venerdì 21 febbraio 2025

Domenica 23 febbraio il giovane pianista Nicola Mazzei in concerto nella stagione “Careggi in Musica”

 
Aula Magna del Nuovo Ingresso dell'Ospedale di Careggi
(Padiglione 3, Largo Brambilla 3)
domenica 23 febbraio, ore 10.30
GUARDANDO IL NOVECENTO
Nicola Mazzei pianoforte


Musiche di Rachmaninov, Debussy, Prokofiev

INGRESSO LIBERO

Domenica 23 febbraio, ore 10.30, all’Aula Magna del Nuovo Ingresso dell’Ospedale di Careggi (Largo Brambilla 3, Padiglione NIC 3, ingresso libero) prosegue la stagione concertistica “Careggi in Musica”, promossa dal 1999 dall’Associazione A.Gi.Mus. Firenze. Si esibirà in concerto Nicola Mazzei, pianista, vincitore di Attraverso i Suoni, che proporrà un programma con musiche di Rachmaninov, Debussy e Prokofiev.
Attraverso i Suoni è un innovativo progetto promosso da A.Gi.Mus. e Fondazione CR Firenze che offre ogni anno ai giovani musicisti selezionati un percorso di avviamento della propria carriera lavorativa che prevede un premio in denaro, una serie di concerti in Toscana e nel resto d’Italia e strumenti preziosi quali un tutoraggio per la cura della comunicazione, dei social e per lo sviluppo dell’auto imprenditorialità, la costruzione del proprio sito internet, un book fotografico professionale, incontri con direttori artistici e musicisti di chiara fama, master e lezioni individuali.


Nicola Mazzei nasce a Napoli nel giugno del 2000. Sin da piccolo, già all’età di cinque anni, dimostra una particolare predisposizione verso il mondo musicale, soprattutto verso la sua parte più ritmica. Inizia il suo percorso musicale vero e proprio all’età di dieci anni nell’associazione “Banda musicale città di Forio d’ Ischia” con lo studio della tromba in Si bemolle.In seguito all’esperienza bandistica conoscerà il pianoforte, iscrivendosi nel 2012, dunque all’età di dodici/tredici anni, alla scuola media a indirizzo musicale “Santa Caterina da Siena” situata a Forio d’ Ischia (NA). Sarà dunque in questo periodo che si avvicinerà moltissimo al pianoforte, prediligendolo da qui in avanti come suo strumento principale. Nel 2014 vince una borsa di studio offerta dal “Rotary Club”, che gli permette di studiare presso l’accademia “Note sul mare” con il duo pianistico Monti-Bianco composto dai maestri Fabio Bianco e Federica Monti. Inizia così a partecipare a diversi concorsi e premi pianistici, riscuotendo diversi successi, tra i quali:
Il premio “Euterpe”, concorso internazionale “Città di Airola”, “Concorso Nazionale giovani musicisti”, “concorso internazionale città di Piove di Sacco” il premio A.Gi.Mus. e altri.
Si è perfezionato con Daniel Rivera, Massimiliano Ferratti, Bruno Canino e Alexander Lonquich, dal quale è stato selezionato per dirigere e suonare da solista con l’ Orchestra V. Galilei il Concerto N.23 K488 in La maggiore per pianoforte e orchestra di Wolfgang Amadeus Mozart.
Nel 2019 inizia il triennio di pianoforte alla Scuola di Musica di Fiesole sotto la guida del maestro Enrico Stellini, conseguendo il diploma accademico di primo livello con il massimo dei voti.
È attualmente allievo di Andrea Lucchesini con il quale frequenta il biennio di pianoforte dal 2022.



La Danza russa nel Novecento raccontata da Sergio Trombetta per Gremese editore

 
Sergio Trombetta
DANZA RUSSA DEL NOVECENTO
Dalle avanguardie ai grandi affreschi danzati

Gremese
collana Biblioteca delle arti
gennaio 2024
pp.204, ill. , € 24
ISBN 9788866921943


Dopo la Rivoluzione d’ottobre (1918), le autorità sovietiche cercarono di assoggettare anche la danza e il balletto – come tutte le arti – ai loro propositi di rivoluzione culturale e rieducazione delle masse. Le pressioni ideologiche, però, non spensero la creatività di coreografi, danzatori e musicisti. Piuttosto, furono l’innesco di un fermento che negli anni e nei decenni successivi li avrebbe portati a sviluppare nuovi linguaggi espressivi, oltre ad arricchire di nuove messe in scena il patrimonio classico.
Questo volume prende le mosse dalle avanguardie antiaccademiche degli anni Dieci e Venti, per addentrarsi poi nella grande stagione del drambalet, il balletto drammatico che declinava in danza il realismo socialista e che sarebbe sfociato nel capolavoro Romeo e Giulietta (1940) di Sergej Prokof’ev, coreografato da Leonid Lavrovskij (nella foto a sinistra). 
Da lì, lungo gli anni del dopoguerra e del “disgelo” subentrato alla morte di Stalin, l’autore rintraccia percorsi e protagonisti della danza russa del secondo Novecento: dal fondamentale apporto di Jurij Grigorovič (nella foto  destra), per quasi un trentennio direttore del balletto del teatro Bol’šoj, alle tournées che in Occidente celebravano étoiles straordinarie come Galina Ulanova, Maja Pliseckaja, Ekaterina Maksimova e Vladimir Vasil’ev.
Ed è in Occidente che il racconto si conclude. In particolare a Parigi, città simbolo di quella caratteristica “migrazione” che sin dal primo Novecento vide molti talenti russi espatriare alla volta di nuove e più libere ribalte espressive. Nella Ville Lumière, il genio creativo di Sergej Djagilev, Vaclav Nižinskij, Michail Fokin e George Balanchine diede frutti di immenso valore e contribuì a diffondere nel mondo il mito del balletto russo.


Sergio Trombetta, già giornalista per la «Gazzetta del Popolo» e «Stampa Sera», è recensore e critico di danza per «La Stampa» e «Danza&Danza», e ha collaborato con «L’Espresso». Curatore dell’edizione italiana de I grandi danzatori russi di Gennady Smakov (Gremese), ha scritto due biografie dedicate a Vaclav Nižinskij e a Rudolf Nureyev.

giovedì 20 febbraio 2025

Die schöne Müllerin per l'Associazione Karl Jenkins col duo Spina/Pierini

 
I Concerti di Campagna
Monte Compatri (RM), Italia
Palazzo Annibaldeschi
23 febbraio 2025, ore 18:30

Franz Schubert
Die schöne Müllerin D 79 op. 25
Federico Spina, tenore
Simone Pierini, pianoforte Erard (Parigi 1847)


Die schöne Müllerin (La bella mugnaia) è un ciclo di venti lieder composti da Franz Schubert nel 1823 sui testi di Wilhelm Müller, poeta romantico minore, che aveva composto un omonimo ciclo di poesie. Di soli tre anni più vecchio di Schubert, morirà anch'egli in giovane età.
Il ciclo narra la storia di un giovane mugnaio che lascia la propria casa e, incamminandosi lungo la via indicata dal ruscello, arriva in un altro mulino. La bellezza del posto e l'amore che prova per una giovane e bella mugnaia lo trattiene in quel luogo. Il ragazzo mette in atto una serie di azioni spinto dai sentimenti che pervadono il suo animo e dal desiderio che questi vengano ricambiati dalla bella mugnaia. Quando finalmente questo avviene, spunta inaspettatamente un terzo incomodo, un cacciatore, che conquisterà facilmente il cuore della sua amata. La tristezza per il perduto amore non permetterà al giovane di sopravvivere e il desiderio di morte sarà cantato dallo stesso ruscello.
Il protagonista assoluto dei lieder è il giovane mugnaio; quanto narrato è visto attraverso le sue parole e i suoi sentimenti. Tuttavia l'elemento essenziale della poetica è l'acqua che scorre, parla, canta.
Le poesie sono piene di sfumature e molto delicate. Schubert ne ha colto completamente lo spirito. La parte musicale integra ed arricchisce la parte poetica. (da Wikipedia)

