Kazuki Yamada (nella foto in alto) debutta alla testa dell’Orchestra del Teatro La Fenice. Nei due concerti in programma al Teatro La Fenice sabato 13 dicembre 2025 ore 20.00 (turno S) e domenica 14 dicembre ore 17.00 (turno U), il maestro giapponese – attualmente direttore musicale della City of Birmingham Symphony Orchestra, direttore artistico e musicale dell’Orchestre Philharmonique de Monte-Carlo e, a partire dalla stagione 2026-2027, direttore principale e direttore artistico della Deutsches Symphonie-Orchester Berlin – guiderà la compagine veneziana nell’esecuzione di un programma articolato in tre parti: aprirà la serata Star-Isle, un omaggio al principe della scrittura del suo Paese, Tōru Takemitsu; seguirà il Concerto n. 1 in la minore per violoncello e orchestra op. 33 di Camille Saint-Saëns, che vedrà il violoncellista Ettore Pagano (nella foto in basso a destra) esprimersi nel suo talento solistico; infine, dopo l’intervallo, Yamada dirigerà la Seconda Sinfonia in mi minore op. 27 di Sergej Rachmaninov. I concerti si svolgeranno nell’ambito della Stagione Sinfonica 2025-2026 della Fondazione Teatro La Fenice: la prima di sabato 13 dicembre sarà trasmessa in diretta radiofonica da Rai Radio3.
Il primo dei brani in programma è un omaggio in prima persona che il direttore Kazuki Yamada intende offrire al principe della scrittura del proprio Paese, Tōru Takemitsu (nella foto a sinistra), compositore nato e morto a Tokyo, rispettivamente nel 1930 e nel 1996. Star-Isle è una breve composizione del 1982, nata su commissione, per celebrare i cento anni della Università di Waseda, una delle più importanti del Giappone. Collocata nel quartiere di Shinjuku, nel cuore di Tokyo, la prestigiosa istituzione è frequentata da quasi cinquantamila studenti, e offre una qualità molto alta degli studi, in particolare in campo umanistico, con eccellenti primi ministri e scrittori (uno per tutti Haruki Murakami) usciti dalle aule. In poco meno di dieci minuti, la partitura di Star-Isle sfoggia una orchestra a pieno organico, in particolare con tutte le parti dei legni rappresentate, e quattro corni, un bel gruppo di percussioni, due arpe, celesta, oltre al consueto tappeto degli archi, richiesto in nutrito dispiegamento. Il sapore complessivo di questa pagina ‘concentrata’ rimanda – per gesti e per sonorità – alla musica francese di Debussy e Messiaen, autori che Takemitsu ha sempre avuto come riferimenti privilegiati: cluster densi e timbricamente saturi si alternano a tratti in filigrana, disegnati in punta di fine pennello, con un respiro acquatico della partitura, che certamente tiene in considerazione anche certi echi marini del Peter Grimes di Britten.
Il Primo Concerto in la minore per violoncello e orchestra op. 33 di Camille Saint-Saëns (1835-1921) debuttò a Parigi, nella sala da concerto del Conservatorio, il 19 gennaio 1873. Per la parte solistica era stato prescelto Auguste Tolbecque, amico dell’autore e virtuoso; sul podio concertava Édouard Deldeves: due nomi indiscutibilmente francesi, scelti non a caso, perché coerenti con la volontà di andare a recuperare – attraverso questo Concerto e insieme con altre coeve pagine per gruppi da camera o strumento solista – una dimensione strumentale che fosse squisitamente francese. Il Concerto divenne subito, e ancora rimane, un cavallo di battaglia privilegiato dei violoncellisti più quotati, da Rostropovič a Jacqueline du Pré, da Yo-Yo Ma a Mischa Maisky, e oltreoceano a Leonard Rose. Quando lo si ascolta si può avvertire una certa filiazione da Haydn, in particolare nella portante struttura ritmica. Ma in parentela diretta l’associazione va a Schumann, con il suo romanticissimo Concerto, del 1850, impostato peraltro nella medesima tonalità di la minore. Anche esso in un’unica campata, dove si trascorre attraverso i tre movimenti senza interruzioni, grazie alla sottile tensione interna e alla ricapitolazione finale, per chiudere il cerchio con il disegno di attacco.
La Sinfonia n. 2 in mi minore op. 27 di Sergej Rachmaninov fu completata tra il 1906 e il 1907. L’autore, nato nel 1873 nella ricca tenuta di famiglia a Semenovo, nella campagna presso Pietroburgo, aveva trentaquattro anni. In quel momento, il mondo lo aveva incoronato come virtuoso della tastiera, capace di abbagliare il pubblico delle sale con quella tecnica tanto particolare, dovuta in parte a mani assai grandi (conformi alla statura eccezionale) che gli permettevano una estensione non comune sulla tastiera, ma anche da una scuola di alta qualità. Ma Rachmaninov sentiva il bisogno di esprimersi anche attraverso la composizione, nonostante il suo impegno come interprete lo assorbisse quasi completamente.
La genesi di questa Seconda
Sinfonia racconta in un certo senso il travaglio del Rachmaninov (nella foto a sinistra) compositore: alle spalle di questa pagina sinfonica vi era la Prima
Sinfonia, scritta quasi dieci anni prima, a ventiquattro anni; a tal
punto questo primo lavoro sinfonico venne stroncato nelle recensioni,
dai critici ma anche dai colleghi compositori, che l’autore cadde
in una sorta di profonda depressione creativa. È da questo silenzio,
a distanza di dieci anni, che affiora l’opera 27, che debuttò a
San Pietroburgo nel 1908, con il compositore ormai noto sul podio. Il
buon successo che ottenne suonò però a posteriori come un successo
di stima, stanti le scarse riprese e soprattutto il nuovo vuoto di
tempo necessario prima di arrivare alla successiva e ultima Sinfonia
n. 3 op. 44, che suggellò il tormentato percorso sinfonico del
compositore. Una curiosità: una parte del secondo movimento della
Sinfonia ricorre più volte nel pluripremiato film del
2014 Birdman del regista Alejandro González Iñárritu.
In occasione dell’evento diretto da Kazuki Yamada, si rinnoverà il consueto appuntamento con le conferenze di approfondimento della Stagione Sinfonica: il concerto di sabato 13 dicembre sarà infatti preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale della serata nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.
In occasione dell’evento diretto da Kazuki Yamada, si rinnoverà il consueto appuntamento con le conferenze di approfondimento della Stagione Sinfonica: il concerto di sabato 13 dicembre sarà infatti preceduto da un incontro a ingresso libero con il musicologo Roberto Mori, che dalle 19.20 alle ore 19.40 illustrerà il programma musicale della serata nelle Sale Apollinee del Teatro La Fenice.




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