popolare, esperimento ormai consolidato ma ancora oggi unico nel suo genere nel nostro paese, vera frontiera di avvicinamento al repertorio classico per un pubblico generalista e palco dedicato ai musicisti di domani, che proseguirà nel 2025 grazie al sostegno di Gruppo Hera e Lavoropiù.
Racconta così il Sovrintendente e Direttore Artistico Maddalena da Lisca: “Ogni anno la sfida per riempire di musica di qualità la nostra città, di lavorare con tutte le istituzioni del territorio, da quelle pubbliche alle private, di continuare nella necessaria opera di divulgazione del repertorio che amiamo, è per noi un impegno costante che non permette soste, ma ci sostiene la convinzione etica che di bellezza ed arte alla portata di tutti non ce ne sia mai abbastanza per migliorare la qualità della nostra vita e della nostra comunità. Ringrazio quindi di cuore tutti i nostri sostenitori che condividono con noi la passione e soprattutto la convinzione che questo lavoro sia semplicemente necessario.”.

SOSTENITORI 
Bologna Festival 2024 è realizzato con il contributo di Ministero della Cultura, Regione Emilia-Romagna, Comune di Bologna, main partners Alfasigma, Illumia, mecenati oro  BCC EmilBanca, G.D a coesia company, Marposs, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna mecenati argento Valsoia, BPER Banca, Assintel, Confindustria Emilia Area Centro, Galotti, Fondazione Banco S. Geminiano e S. Prospero, Confcommercio Ascom Bologna, Maria Luisa Vaccari sponsor Aretè Cocchi Technology, Coop Alleanza 3.0, Gruppo Hera, Lavoropiù, Unicredit, Stefanelli-Automotive, Pir Group, Soci Mecenati, Benemeriti, Sostenitori e Amici di Bologna Festival partner tecnici Alternative Group, Isolani Meeting media partners RAI Radio3, Giornale della Musica, ERCreativa. 

MAIN PARTNERS 
«Anche per il 2025, Alfasigma rinnova il suo consueto sostegno al Bologna Festival, con l’obiettivo di avvicinare sempre più persone alla bellezza della musica, del teatro e dell’arte. L’azienda promuove non solo la cultura scientifica, che rappresenta il cuore del suo business, ma anche tutte le forme culturali che sono fondamentali per la crescita e lo sviluppo sostenibile delle comunità in cui è presente.»  Silvana Spinacci, Corporate Image & Social Responsability di Alfasigma

«Quante volte abbiamo pronunciato le parole “più di così è impossibile” sospinti talvolta da un sentimento che pensavamo essere arrivato al suo culmine o di fronte a un’opera del genio umano o a un capolavoro della natura. E quante volte l’esperienza ci ha mostrato che ci ingannavamo perché l’amore e la bellezza, che ne è l’apparire, non hanno limite. Il programma di Bologna Festival 2025 è un esempio di questa meravigliosa dinamica e sostenerlo ancora una volta ci riempie di gratitudine e ammirazione» Francesco Bernardi, Founder di Illumia.


IL VIAGGIO DI JEAN-EFFLAM BAVOUZET NEL PIANOFORTE DI RAVEL

 