Die schöne Müllerin
La bella mugnaia
Wilhelm Müller – Franz Schubert
1. Das Wandern/Partire
2. Wohin?/Dove andiamo?
3. Halt!/Ferma!
4. Danksagung an den Bach/Ringraziamento al ruscello
5. Am Feierabend/Dopo il lavoro
6. Der Neugierige/La domanda
7. Ungeduld/Impazienza
8. Morgengruß/Mattinata
9. Des Müllers Blumen/I fiori del mugnaio
10. Tränenregen/Pioggia di lacrime

da “Moments Musicaux” D780:
N°4 Moderato

11. Mein!/Mia!
12. Pause/Pausa
13. Mit dem grünen Lautenbande/Col nastro verde del
liuto
14. Der Jäger/Il cacciatore
15. Eifersucht und Stolz/Gelosia e orgoglio
16. Die liebe Farbe/Il colore buono
17. Die böse Farbe/Il colore cattivo
18. Trockne Blumen/Fiori secchi
19. Der Müller und der Bach/Il mugnaio e il ruscello
20. Des Baches Wiegenlied/Ninnananna del ruscello
 

Federico Spina, allievo di Daniela Ciliberti (Roma). Laboratori teatrali con Svetlana Kevral, Federica Santoro, Andrea Trapani (Roma). Ha studiato interpretazione del Lied con Eric Schneider (Berlino). Ha studiato inoltre con Christoph Prégardien, Henriette Meyer- avenstein e Hilko Dumno (Francoforte), Roberto Lorenzetti (Roma), Jonathan Alder, Walewein Witten, Markus Zugehör, Tomoko Okada (Berlino), Vincent Minazzoli (Parigi), Louise Sibourd, Sascha El Mouissi, Jean-Bernard Matter (Vienna), Peter Bortfeldt (Bonn). Corsi sulla musica barocca con Jill Feldman (Firenze), Max van Egmond (Vila Real – Portogallo), Furio Zanasi, Paolo Pandolfo (Latina). Attivo soprattutto nella musica da camera, vive a Roma, canta in duo con la pianista Louise Sibourd (Vienna), col pianista Vladimir Tropp (Berlino), Daniel Popov (Berlino), e molti altri. Membro dell’ensemble Arthea (Roma) dedito alla musica del XVII e XVIII secolo con strumenti originali. Ha lavorato con diversi gruppi da camera, fra cui l’ensemble barocco Nolens Volens (Tivoli), e l’ensemble Recitar cantando, diretto da Fausto Razzi, nell’esecuzione di musica italiana del primo Seicento e di musica dello stesso Razzi. Collaborazioni teatrali con Svetlana Kevral e Patrizia Punzo.


Considerato dall’emittente radiofonica Classic FM come uno dei trenta musicisti under 30 più importanti per l’anno 2024, Simone El Oufir Pierini si esibisce versatilmente sia al clavicembalo che al fortepiano. La sua discografia, per le etichette Brilliant Classics e Da Vinci Classics, include opere di autori quali H. de Montgeroult, F. Mendelssohn, J. B. Cramer, L. Cherubini al fortepiano, nonché l’integrale delle opere per cembalo e organo di A. Tinazzoli, e le sue incisioni sono state trasmesse presso emittenti radiofoniche quali Rai Radio 3, Radio Classica, Ö1 (Radio nazionale austriaca), Radio Vaticana, SRF 2 Kultur (Svizzera), IMER (Messico).
Simone Pierini si esibisce regolarmente in pubblico in qualità di clavicembalista solista e continuista, per istituzioni, orchestre e ensemble quali Associazione Musicale Karl Jenkins, Roma Festival Barocco, Roma Sinfonietta, Associazione Musicale Muzio Clementi, Contrasto Armonico, Musica Antiqua Latina, Orchestra Barocca dei Conservatori Italiani, Progetto Syntagma, Reate Festival: presso quest’ultimo ha presentato l’esecuzione integrale della Musicalisches Opfer BWV 1079 di J. S. Bach, concertando e dirigendo un ensemble di studenti del Conservatorio de L’Aquila.
Nato a Roma nel 1996, Simone El Oufir Pierini intraprende lo studio del pianoforte all’età di otto anni. A diciotto anni si diploma in Pianoforte presso il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma con il massimo dei voti, lode e menzione d’onore. Intraprende successivamente lo studio della prassi pianistica storicamente informata, prendendo parte a corsi e masterclass tenuti da A. Lubimov, A. Staier, G. Bonino, T. Koch, S. Fiuzzi, esibendosi pubblicamente in qualità di fortepianista solista e in formazioni da camera. Consegue la laurea magistrale in Musicologia nel 2022 con il massimo dei voti e la lode presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, con una tesi sulla transizione tra clavicembalo e fortepiano nella letteratura coeva. Approfondisce, infine, lo studio del clavicembalo con A. Coen, G. Togni, E. Baiano, prendendo parte a masterclass di A. Buccarella, D. Pozzi. Attivo anche nella musica contemporanea, ha eseguito composizioni scritte appositamente per fortepiano di Riccardo Perugini (1996*). È membro dell’ensemble Cappella Musicale Enrico Stuart, con cui si esibisce in qualità di continuista al cembalo e organo. Nel 2021 è risultato finalista e vincitore di menzione speciale per la categoria di Musica Antica del XV Premio Nazionale delle Arti, indetto dal MIUR. Si è esibito pubblicamente, oltre che in Italia, in UK, Germania, Cina, Canada, Polonia.


Ristori Baroque Festival, terza edizione | Dal 1° al 15 marzo 2025 a Verona

 

Il barocco secondo tradizione e il barocco che non ti aspetti. Il Ristori Baroque Festival tornerà ad animare Verona dal 1 al 15 marzo con appuntamenti a teatro, nel suggestivo Spazio di San Pietro in Monastero e attraverso eventi “off”. Otto imperdibili concerti con i protagonisti internazionali e gli astri nascenti del genere d’arte più moderno e ricco di energia. Cresce l’attesa per l’arrivo di Fabio Biondi, l’Amsterdam Baroque Orchestra diretta dal leggendario Ton Koopman, Acqua in musica e il barocco trasposto in danza, con la musica interpretata dal vivo da I Virtuosi Italiani, nella prima nazionale de Le altre quattro stagioni firmata da Michele Merola ed Enrico Morelli. La terza edizione del Festival vedrà in programma anche sorprendenti contaminazioni, incontri con gli artisti, visite guidate per la città e laboratori per bambini.


RBF2025 | I PROTAGONISTI E LE DATE DELLA TERZA EDIZIONE
- Il Ristori Baroque Festival aprirà sabato 1° marzo con il violinista di fama internazionale Fabio Biondi, nonché fondatore dell’ensemble Europa Galante. Assieme alla sua orchestra, Biondi proporrà una delle opere più iconiche del repertorio barocco, Le quattro stagioni di Antonio Vivaldi. La sua rivoluzionaria interpretazione promette di incantare il pubblico, restituendo la freschezza e l’energia originale di capolavori eterni. Si proseguirà il 4 marzo con il clavicembalista Nicolò Pellizzari, che nell’esclusivo Spazio di San Pietro in Monastero, esplorerà il confronto tra due grandi dinastie musicali, i Bach e i Couperin. Il 6 marzo, la Compagnia di danza MMCDC offrirà una performance multidisciplinare intitolata Le passioni umane: dialogo tra arti che promette di stupire e coinvolgere. Una ricomposizione estremamente originale e coinvolgente del repertorio vivaldiano realizzata da Max Richter, il compositore vivente più eseguito al mondo, e coreografata a quattro mani da Michele Merola ed Enrico Morelli con la musica suonata dal vivo. Una nuova versione che fa di questo spettacolo una prima nazionale. Il 7 marzo sarà la volta dell’Ensemble L’Astréecon Francesco D’Orazio e Sandro Cappelletto in Follie e Battaglie, esplorazione musicale tra gli echi della guerra e le follie della creatività. Il 9 marzo, un evento per famiglie sarà animato dall'Atelier Elisabetta Garilli per un pubblico di tutte le età. Uno degli appuntamenti più attesi del festival (fuori abbonamento) è quello del 13 marzo, quando l’Amsterdam Baroque Orchestra diretta dal leggendario Ton Koopman, eseguirà i celebri Concerti brandeburghesi di Johann Sebastian Bach. Koopman è considerato uno dei più grandi interpreti viventi della musica barocca. Il giorno successivo, il 14 marzo, vedrà protagonista il giovane talento Nicola Benetti in Europa Vagante, viaggio di tre grandi come Bach, Telemann e Händel accomunati non solo da un imponente personalità musicale, bensì da un legame personale. La chiusura del festival, il 15 marzo, sarà affidata a I Virtuosi Italiani con Acqua in musica, percorso musicale ispirato al tema dell’acqua: elemento simbolico e fonte di ispirazione per numerosi compositori barocchi.


RBF2025 | NON SOLO CONCERTI
- In continuità con le precedenti, anche la terza edizione non si fermerà al palcoscenico. Con il programma “off”, la musica barocca esce dal teatro per avvicinarsi alla città, trasformando luoghi inaspettati in spazi di incontro e scoperta. Appuntamenti sorprendenti pensati per un pubblico ampio e variegato, con l’intento di abbattere le barriere e avvicinare tutti al fascino di questa straordinaria epoca musicale. Il primo appuntamento fuori dai consueti spazi scenici sarà in occasione dell’inaugurazione del Ristori Baroque Festival (1° marzo ore 18:30) a Palazzo Canossa di Verona, luogo immerso nella storia progettato dall’architetto e urbanista Veronese, Michele Sanmicheli. Il direttore artistico del Teatro Ristori, M° Alberto Martini, sarà in dialogo con il violinista e direttore d'orchestra Fabio Biondi. Insieme ripercorreranno l’epoca musicale barocca, caratterizzata dallo stupore e dalla meraviglia, introducendo gli appuntamenti di questa edizione. Ingresso gratuito previa prenotazione su Eventbrite. Altro evento collaterale è in programma domenica 2 marzo con la Visita guidata dei luoghi barocchi della città di Verona. Partenza alle ore 10 dal Ristori per arrivare a Palazzo Carlotti attraverso affascinanti tappe intermedie. Prezzo unico a 10 euro in vendita online e presso la biglietteria del Teatro. Altro appuntamento da non perdere sarà l’Incontro con l’Artista (6 marzo, ore 19:30, foyer del teatro). Il coreografo Michele Merola approfondirà il processo creativo dietro lo spettacolo Le passioni umane, in scena la sera stessa. Un incontro che permetterà al pubblico di esplorare il legame tra musica barocca e danza contemporanea, scoprendo come le coreografie di Le altre quattro stagioni e Vivaldi Umane Passioni 2.0 trasformano le emozioni e i ritmi vivaldiani in movimento. Infine, torna il barocco anche per i più piccoli, consigliato a partire dai 5 anni, con I Dizionari fantastici delle Quattro Stagioni (9 marzo, ore 15:30) a cura dell’Atelier Elisabetta Garilli. Un laboratorio alla scoperta del magico mondo della musica con dizionari fantastici e alfabeti di note. A conclusione è previsto lo spettacolo Le Quattro Stagioni. Biglietto unico di 5 euro, spettacolo non incluso nel prezzo del laboratorio.


RBF2025 | TERZA EDIZIONE DAL TITOLO EVOCAZIONI
- Un omaggio alla potenza evocativa della musica barocca. In un viaggio tra il XVII e XVIII secolo, il Festival riscopre la capacità unica dei compositori di creare veri e propri 'discorsi sonori', capaci di parlare direttamente all’animo umano. La musica diventa così una narrazione che si nutre di figure retoriche, esprimendo sentimenti ed emozioni in una dimensione senza tempo. Attraverso programmi di grande raffinatezza, interpretati da artisti di fama internazionale, il linguaggio barocco si fa universale. Ogni serata è pensata per celebrare la connessione tra arte e pubblico, rivelando quanto la musica possa essere uno strumento potente di dialogo tra epoche, stili ed emozioni. Nel programma della terza edizione Le Quattro Stagioni, brano più che mai evocativo del succedersi del tempo; La Follia, le passioni umane con l’inquietudine, il sospetto e la stravaganza dell’animo. Poi la musica dedicata all’Acqua, che è vita, madre da cui è stata generata la vita. Musica e acqua sono simili, sono parti creative del mondo e si fondono in un unico movimento.

La manifestazione è sostenuta da importanti partner della città di Verona: Bendinelli Concessionaria, Distributori Al Risparmio, Gruppo Flover, Lavarini Frutta, Spazio Visibile pubblicità e Verona Volley.

nelle foto, dall'alto in basso: Fabio Biondi (foto di James Rajotte), Ton Koopman, coreografia su Vivadi di Michele Merola (foto di Riccardo Panozzo), ensemble Astreè

“TUTTO STRAUSS” PER MARC ALBRECHT E MARIE-ANGE NGUCI CON L’ORCHESTRA RAI

 


Tornano ospiti della stagione dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai il direttore d’orchestra tedesco Marc Albrecht (nella foto in alto di Marco Borggreve) e la pianista franco-albanese Marie-Ange Nguci, protagonisti del concerto in programma all’Auditorium Rai “Arturo Toscanini” di Torino giovedì 20 febbraio alle 20.30. Replica venerdì 21 febbraio alle 20 anche il live streaming sul portale di Rai Cultura.
Già Direttore principale dell’Opera Nazionale Olandese di Amsterdam e delle Orchestre Filarmoniche e da camera Olandesi, già Direttore Musicale dello Staatstheater di Darmstadt e Direttore Artistico e Direttore Principale dell’Orchestre Philharmonique di Strasburgo, Albrecht è particolarmente apprezzato nel repertorio tardo romantico tedesco-austriaco, da Wagner e Strauss a Zemlinsky, Schreker e Korngold. Vincitore agli International Opera Awards 2019 come Miglior direttore, estende abitualmente la sua attività fino alla musica contemporanea. 


Per il suo ritorno sul podio dell’Orchestra Rai sceglie un programma interamente dedicato a Richard Strauss. In apertura la Burleske in re minore per pianoforte e orchestra, scritta dal compositore tedesco a soli 21 anni. Il brano, dedicato al virtuoso e amico Eugène d’Albert, fu eseguito per la prima volta allo Stadttheater di Eisenach nel 1890, con l’autore stesso sul podio e d’Albert al pianoforte. A interpretarla è chiamata Marie-Ange Nguci (nella foto in alto di Caroline Doutre), che ha debuttato con la compagine Rai nel febbraio 2023 ed è stata ospite l’ultima volta a febbraio 2024. Nguci ha suonato in sale come il Musikverein di Vienna, il Concertgebouw di Amsterdam, la Suntory Hall di Tokyo, la Tonhalle di Zurigo, ma anche all’Opera House di Sydney e di Oslo, e in festival come quelli di La Roque d’Anthéron e di La Grange de Meslay.
Nella seconda parte della serata è in programma la Symphonia domestica, op. 53, sempre di Strauss. Composta tra la primavera del 1902 e il 31 dicembre del 1903, segue il gruppo dei poemi sinfonici che vedono la luce nel decennio 1878-1898, e precede i grandi successi del teatro musicale, inaugurati nel 1905 da Salome. In quel periodo la vita familiare del compositore si era fatta più serena, e rappresentava per lui una sorta di rifugio dagli impegni mondani che il raggiunto successo professionale comportava. La dimensione domestica era incentrata sulla figura del figlio Franz, soprannominato Bubi, che aveva sei anni, e su quella della moglie Pauline. Il ritratto musicale di questa serenità casalinga esprime però anche aspetti ironici e autoironici di Strauss, attraverso un consapevole gusto per l’esagerazione, incarnato da un’orchestra di dimensioni mastodontiche.   