Lunedì 3 febbraio al Teatro Comunale “Claudio Abbado” la stagione 2024/2025 di Ferrara Musica prosegue con un atteso concerto, di cui sarà protagonista il pianista francese Jean-Efflam Bavouzet, cui toccherà il compito di riunire in un’unica serata tutta l’opera pianistica di Maurice Ravel. In considerazione della maggior lunghezza del programma musicale, sono previsti due intervalli. L’appuntamento è il quarto dei cinque recital pianistici proposti nella stagione.
Bavouzet è considerato un campione della musica francese, anche di quella meno nota, grazie alle sue pluripremiate incisioni discografiche che includono varie integrali: oltre all’opera pianistica di Ravel, quella di Debussy, le Sonate per pianoforte di Beethoven e di Haydn, i Concerti per pianoforte di Mozart e l’integrale dei Concerti per pianoforte di Prokof’ev e di Bartók.  Le sue impeccabili esecuzioni sono caratterizzate da grande eleganza e personalità e riscuotono sempre ampio successo di pubblico. Nato nella città bretone di Lannion, Bavouzet ha intrapreso lo studio del pianoforte a Metz, per poi completarlo a Parigi. Si è perfezionato con Paul Badura-Skoda, Nikita Magaloff e György Sándor. Nel 1986 si è aggiudicato il primo premio alla Beethoven International Piano Competition Köln, e nel 2008 è stato il primo vincitore assoluto dell’Elite Prize a Pechino per la sua integrale delle Sonate per pianoforte di Beethoven e ICMA Artist of the Year nel 2012. Collabora con le più prestigiose orchestre e con i direttori più rinomati.
Il concerto avvicenderà in ordine cronologico pagine brevi e di raro ascolto come Menuet antique (1985), À la manière de... Chabrier e À la manière de... Borodine, il Menuet sur le nom d'Haydn, fino a comprendere addirittura il piccolo Prélude, composto da Ravel come prova di lettura a prima vista per il Conservatorio di Parigi. Le altre composizioni sono tutti autentici capisaldi della musica del Novecento: come la celebre Pavane pour une infante défunte, la neoclassica nostalgica Sonatine, o i famosi Miroirs, suite raffinata e cristallina nata dall’appartenenza del compositore francese al gruppo degli Apache. Nella serata trovano spazio la raccolta Gaspard de la nuit: musica legata alle poesie di Aloysius, e i Valses nobles et sentimentales, scritti per pianoforte nel 1911 come omaggio a Schubert e «alle belle viennesi». Dopo il secondo intervallo, la terza parte del concerto prevede come penultimo brano in programma, la Tombeau de Couperin, un orgoglioso richiamo alle tradizioni nazionali in quanto scritto in memoria di alcuni amici caduti al fronte durante la Grande Guerra .

Riccardo Rossi sarà sul palco della Sala Santa Cecilia con la JuniOrchestra per narrare la fiaba di Pierino e il lupo, con musiche di Prokofiev.

 

domenica 2 febbraio ore 16
lunedì 3 febbraio ore 10.30
venerdì 7 febbraio ore 10.30
Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone – Sala Santa Cecilia
JuniOrchestra Young dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia
direttore Simone Genuini
voce recitante Riccardo Rossi
 

Prokofiev
Marcia Op. 99
Bernstein
Ouverture Candide
Dvorak
Danza Slava op. 46 n. 1
Prokofiev
Pierino e il lupo

Dopo il grande successo delle scorse edizioni, domenica 2 febbraio alle ore 16 (con repliche lunedì 3 febbraio alle ore 10.30 e venerdì 7 febbraio alle ore 10.30), torna nel cartellone della stagione curata dal settore Education dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia la favola sinfonica Pierino e il lupo di Sergej Prokof’ev, in Sala Santa Cecilia (Auditorium Parco della Musica). L’esecuzione è affidata ai giovani musicisti alla JuniOrchestra dell’Accademia di Santa Cecilia diretta da Simone Genuini, mentre Riccardo Rossi si cimenterà nel ruolo del Narratore.


L’attore romano da quasi due decenni è tra gli attori più amati del piccolo e del grande schermo, vantando una lunga carriera da attore, che l’ha visto lavorare con registi come Enrico e Carlo Vanzina, Massimiliano Bruno, Fausto Brizzi.
Eseguita per la prima volta a Mosca nel 1936, Pierino e il lupo gode di un successo che non conosce età. Stefano Fresi ci accompagnerà a conoscere le gesta di Pierino, l’intrepido eroe di questa favola, che allontanatosi da casa nonostante i rimproveri del nonno, passeggia intorno a un laghetto, luogo di ritrovo di un uccellino, di un’anatra e di un gatto che un lupo cercherà di catturare e divorare. Ogni personaggio della fiaba è caratterizzato da un tema e un gruppo di strumenti: Pierino dagli archi, l’uccellino dal flauto cinguettante, l’anatra dall’oboe, il gatto dal clarinetto, il nonno da borbottanti fagotti e il lupo dal suono dei corni, cupi e inquietanti. Il concerto si aprirà con la Marcia op. 99 di Prokofiev alla quale seguiranno l’Ouverture Candide di Bernstein e la Danza Slava op. 46 n.1 di Dvorak.

L’ACCADEMIA D’ARTE LIRICA D’OSIMO ETS IN CONCERTO A POTENZA PICENA

 

Domenica 2 febbraio, alle ore 18.00, presso la sede dell’Associazione “Amici della Musica F.lli Clementoni” di Potenza Picena, i solisti dell’Accademia d’Arte Lirica con il pianista Alessandro Benigni eseguiranno arie, duetti e scene scritti da alcuni tra i più celebri compositori italiani: pagine dal Barbiere di Siviglia e Guglielmo Tell di Gioachino Rossini, L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti, Pagliacci di Ruggero Leoncavallo e La Bohème, Gianni Schicchi, Edgar e Madama Butterfly di Giacomo Puccini, del quale nel 2024 si è celebrato il centenario della morte. È questo un appuntamento ricorrente, che rinnova la collaborazione dell’Accademia osimana con l’Associazione picena che da anni promuove la musica.
Protagonisti del concerto Invito all’opera saranno i soprani Antonella Granata e Laura Khamzatova, il tenore Wooseok Choi, il baritono Agshin Khudaverdiyev e il basso Aleksandr Utkin.