RAVENNA, TRE CLASSICI DEL NOVECENTO PER LA COMPAGNIA ZAPPALÀ DANZA

 

L’après-midi d’un faune, il Boléro e Le Sacre du printemps: tre classici che hanno segnato il percorso coreografico e musicale del Novecento; tre composizioni “sacre” per il coreografo Roberto Zappalà, che le affronta nella sua Trilogia dell’estasi in scena al Teatro Alighieri di Ravenna per la Stagione Danza 2025. Sabato 22 febbraio alle 20.30 e domenica 23 alle 15.30, la Compagnia Zappalà Danza trasfigura i capolavori di Debussy, Ravel e Stravinskij in un unico set scenico, passando per l’esclusione, il corteggiamento e l’erotismo del Faune, l’inclusione, il vizio e la lussuria del Boléro e infine la persecuzione e il sacrificio nel Sacre. 


Lungo la drammaturgia di Nello Calabrò e con Fernando Roldán Ferrer assistente alle coreografie, Zappalà  – che cura anche regia, scene e luci e i costumi in collaborazione con Veronica Cornacchini – affronta la sfida di trovare un nuovo immaginario che non neghi il passato né lo modernizzi a tutti i costi; l’orizzonte è, piuttosto, la possibilità di personalizzare un mondo che già possiede un immenso potere evocativo. Lo spettacolo conclude il percorso danza al Teatro Alighieri, ma la Stagione continua alle Artificerie Almagià il 13 marzo e il 15 aprile con gli appuntamenti fuori abbonamento di Impromptus: arie, danze e improvvisazioni, un progetto di improvvisazioni in musica e danza in anteprima a Ravenna e concepito in collaborazione con il Centro Coreografico Nazionale/Aterballetto.
 

Le tre creazioni proposte da questa Trilogia dell’estasi, ora in tournée dopo il debutto al Maggio Musicale Fiorentino, hanno per denominatore comune non solo il linguaggio di Zappalà ma anche il dispositivo scenico che di volta in volta limita, amplifica e modifica la performance. Per esempio, nel primo tassello del trittico, L’après midi d’un faune di Debussy è danzato in uno spazio ristretto e confinante e la scena si apre con un fauno che si specchia in una sezione di luce. Nel Bolèro è invece esplicito il riferimento-omaggio a Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick, con un crescendo di movimenti rotatori supportato dall’ossessività della melodia di Ravel e dal sapore fortemente esoterico. Il Sacre non può che essere una dionisiaca esplosione di movimenti e convulsioni. Tra bizzarre maschere, coloratissimi costumi e inserti techno, protagoniste rimangono le relazioni umane, di volta in volta negate o esaltate in una riflessione coreografica sulle derive della società contemporanea.
 

Da oltre trent’anni Roberto Zappalà racconta, come nessun altro, un Sud vivo e vibrante insieme alla sua Compagnia, che ha fondato nel 1990 a Catania. Diverse le collaborazioni con altre compagnie, tra queste Balletto di Toscana, la Scuola di Ballo del Teatro alla Scala di Milano, Norrdans, ArtEZ Arnhem, la Fondazione Theaterwerkplaats Generale Oost, Göteborg Ballet/Opera di Göteborg. Nel 2011 ha realizzato le coreografie della cerimonia di apertura dei Mondiali di scherma. Nel 2016 ha curato il progetto Parata Urbana per Torinodanza e il Défilée della Biennale di Lione. Il suo stile coreografico, dopo anni di ricerca condivisa con i suoi danzatori, è divenuto un linguaggio con una sua ben definita e singolare identità denominato MoDem, Movimento Democratico. Tra i diversi premi assegnati, nel 2013 riceve il Premio dell’Associazione Nazionale Critici di Teatro e nel 2022 il Premio Hystrio “corpo a corpo”.
 

Scenario Pubblico/Compagnia Zappalà Danza è Centro di Rilevante Interesse nazionale per la Danza. Il riconoscimento a CRID arriva nel 2022 a coronamento della lunga storia della compagnia e del suo fondatore. Le attività includono la creazione di Scenario Pubblico, primo esempio in Italia di centro coreografico europeo che ha cambiato la percezione della danza nella città di Catania. La compagnia si distingue per la disponibilità di un repertorio ampio e articolato, frutto del lavoro sinergico del coreografo, del suo drammaturgo di riferimento Nello Calabrò e dei danzatori che negli anni hanno permesso la realizzazione di oltre ottanta produzioni ospitate da teatri e festival di rilievo internazionale.
 

Il primo appuntamento con Impromptus è invece giovedì 13 marzo, con Daniele Di Bonaventura al bandoneon e Alfredo Laviano alle percussioni; a danzare sono Roberto Tedesco e Gador Lago Benito. Martedì 15 aprile, saranno i violoncelli dell’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini a dialogare con i danzatori Leonardo Farina e Arianna Ganassi.



(le foto sono di Franziska Strauss)

34° Festival Milano Musica FRANCESCO FILIDEI - FIORI, TEMPO, RESPIRO

 

Fiori, tempo, respiro: il 34° Festival Milano Musica, incentrato sulla personalità artistica di Francesco Filidei, tra le più rilevanti e originali della sua generazione, è realizzato in collaborazione con il Teatro alla Scala, in occasione della prima assoluta della nuova opera di Filidei, Il nome della rosa, su libretto tratto dall’omonimo romanzo di Umberto Eco, commissionata e prodotta dal Teatro alla Scala e dall’Opéra National de Paris, in coproduzione con il Teatro Carlo Felice di Genova.
Due gli appuntamenti del Festival al Piermarini. L’inaugurazione, il giorno precedente alla prima dell’opera, con l’Ensemble Intercontemporain e l’Ensemble vocale Les Métaboles diretti da Léo Warynski (nella foto a sinistra), è interamente dedicata alla musica di Filidei, e in particolare incentrata sull’intenso Requiem per coro e strumenti del 2020, in prima italiana. Il successivo concerto dell’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai, diretta da Maxime Pascal, presenta il Cantico delle creature per soprano e orchestra di Filidei, con la voce di Anna Prohaska, dedicataria del brano, e due concerti per violino interpretati da Patricia Kopatchinskaja in prima esecuzione: Not alone we fly di Aureliano Cattaneo – co-commissione Theater und Philharmonie Essen GmbH, Orchestre National de Lille, Wiener Konzerthaus con ORF Radio-Symphonieorchester Wien, Milano Musica – e Tacet di Stefano Gervasoni – co-commissione Milano Musica, Sinfonieorchester Basel, WDR, Orchestre Philharmonique de Radio France.
I concerti all’Auditorium di Milano, in coproduzione con l’Orchestra Sinfonica di Milano, hanno al centro l’esecuzione in prima italiana del Concerto per viola di Filidei – co-commissione Bayerischer Rundfunk/musica viva e Milano Musica – con il violista Antoine Tamestit (nella foto a destra), sotto la direzione di Tito Ceccherini.
Il programma del Festival si apre naturalmente anche ad altre direzioni di ricerca e mette in costellazione il lavoro di Filidei con quello di autori del passato, più o meno recente, da Liszt a Debussy, Messiaen, Ligeti, Xenakis, oltre a Berio e Boulez, e del presente, con i quali l’artista è in dialogo.
Tra i contemporanei, sono presentati brani, spesso in prima italiana o in prima assoluta, di compositori e compositrici di differenti generazioni: da Georges Aperghis, Toshio Hosokawa e Salvatore Sciarrino a Stefano Gervasoni, Rebecca Saunders e Jean-Luc Hervé, ai coetanei (o quasi) Aureliano Cattaneo, Francesca Verunelli, Mauro Lanza, Noriko Baba, Daniela Terranova, Silvia Borzelli, Marco Momi e Vito Žuraj, ai più giovani Milica Djordjevic, Daniele Ghisi, Claudia Jane Scroccaro, Clara Iannotta e Mikel Urquiza.
Il Quartetto Prometeo, con Notturno sulle corde vuote di Filidei accostato al Notturno di Berio, il Trio Catch e il trio composto da Nurit Stark al violino, Francesco Dillon al violoncello ed Emanuele Torquati al pianoforte sono protagonisti al Ridotto dei Palchi del Teatro alla Scala.
Torna il flautista Matteo Cesari, con la partecipazione di Andrea Biagini, nella Chiesa di Sant’Angelo, con la prima assoluta della nuova versione del volume III dell’Opera per flauto di Sciarrino.
Debutta al Festival l’ensemble Opificio Sonoro, diretto da Marco Momi (nella foto a sinistra), in due concerti al Teatro Arsenale, con gli otto sketch in un atto de L’Opera (forse), contraltare ironico alla prima scaligera, con Federico Maria Sardelli voce recitante, e un ampio repertorio di autori contemporanei.
Per festeggiare i cent’anni dalla nascita, il Festival propone un omaggio a Berio con tutte le sue esperienze elettroniche a cura di Tempo Reale, con la regia del suono di Francesco Giomi e Francesco Canavese, mentre l’Ircam di Parigi e i solisti dell’Ensemble Intercontemporain sono protagonisti del concerto dedicato a Boulez, al Teatro Elfo Puccini. Dai due grandi maestri alla musica elettronica ed elettroacustica di oggi: in Pirelli HangarBicocca, un recital del contrabbassista Florentin Ginot (nella foto a destra), con prime esecuzioni di Iannotta, Filidei e Scroccaro, è preceduto dalla prima assoluta del brano di musica elettronica In the Dust of this planet di Lanza, co-commissionato da Ircam-Centre Pompidou, Milano Musica, WDR.
Per la prima volta dal 2018, Filidei torna a esibirsi all’organo in un recital con opere di Berio, Liszt e Xenakis nella Chiesa di Sant’Angelo e successivamente in San Simpliciano con Les Cris de Paris diretti da Geoffroy Jourdain, con la prima italiana di VicentinoOo per ensemble vocale e due arpe di Francesca Verunelli. L’organo è protagonista nuovamente in Sant’Angelo con il recital di Hampus Lindwall e nel concerto di Angela Metzger (nella foto a sinistra) con l’Ensemble del Conservatorio G. Verdi di Milano, a seguito di un lavoro di studio con lo stesso compositore e con alcuni solisti dell’Ensemble Intercontemporain.
L’installazione per voce ed elettronica di Jean-Luc Hervé, Éloge de la plante, dopo il successo del 2024, viene replicata all’Orto Botanico di Brera, con il soprano Jeanne Crousaud (nella foto a destra), anche interprete, insieme al musicologo in scena Marco Lenzi, della prima esecuzione assoluta dell’integrale del Primo libro delle Proesie di Filidei su testi di Federico Maria Sardelli al Teatro Gerolamo.
In anteprima a Palazzo Invernizzi e all’Institut français Milano, sono proposte le proiezioni dei due precedenti titoli operistici di Filidei: Giordano Bruno del 2014 e L’inondation del 2018, entrambe precedute da una conversazione con il compositore. Al MEET Digital Culture Center sono programmate le due proiezioni di Inferno, film muto del 1911 di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe De Liguoro, con la colonna sonora performativa di Edison Studio, nel segno della “contemporaneità” tra la Commedia dantesca e Il nome del- la rosa ambientato nel 1327.
Tra i vari momenti di incontro con il compositore, dal Conservatorio di Milano a Palazzo Invernizzi, la Giornata di Studi alla Biblioteca Braidense, curata da Ingrid Pustijanac, propone spunti di riflessione sull’ampio catalogo presentato in questo Festival: dal repertorio da camera ai brani per ensemble strumentale e vocale, dalle partiture grafiche per pianoforte del 1995-1996 al teatro musicale e ai più ampi lavori sinfonici degli anni recenti.


Un palco... all'operetta!

 

Sabato 22 febbraio 2025 (ore 19.30) ancora musica lirica sul palco del Teatro “Don Orione” di Arnesano (Le) per la VII Stagione Concertistica di Opera Prima. Sarà la volta di Un palco…all’operetta, con il tenore Carlo Monopoli, il soprano Raffaella Montini e Ippolito Ventura al pianoforte.
Ma cos'è l'Operetta? In principio era considerata la parodia dell'Opera, quasi una figlia "traviata". Quella figlia maliziosa e dissacrante del teatro musicale. Ma poi via via ha cambiato forma e aspetto, passando dal musical fino alla commedia musicale dividendo i suoi spartiti tra il romantico e il motivetto leggero.
Il prossimo 22 febbraio sarà l’occasione per immergersi in questo mondo romantico e divertente, leggero e dissacrante, viaggiando tra musiche tratte da operette di Kálmán, Abraham, Lombardo, Ranzato, Lehár e Costa.

L’Orchestra dell’ISA domani a Città Sant’Angelo e sabato all’Aquila con il flautista Alberto Navarra

 

Sarà Alberto Navarra, talentuoso flautista acclamato per la brillantezza tecnica e la presenza magnetica sul palcoscenico, il solista ospite dell’Orchestra dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese per i concerti del fine settimana a Città Sant’Angelo (Teatro Comunale) venerdì 21 febbraio alle 21.00 per la e a L’Aquila (Ridotto del Teatro Comunale “V. Antonellini”) sabato 22 febbraio alle ore 18.00 per la cinquantesima stagione dei concerti dell’ISA. Torna sul podio Ernesto Colombo (nella foto in alto), fra i direttori più interessanti della sua generazione, curriculum di grande prestigio e una fitta agenda per i prossimi mesi alla guida di realtà orchestrali italiane di grande importanza.
Il concerto di domani a Città Sant’Angelo è uno degli appuntamenti di punta dell’edizione 2024-2025 del Città Sant’Angelo Music Festival diretto da Alessandro Mazzocchetti che afferma: “La collaborazione con l’Istituzione Sinfonica Abruzzese si rinnova anche quest’anno, confermandosi un elemento centrale e di grande valore all’interno del nostro cartellone. Dal 2019, è diventata una presenza costante nella nostra programmazione, che il pubblico del nostro teatro aspetta. Per questo sono particolarmente felice di poter proseguire anche quest’anno questa collaborazione, che ci permette di offrire al pubblico l’eccellenza dell’orchestra e di poter portare nel nostro teatro dei grandi solisti come quelli di questo anno il maestro Navarra al flauto e il maestro Meloni al clarinetto nel mese di marzo”.
 
Il programma dei due concerti si apre con l’ouverture del Così fan tutte di Wolfgang Amadeus Mozart, pagina che contiene quella qualità raffinata che caratterizza tutta l’opera, dove eleganza e humor si fondono al patetismo in una sintesi perfetta. Nel primo tempo il pubblico potrà apprezzare le qualità di Alberto Navarra (nella foto a destra) nel Concerto per flauto e orchestra di Jacques Ibert, incantevole brano vivace, scintillante e audace, capace di esaltare la leggerezza del flauto, trascinando l’ascoltatore in un gioco di colori e ritmi moderni. Completa l’ascolto la Sinfonia n. 101 “L’orologio” di Franz Joseph Haydn, capolavoro di ingegno e sorpresa con il suo celebre ticchettio: un viaggio tra eleganza e ironia, in cui il tempo gioca con la musica in maniera magistrale.

 


Concerto di solidarietà dei Solisti dell'Accademia del Carlo Felice e dell'ensemble di Percussioni del Liceo Pertini di Genova

 

Concerto per un sorriso
Domenica 23 febbraio 2025, ore 17.00
Teatro Auditorium Eugenio Montale
 
Domenica 23 febbraio alle ore 17.00 presso l’Auditorium Eugenio Montale del Teatro Carlo Felice di Genova, l’Associazione Golfini Rossi Onlus e la Residenza Universitaria Capodifaro, in collaborazione con l’Opera Carlo Felice, presenteranno il Progetto di raccolta fondi per la Comunità Mvimwa in Tanzania. Per tale occasione è previsto un concerto di straordinario valore con i Solisti dell’Accademia di Alto Perfezionamento dell’Opera Carlo Felice, diretta da Francesco Meli, e l’Ensemble di Percussioni del Liceo Musicale Sandro Pertini di Genova.  Al termine dell’esecuzione musicale, un momento conviviale con assaggio di olio e vino offerto dall’Azienda Agricola Pierluigi Pace.
 