Rigoletto di Giuseppe Verdi ( regia di Damiano Michieletto direttore Daniele Callegari nel cast Luca Salsi, Ivan Ayon Rivas e Maria Grazia Schiavo) in scena al Teatro La Fenice nell’ambito del Carnevale di Venezia

 

Rigoletto di Giuseppe Verdi torna in sena al Teatro La Fenice nell’ambito della Stagione Lirica e Balletto 2024-2025. Questo amatissimo titolo del grande repertorio sarà ripreso in laguna nell’allestimento che Damiano Michieletto realizzò nel 2017 per l’Opera Nazionale di Amsterdam, poi presentato a Venezia nel settembre 2021 in un regime anti-covid segnato dal distanziamento sociale e da limitazioni di capienza: viene ora finalmente riproposto affinché un pubblico ancora più vasto ne possa godere. In questa suggestiva messinscena, il regista veneziano, coadiuvato dallo scenografo Paolo Fantin, dal costumista Agostino Cavalca, dal light designer Alessandro Carletti e dal video designer Roland Horvath, ambienta la tragica azione in un manicomio, dove il buffone di corte è stato rinchiuso dopo essere impazzito di dolore per aver involontariamente provocato la morte della figlia. Sul podio dell’Orchestra e Coro del Teatro La Fenice ci sarà uno specialista del repertorio quale è Daniele Callegari, che guiderà un cast composto da tre interpreti principali di grandissimo richiamo: Luca Salsi in alternanza con Dalibor Janis nel ruolo del titolo; Ivan Ayon Rivas in alternanza con Davide Giusti nel ruolo del duca di Mantova; e Maria Grazia Schiavo in alternanza con Lucrezia Drei nel ruolo di Gilda. Lo spettacolo sarà in scena al Teatro La Fenice il 7, 9, 11, 14, 16, 19, 23, 25 e 28 febbraio 2025.
           

L’opera va in scena nel contesto delle manifestazioni per il Carnevale di Venezia 2025. Inoltre, in concomitanza della replica che cade nel giorno di San Valentino, il 14 febbraio 2025, la Fenice propone, al termine dello spettacolo, una cena romantica per gli innamorati nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice per informazioni e prenotazioni, info@festifenice.it, telefono 041 786672.
Rigoletto esordì al Teatro La Fenice l’11 marzo 1851. Melodramma in tre atti su libretto di Francesco Maria Piave tratto dal dramma storico di Victor Hugo Le Roi s’amuse, l’opera giunse sulla scena dopo una serie di vicissitudini legate alle interdizioni della censura, che riteneva inaccettabile il ruolo negativo attribuito a un sovrano, indecoroso il soggetto ed empia la maledizione. Ma Verdi era entusiasta della pièce di Hugo – «è il più gran soggetto e forse il più gran dramma de’ tempi moderni. Tribolet è creazione degna di Shakespeare!» – e riuscì a portare in scena il lavoro incontrando subito il favore del pubblico, anche se non quello della critica, disorientata dall’eccentricità del testo.
Prima opera della cosiddetta ‘trilogia popolare’ con Il trovatore e La traviata, l’opera segna una svolta nell’evoluzione artistica di Verdi; lo stesso personaggio di Rigoletto, buffone ma triste, rancoroso e provocatore ma dolorosamente afflitto, dipinto da Verdi in tutto lo spessore tragico della sua condizione umana, rappresenta una vistosa eccezione in un panorama operistico che distingueva con molto maggior rigore fra misera abiezione e immacolata virtù. Proprio dalla necessità di potenziare la caratterizzazione del personaggio principale muove il rinnovamento operato dalla drammaturgia verdiana intorno a convenzioni radicate: «Cortigiani, vil razza dannata» è l’esempio memorabile che sancisce la nascita di una nuova voce per il melodramma italiano, quella ‘spinta’ del baritono verdiano, dal potente declamato.