Ingresso libero fino ad esaurimento posti.

Gospel, spiritual e song di protesta dagli USA nel concerto del Coro Gospel di Roma Tor Vergata

 

Mercoledì 26 febbraio 2025 alle 18.00 riprendono i concerti di Roma Sinfonietta presso l’Auditorium “Ennio Morricone” dell’Università di Roma “Tor Vergata” (Macroarea di Lettere e Filosofia, via Columbia 1). Protagonisti di questo saranno il gospel, gli spirituals e altre forme di canto religioso nate in America ma anche celebri canzoni di protesta degli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso.  Ad interpretarli sarà il Coro Gospel di Roma Tor Vergata, nato nel 2018 per un’iniziativa di Giorgio Adamo e Alberto Annarilli (che ne è il direttore) e diventato subito parte integrante delle attività del Laboratorio di Musica Jazz e del dipartimento di Storia, Patrimonio culturale, Formazione e Società dell’Università “Tor Vergata”. Questo Coro, diretto da Alberto Annarilli, si è esibito in occasioni ufficiali dell’Ateneo, in vari eventi culturali e in concerti organizzati da altre università, ambasciate, associazioni culturali. Dal 2024 è gemellato con il Sidney Sussex Choir del Sidney Sussex College dell’Università di Cambridge.
Il programma del concerto è imperniato sullo spiritual afro-americano, sul gospel tradizionale e contemporaneo e sul christian pop, un genere di canto religioso sviluppatosi negli Usa a partire dagli anni Sessanta-Settanta e che innesta la musica folk, pop e rock su una base derivata dal gospel e che ha raggiunto una grande popolarità (anche al di fuori degli Usa) nei decenni successivi. Ma si ascolteranno anche alcune celebri song legati ai movimenti civili statunitensi degli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento, come We shall overcome, cantato durante le manifestazioni del movimento per i diritti civili degli afro-americani e Blowin’ in the wind di Bob Dylan. Gli arrangiamenti di alcuni di questi canti sono dello stesso direttore Alberto Amarilli.

Il programma
1. Deep river (african-american spiritual)
2. My Lord what a morning (african-american spiritual)
3. We shall overcome (african-american spiritual, testo utilizzato durante il Civil Rights Movement negli anni ’50 e ’60)
4. Shout to the Lord (musica e testo di Darlene Zschech, brano contemporaneo di Christian Pop)
5. Across the lands (musica di Stuart Townend, testo di Keith Getty, brano contemporaneo di Christian Pop)
6. Many and Great (musica e testo di Ricky Manalo, arrangiamento per coro di Alberto Annarilli, brano del repertorio ecumenico internazionale)
7. Abide with me (musica di William H. Monk, testo di Henry F. Lyte, 1847)
8. Go down, Moses (african-american spiritual)
9. Keep your eyes on the prize (african-american spiritual)
10. Ain’t gonna let nobody (canzone di protesta degli anni’60)
11. Go tell it on the mountain (african-american spiritual)
12. Bless the Lord (musica e testo di Andraé Crouch, Traditional Gospel)
13. In the beauty of holiness (musica e testo di Nettie L. Sawyer Lester, arrangiamento di Stephen Key, Traditional Gospel)
14. Lord, I know I’ve been changed (african-american spiritual, arrangiamento di Alberto Annarilli)
15. Total Praise (musica e testo di Richard Smallwood, Contemporary Gospel)
16. Blowin’ in the wind (musica e testo di Bob Dylan)
Psalm 34 (Contemporary Gospel)

Alberto Annarilli è assegnista di ricerca in Etnomusicologia e direttore del Coro Gospel di Ateneo presso l’Università degli Studi di Roma Tor Vergata, dove ha conseguito nel 2024 il dottorato di ricerca. Collabora con diversi enti e istituzioni italiane ed è parte di commissioni e study group nazionali e internazionali. I suoi campi di ricerca vertono sul rapporto tra musica e liturgia nelle chiese del protestantesimo storico in Italia nelle comunità internazionali, sulla storia e la prassi esecutiva della musica protestante nelle comunità evangeliche attraverso studi etnografici, i peace studies e i congregational music studies. Ha pubblicato diversi saggi in Italia e all’estero su questioni storiografiche, etnografiche e di analisi musicale, partecipando a numerosi convegni e giornate di studio.
All’attività accademica ha da sempre affiancato quella musicale: dopo la formazione dedicata al pianoforte e al canto, nel 2016 fonda ad Albano Laziale il Coro Voices of Grace, gruppo vocale con il quale ha partecipato a diverse attività concertistiche e di divulgazione del repertorio africano- americano (Rai2, Rai3, Radio1). Nel 2018 ha fondato, assieme al professor Giorgio Adamo, il Coro Gospel dell’università di Roma Tor Vergata, con il quale mantiene attivo un laboratorio corale aperto a tutti gli studenti e le studentesse dell’Ateneo, affinché si possa coniugare l’attività performativa con quella didattica (anche in un’ottica di inclusione e benessere, con servizi andati in onda su Rai2 e Rai3). Nel 2019 è stato chiamato come maestro del coro e direttore artistico dell’Associazione Musicale Luigi Antonio Sabbatini (fondata nel 1976), proseguendo un lavoro di quasi mezzo secolo sulla riscoperta e la valorizzazione del repertorio corale sacro in Italia dal Cinquecento agli inizi dell’Ottocento. Dal 2020 è tesoriere e membro del Consiglio Direttivo della Fondazione Italiana per la Musica Antica (Festival Internazionale di Musica Antica di Urbino). Come direttore artistico è responsabile delle seguenti rassegne concertistiche e di divulgazione musicale: Musica&Dintorni. Incontri d’autunno (Albano Laziale); Festa della Musica (Albano Laziale); Risuonar tra antiche mura (Albano Laziale); Albano Barocco Festival (Albano Laziale); Note di Luce. Concerti d’Avvento (Palermo, Grottaferrata, Firenze, Torino); Martin Luther King. Una storia americana (con Paolo Naso, Italia e Svizzera); Migrante Espiatorio. Dai bastimenti ai corridoi umanitari (con Paolo Naso, Italia).
 

Maggio Fiorentino: concerto sinfonico diretto da Bertie Baigent, 22 febbraio 2025. In programma le musiche di Dukas, Ravel e Mozart. Solista al pianoforte Cédric Tiberghien.