«Al centro di questo progetto sta il rapporto tra un padre e una figlia – spiega il regista Damiano Michieletto –. Di tutti gli elementi che si possono sottolineare in una lettura registica di Rigoletto, quello che ho scelto come motore di tutta la storia è la maledizione, che è anche il titolo originale dell’opera e viene ripetutamente evocata fino alla fine. La maledizione si collega al fatto che Rigoletto scopre di essere responsabile della morte della figlia. Il piano che lui ha ordito per uccidere il duca gli si ritorce contro e provoca la morte della sua amata Gilda. Quindi lui si sente colpevole di aver distrutto l’unica cosa preziosa che aveva nella sua vita. Mi sono chiesto che reazione può provocare in un uomo una tragedia come questa. In più l’uomo in questione vive in una condizione di estrema solitudine, non ha parenti né amici, ha solo questa figlia sulla quale riversa tutte le sue attenzioni in maniera morbosa. La consapevolezza di essere causa della sua morte produce in lui la perdita di qualsiasi possibilità di tornare a essere quello che era prima, alla vita precedente, che peraltro lui odiava con tutto se stesso. Odiava il duca, così come detestava la sua condizione di idiota o buffone che dir si voglia. E dunque provoca in lui la follia: rivive tutta la storia come una sorta di lungo flashback. L’impostazione dunque è questa: tutta la vicenda è vista dal punto di vista di Rigoletto, che ricorda con l’ossessione di una mente malata questa tragedia di cui si sente responsabile. Non riesce a liberarsi del senso di colpa che lo opprime e perde ogni contatto con la realtà diventando per così dire il buffone di se stesso. È come se, pur respirando ancora, non fosse più vivo ma solo il fantasma di quello che era stato».


«Il tema della maledizione ricorre con insistenza – commenta il direttore d’orchestra Daniele Callegari – e lo si avverte durante tutto il percorso che conduce al finale. Insiste sul ‘pedale’ di do. Tutti coloro che vi hanno a che fare presentano una scrittura scura, a cominciare da Monterone, che la introduce e che guarda caso è un basso. Ma è la tinta predominante di Rigoletto a essere scura, è sufficiente pensare al duetto tra Sparafucile e il protagonista. La mia intenzione, vista anche l’impostazione forte e marcata della regia di Damiano Michieletto, è di darne una lettura moderna e contemporanea. Se ci si basa, come io faccio abitualmente quando dirigo un’opera di Verdi, sul materiale dell’edizione critica, fuoriesce maggiormente la verità verdiana, e ci si discosta dalle puntature di tradizione».
Nel cast di Rigoletto alla Fenice figureranno Luca Salsi in alternanza con Dalibor Janis nel ruolo del titolo; Ivan Ayon Rivas in alternanza con Davide Giusti nel ruolo del duca di Mantova; e Maria Grazia Schiavo in alternanza con Lucrezia Drei nel ruolo di Gilda. Mattia Denti sarà Sparafucile; Marina Comparato, Maddalena; Carlotta Vichi, Giovanna; Gianfranco Montresor, il conte di Monterone; Armando Gabba, Marullo; Roberto Covatta, Matteo Borsa; Matteo Ferrara e Rosanna Lo Greco, il conte e la contessa di Ceprano. Maestro del Coro Alfonso Caiani. Regia ripresa da Eleonora Gravagnola.
Ecco il dettaglio delle recite con orari e turni di abbonamento: venerdì 7 febbraio 2025 ore 19.00 (turno A); domenica 9 febbraio ore 15.30 (turno B); martedì 11 febbraio ore 19.00 (turno D); venerdì 14 febbraio ore 19.00; domenica 16 febbraio ore 15.30 (turno C); mercoledì 19 febbraio ore 19.00; domenica 23 febbraio ore 15.30; martedì 25 febbraio ore 19.00 (turno E); venerdì 28 febbraio ore 19.00.

"Violoncello Appassionato" lunedì 3 febbraio alla Sala Filarmonica di Rovereto.


Lunedì 3 febbraio 2025 ore 20.30 | Rovereto, Sala Filarrmonica
Caterina Isaia, violoncello
Yukino Kaihara, pianoforte

Beethoven 
7 Variazioni WoO 46 sul tema "Bei Männern, welche Liebe fühlen" da Die Zauberflote di W.A. Mozart
Lutosławski
Grave (Metamorfosi per violoncello e pianoforte)
Prokof'ev
Sonata per violoncello e pianoforte op. 119
Chopin
Introduzione e Polacca brillante op. 3

Giovanissimo talento del violoncellismo internazionale, a soli 22 anni Caterina Isaia si è già esibita in sale importantissime come il Teatro Alla Scala e il Teatro La Fenice, condividendo il palcoscenico con artisti del calibro di Alexander Gilman e Giovanni Sollima. Per l’occasione, è accompagnata dalla giapponese Yukino Kaihara, musicista di solida esperienza laureata all’Università di Tokyo come migliore studentessa di pianoforte. Il programma prevede opere di Ludwig van Beethoven, Witold Lutoslawski,Sergej Prokov’ev e Friedrich Chopin.