 
Ad appena ventiquattr’ore di distanza dal recital di Anna Netrebko un altro appuntamento nel calendario invernale del Maggio.  Sabato 22 febbraio 2025 alle ore 20 il concerto diretto dal maestro Bertie Baigent (nella foto a destra), che debutta non solo sul podio della Sala Grande alla testa dell’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino ma anche alla guida di una compagine italiana.
Il maestro Baigent ha attirato l'attenzione su di sé come vincitore del Classical Prize e Symphonic Prize al “Concorso Internazionale di Rotterdam” del 2022. Da allora ha avuto inizio la carriera internazionale guidando la London Philharmonic Orchestra, la Detroit Symphony Orchestra, la CBSO e la Royal Scottish National Orchestra. Attivo anche sul palcoscenico operistico, Baigent è co-fondatore e direttore musicale del “Waterperry Opera Festival” dove ha diretto numerose produzioni tra cui L'elisir d'amore di Donizetti, Carmen di Bizet e Il giro di vite di Britten.
In cartellone un interessante e brioso programma che viaggia attraverso un secolo e mezzo di grande musica: in apertura L’apprenti sorcier (L’apprendista stregone), il celeberrimo scherzo sinfonico di Paul Dukas, trasposizione musicale dell'omonima ballata di Johann Wolfgang von Goethe scritta esattamente cento anni prima.
Seguono due composizioni di Maurice Ravel: il Concerto in re maggiore per pianoforte e orchestra “per la mano sinistra”, commissionato a Ravel dal pianista austriaco Paul Wittgenstein il quale - durante il primo conflitto mondiale - rimase mutilato del braccio destro, e Pavane pour une infante défunte. Quest’ultimo lavoro fu scritto dal musicista francese appena ventiquattrenne, quando era ancora uno studente presso il Conservatorio di Parigi, e fu pensato come omaggio alla Principessa di Polignac. 
Al pianoforte nel corso dell’esecuzione del Concerto in re maggiore di Ravel Cédric Tiberghien (nella foto a sinistra), anche lui al suo debutto sul palco del Maggio.  Interprete apprezzato per la sua versatilità, come dimostra il suo vasto repertorio, ha collaborato con alcune delle più importanti orchestre del panorama internazionale, fra cui i Berliner Philharmoniker, la London Philharmonic Orchestra, la San Francisco Symphony, l'Orchestre National de Lyon e la Tokyo Philharmonic Orchestra. Ha inoltre all’attivo un’importante carriera come musicista da camera e ha ricevuto cinque Diapason d'Or, ambito premio conferito dai critici della rivista francese “Diapason” alle registrazioni di musica classica.
Chiude il concerto una delle più conosciute composizioni sinfoniche di Wolfgang Amadeus Mozart, la Sinfonia in do maggiore K. 425, nota anche come Linz: fu scritta nel 1783 ed è la seconda sinfonia scritta dal genio di Salisburgo in seguito al suo trasferimento a Vienna. Il nome deriva da quello della città austriaca di Linz, dove Mozart e sua moglie Constanze sostarono brevemente durante un loro viaggio.

Maggio Fiorentino: presentazione del volume "Il Maggio Musicale Fiorentino per Giacomo Puccini" - 21 febbraio 2025, foyer di galleria ore 17.30


Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, presentazione del volume
“Il Maggio Musicale Fiorentino per Giacomo Puccini. Un’antologia”
a cura di Manuel Rossi
(Edizioni Edifir, 2024)
21 febbraio 2025, foyer di galleria, alle 17.30  

Dopo Emanuele Luzzati (2022) e Franco Zeffirelli (2023), il Maggio Musicale Fiorentino celebra Giacomo Puccini dedicandogli un volume in cui sono raccolti e narrati dieci degli spettacoli che hanno segnato la storia del Maggio a partire dalla celeberrima Turandot con le scene e i costumi di Umberto Brunelleschi, sino a un’altra «Principessa di gelo»: quella, certamente non meno celebrata, messa in scena nel 1997 da Zhang Yimou e nuovamente ripresa, con uguale successo, ancora nell’86° Maggio Musicale, l’ultima edizione del Festival in ordine di tempo.
Una selezione per tentare una narrazione della fortuna dell’opera di Giacomo Puccini lungo il Novecento, attraverso quegli spettacoli che hanno maggiormente segnato la storia del Maggio Musicale, in un rapporto non scontato ma imprescindibile, come dimostrano gli oltre 170 allestimenti fiorentini di titoli pucciniani, con un risultato superato solo dal maestro e gigante di sempre – Giuseppe Verdi.
Ecco che, al netto dei numeri, la rilettura dell’opera pucciniana trovò a Firenze uno dei suoi luoghi d’elezione, proprio a partire da quell’assunto che voleva il Festival come un luogo dedicato alla riscoperta dei grandi capolavori anche attraverso un rinnovato dialogo tra le arti visive e la musica. Ed è proprio seguendo questa lunga scia che nel grande mare magnum del Puccini al Maggio sono stati selezionati dieci allestimenti – fittamente ricostruiti e discussi attraverso i saggi di Maria Alberti, Daniele Galleni, Michele Girardi, Didier Pieri, Manuel Rossi e interviste a Pier Luigi Pizzi e Zubin Mehta – che sono sembrati particolarmente rilevanti per tratteggiare una storia dell’interpretazione pucciniana a Firenze, prendendo le mosse proprio dalla Turandot del riscatto di Umberto Brunelleschi (1940), per poi passare a quella messa in scena da Luigi Squarzina e Pier Luigi Pizzi nel 1971, giungere alla doppia Fanciulla del West – Malaparte/Soffici nel 1954 e Bussotti venti anni dopo – le pittoriche Madama Butterfly (1979) e Manon Lescaut (1985) allestite da Pier Luigi Samaritani, il “Trittico” cinematografico del 1983 per poi giungere al doppio punto di svolta rappresentato dalla Tosca «fascista» di Jonathan Miller (1986) seguita pochi anni dopo da Bohème (1994), anch’essa posposta nel tempo.
Una fitta rassegna che può fungere anche da cartina al tornasole per comprendere quanto lungo il Novecento sia mutata la percezione e la fruizione delle opere di Giacomo Puccini, in una più ampia e doverosa riabilitazione culturale e intellettuale che pare procedere parallelamente a quella critica e musicologica.

"I concerti di primavera" 2025 a Sassari - L'Ensemble Ellipsis lunedì 24 febbraio in sala Sassu


La grande musica da camera torna al Conservatorio di Sassari con “I concerti di primavera” dell’Associazione Ellipsis lunedì 24 febbraio alle 20,30. Nella sala Sassu del “Canepa” sarà di scena l’Ensemble Ellipsis, formato da Carlo Cesaraccio (oboe), Fortunato Casu e Alessandra Cocco (violini), Giovanni Nucciarelli (viola) e Fabrizio Meloni (violoncello), con un programma dedicato al quartetto d’archi e alle sue declinazioni nel corso dei secoli. “L’arte del Quartetto da Mozart a Britten” prevede infatti un programma che dal Settecento arriva fin quasi ai giorni nostri: saranno eseguiti il Quartetto per archi n. 4 in do maggiore K157 e il Quartetto per oboe e archi in fa maggiore KV370 di Wolfgang Amadeus Mozart, il Quartetto op. 1 n. 1 in si bemolle maggiore Hob-III:1 di Franz Joseph Haydn e il Phantasy Quartet op. 2 di Benjamin Britten.

Carlo Cesaraccio
 ha iniziato lo studio dell’oboe col padre, il docente Alberto Cesaraccio. Ha partecipato a numerosi concorsi internazionali e masterclass. Ha fatto parte della Junior Orchestra del Verbier Festival, in Svizzera, e dell’Orchestra Giovanile del Concertgebouw di Amsterdam. Negli anni accademici 2021-2022 e 2022-2023 ha studiato alla Musikhochschule “Robert Schumann” di Düsseldorf sotto la guida di Ralph van Daal ed è stato membro dell’Orchestra giovanile della Tonhalle della stessa città. È membro della Junge Deutsche Philarmonie dal 2025. 
Fortunato Casu
 ha collaborato con diverse orchestre nazionali ed internazionali, come l’Orchestra deII’Accademia della Filarmonica della Scala, Orchestre des Champs Elysées, Symphonica Toscanini, Orchestra Sinfonica di Bilbao, Orchestra Barocca della Mitteleuropa sotto la direzione di maestri di fama mondiale come Riccardo Muti, Giuseppe Sinopoli, Lorin Maazel. Attualmente ricopre il ruolo di spalla e violino solista nell’Orchestra da camera Ellipsis di Sassari. 
Alessandra Cocco
collabora con varie orchestre tra le quali Orchestra del Teatro Lirico di Cagliari, Orchestra Academia  della  Sardegna,  Duke  Orchestra  di  Beppe  Vessicchio,  Orchestra  da Camera Ellipsis, Luglio Musicale Trapanese sotto la guida di vari direttori tra cui Niksa Bareza, Stefano Ranzani,  Giorgio  Gaslini, Julian Kovatchev. 
Giovanni Nucciarelli
 diplomato in violino e in viola, ha svolto attività concertistica con varie orchestre sinfoniche e cameristiche, tra cui l’Orchestra Sinfonica del Conservatorio di Perugia, l’Orchestra Sinfonica della Rai di Roma, il gruppo strumentale “Archomelos” e l’orchestra “Symphonia Perusina”. È stato spalla dei quartetti d’archi “F. Morlacchi” e “Hubay”. 
Fabrizio Meloni
, diplomato in Violoncello al Conservatorio di Cagliari, ha suonato al Teatro Lirico della sua città per oltre 16 anni e in numerose formazioni cameristiche, anche come primo violoncello.