La violoncellista Caterina Isaia, nata nel 2002 in una famiglia di musicisti, sta attualmente conseguendo il “Bachelor of Music” presso la Hochschule für Musik Franz Liszt di Weimar sotto la guida del Maestro Wolfgang Emanuel Schmidt. Inizia il suo percorso musicale con Marianne Chen e Monika Leskovar, e dal 2017 al 2021 è borsista alla prestigiosa Yehudi Menuhin School di Londra, dove ha studiato con Bartholomew LaFollette e Matthijs Broersma. Caterina ha partecipato in numerose competizioni nazionali e internazionali, vincendo primi premi al Concorso Internazionale Di Violoncello Antonio Janigro nel 2016, al Concorso Internazionale di Violoncello Vychytil a Praga nel 2020, al Concorso Internazionale per strumenti ad arco Rudolf Barshai a San Pietroburgo e al Concorso Internazionale di Musica E. Sollima a Enna. Inoltre, ha ricevuto il premio speciale "Prix du Musee Bonnat-Helleu" al Festival Ravel nel 2021. Come solista, Caterina si è esibita in prestigiosi luoghi come il Teatro La Fenice, il Teatro alla Scala, il Teatro Politeama di Palermo, la Menuhin Hall, la Sala Alfredo Piatti, il Vienna Stadtpalais Liechtenstein, il Theater Casino Zug, il Montforthaus Feldkirch, la Residenz di Monaco, il Festival di Lubiana, l'Elbphilharmonie di Amburgo, il Wimbledon Festival e la Philharmonie di Lussemburgo. Una performance notevole , include la sua apparizione nel 2022 all'EXPO di Dubai, al Padiglione Italia, dove ha suonato “Violoncelle Vibrez” per due violoncelli insieme al compositore Giovanni Sollima. Nella stagione 2024, Caterina si esibirà con Alexander Gilman e gli LGT Young Soloists nel Concerto per Violoncello No. 2 di Vasks alla Großer Saal della Tonhalle Zurich, oltre a esibirsi con i Solisti di Zagabria al Festival Janigro 2024. Dal 2022 è membro attivo dei rinomati LGT Young Soloists e nel 2023 è diventata testimonial ufficiale delle Jargar strings. Caterina è anche un'entusiasta musicista da camera, avendo partecipato a varie accademie e festival, tra cui il Gstaad Festival and Academy, i Kronberg Academy Cello Masterclasses, il Ravel Festival and Academy e l'Accademia di Villecroze. È inoltre borsista presso la Music Academy del Liechtenstein. Caterina suona un violoncello F. Gagliano del 1753.


Yukino Kaihara è nata in Giappone (Hiroshima). Nel 2015 è stata semifinalista al Concorso Internazionale Long-Thibaud-Crespin (Parigi). Nel 2016 ha vinto il terzo premio al 14° Concorso musicale di Tokyo. Nel 2021 ha partecipato alle eliminatorie del Concorso Internazionale Chopin. Si è esibita come solista con orchestre come la Tokyo Symphony e la Tokyo Philharmonic. Nel 2018 ha debuttato alla Suntory Hall con il Concerto per pianoforte e orchestra di Ravel. Ha suonato anche i concerti di Schumann e Chopin, in altri concerti. Yukino Kaihara si è diplomata all'Istituto di Musica dell'Università delle Arti di Tokyo e all'Università delle Arti di Tokyo come miglior studente di pianoforte con 4 premi speciali. Yukino Kaihara ha ricevuto una Munetsugu Angel Fundraising Scholarship nel 2014 e nel 2015 e dal 2017 è membro della YAMAHA Music Scholarship. Dal 2021 riceverà una borsa di studio Rohm Music. Yukino Kaihara ha studiato con il Prof. Kei Itoh in Giappone e all'Università delle Arti di Berlino con il Prof. Björn Lehmann. Ha accompagnato violino e violoncello al Concorso musicale giapponese, al Concorso internazionale Long-Thibaud-Crespin e al Concorso internazionale Queen Elisabeth. È stata assunta dall'Università delle Arti di Berlino come pianista accompagnatrice , attività che continua tuttora.