 “I concerti di primavera” sono patrocinati e godono del contributo del Ministero della Cultura, della Regione Sardegna, della Fondazione di Sardegna, del Comune di Sassari e dell’ERSU, Ente regionale per il diritto allo studio.

mercoledì 19 febbraio 2025

Palermo, per la FOSS Beethoven e Del Corno diretti da Marcin Nałęcz-Niesiołowski con Alessandro Taverna al pianoforte

 

Due capolavori di Beethoven e una novità per Palermo di Filippo Del Corno nel programma musicale dei prossimi concerti dell’Orchestra Sinfonica Siciliana diretta dal polacco Marcin Nałęcz-Niesiołowski (nella foto in alto), nell’ambito della 65a Stagione 2024/2025, venerdì 21 febbraio (ore 21) e sabato 22 febbraio (ore 17.30) al Politeama Garibaldi.
Ad apertura del concerto verrà eseguito, in prima esecuzione a Palermo, Maggese del compositore milanese Filippo Del Corno (nella foto a sinistra). Seguirà l’esecuzione del celebre pianista Alessandro Taverna, ospite delle maggiori istituzioni musicali di tutto il mondo, di un brano di straordinario virtuosismo: l’amatissimo Concerto n. 5 per pianoforte e orchestra in mi bemolle maggiore op. 73 “Imperatore” di Ludwig van Beethoven. Conclude il programma la Sinfonia n. 7 in la maggiore op. 92 sempre di Beethoven.

Musica Insieme accoglie a Bologna la più importante percussionista al mondo: Evelyn Glennie presenzierà domenica 23 a San Filippo Neri alla proiezione del docu-film a lei dedicato, e lunedì 24 al Manzoni incontrerà l’estro di Hugo Ticciati e degli O/Modernt Soloists, con due prime esecuzioni italiane


I CONCERTI 2024|2025
XXXVIII edizione
Lunedì 24 febbraio 2025 | ore 20.30
Teatro Auditorium Manzoni
(Via de’ Monari 1/2 – Bologna)
 
O/MODERNT SOLOISTS
EVELYN GLENNIE percussioni
HUGO TICCIATI violino

Musiche di Purcell, Zivkovic, Koshinski, Ho, Pärt, Beethoven,
Vasks, Witzthum, Schnelzer, Casals 

Domenica 23 febbraio 2025 alle 18 all’Oratorio di San Filippo Neri, Musica Insieme presenta l’ultimo appuntamento del ciclo Vite straordinarie, con la proiezione (ad ingresso gratuito) del docu-film Touch the Sound, dedicato ad Evelyn Glennie (nella foto in alto di Chris Payne), fra le prime percussioniste al mondo ad intraprendere una carriera solistica internazionale. La protagonista sarà presente in sala per incontrare il pubblico. 
La proiezione precede un altro straordinario appuntamento: lunedì 24 febbraio alle 20.30 Musica Insieme accoglierà infatti all’Auditorium Manzoni Evelyn Glennie per I Concerti 2024/25. Insieme a lei un geniale violinista e creativo come Hugo Ticciati (nella foto a sinistra, di Marco Borggreve), da sempre impegnato nel dialogo musicale fra presente e passato con il suo Festival O/Modernt, i cui Solisti saranno con lui a Bologna. Come ha spiegato lui stesso al Magazine Musica Insieme: «Potremmo tradurlo come “Non-Moderno”, ed è nato da un lato dal mio amore per tutti i tipi di musica di tutte le epoche e di tutti i generi, e dall’altro dalla mia passione di vedere delle connessioni ovunque e di volerle condividere. Ho sempre pensato che non ci siano musiche antiche o nuove: la musica esiste essenzialmente nel momento della sua esecuzione, e perciò è sempre assolutamente nuova».
Il concerto vedrà come Main Sponsor BPER Banca e sarà introdotto dal Maestro Hugo Ticciati. 

Invitata a descrivere il suo partner musicale, Evelyn Glennie (nella foto a destra di Rathmer et Brigitte) commenta: « Ammiro la libera creatività di Hugo. Ogni concerto è unico perché agiamo all’impronta, nell’immediato presente. Apprezzo questo tipo di creatività e flessibilità. Hugo è sempre entusiasta di fare scelte audaci e combinare repertori antichi e moderni nello stesso programma attraverso l’improvvisazione. È un piacere lavorare con lui!». E Ticciati le fa eco: «È sempre una gioia per me lavorare con Evelyn; non è solo una meravigliosa e autentica musicista, è anche un’anima veramente gentile e umile. Sul palco Evelyn crea una magia con la sua forte personalità, a volte esplodendo in impetuosi virtuosismi, altre volte perdendosi in una concentrazione contemplativa». 
In questo progetto, appositamente creato per Musica Insieme, celebri pagine “storiche” come la Grande Fuga di Beethoven, o il Canone di Purcell, dove ai due protagonisti si affianca un quartetto d’archi, si alternano a brani del nostro tempo, nei quali Dame Evelyn Glennie ci aiuterà a sentire con lei le vibrazioni del mondo. Il Maestro Ticciati racconta com’è stato ideato questo interessante percorso tra la storia della musica: «Amo trovare connessioni musicali attraverso i secoli e Purcell è sempre stato uno dei miei autori preferiti. Beethoven è l’altro compositore “antico” e la sua Grande Fuga sarà sempre radicalmente moderna! I compositori “contemporanei” illustrano poi la miriade di stili musicali che coesistono nel panorama odierno ».

In apertura di serata ascolteremo la Ciaccona in sol minore per archi di Henry Purcell. Composta in un periodo compreso tra il 1680 e il 1683, la Ciaccona presenta una linea melodica improntata sempre ad un suggestivo lirismo, secondo uno schema di danza originario della Spagna e diffuso nel XVII secolo in tutta l'Europa. Cuore del programma saranno i brani commissionati dalla stessa Glennie, come Fluctus di Nebojsa Zivkovic (nella foto a sinistra), serbo di origine, ma residente in Germania, percussionista di fama mondiale e celebrato virtuoso di tastiere, così come Caleidoscopie per marimba, un brano del 2007 di Gene Koshinski, percussionista molto impegnato anche nel contesto della formazione. A seguire ascolteremo Nostalgia per vibrafono, una composizione del canadese Vincent Ho, di cui Evelyn Glennie ha registrato la versione in duo col pianoforte, e l’affascinante Da pacem domine per archi, composto nel 2004 da Arvo Pärt. La Grande Fuga in si bemolle maggiore op. 133 di Ludwig van Beethoven, dedicata all'arciduca Rodolfo e composta fra l' estate e l'autunno del 1825 con una sconfinata ricchezza di fantasia, concluderà il primo tempo di un programma basato sul continuo dialogo tra echi del passato e voci contemporanee.
Nella seconda parte, che si aprirà con la Meditation dal Quartetto per archi n. 4 (1999) di Peteris Vasks (nella foto a destra), spiccano due prime esecuzioni italiane: ascolteremo infatti The Trace of Echoes (2022) di Emmanuel Witzthum, compositore, artista digitale e vulcanico Cultural entrepreneur, e  Apollonian Dances per archi, marimba e vibrafono di Albert Schnelzer, compositore svedese tra i più attivi, che sarà presente in sala. 
Per finire, Song of the Birds per archi e marimba, un omaggio al grandissimo violoncellista Pablo Casals. Casals, che rielaborò El cant dels ocells, melodia popolare catalana legata alle celebrazioni natalizie, portò il brano nel 1971 dinanzi all’assemblea delle Nazioni Unite, che gli aveva conferito la Medaglia per la Pace. Nel presentare la composizione in quella sede disse: «Gli uccelli nel cielo cantano: Pace, Pace, Pace».