lunedì 10 marzo 2025

DIEGO FASOLIS TORNA SUL PODIO DEI POMERIGGI MUSICALI PER L’80A STAGIONE 2024/2025 A MILANO E POI A SONDRIO E A RHO PER IL CIRCUITO SINFONICO LOMBARDO

 

Milano, Teatro Dal Verme
giovedì 13 marzo 2025, ore 10 (in anteprima) e ore 20
sabato 15 marzo 2025, ore 17

Circuito sinfonico lombardo
venerdì 14 marzo 2025 ore 20.45 al Teatro Sociale di Sondrio
domenica 16 marzo 2025 ore 17 al Teatro Civico “R. De Silva” di Rho
 
direttore Diego Fasolis
Orchestra I Pomeriggi Musicali
 
Ludwig van Beethoven
(Bonn 1770 – Vienna 1827)
Sinfonia n. 6 in Fa maggiore op. 68 “Pastorale”
 
Wolfgang Amadeus Mozart
(Salisburgo 1756 – Vienna 1791)
Sinfonia n. 40 in Sol minore k550
 

Due capolavori di Beethoven e Mozart caratterizzano i prossimi concerti dell’80a stagione concertistica 2024/2025 dei Pomeriggi Musicali “80 anni suonati” al Teatro Dal Verme di Milano giovedì 13 (ore 10 e ore 20) e sabato 15 marzo (ore 17) con il ritorno sul podio di un direttore sensibile e specialista di questo repertorio come Diego Fasolis.
In programma la Sinfonia n. 6 in Fa maggiore op. 68 “Pastorale” di Ludwig van Beethoven e la Sinfonia n. 40 in Sol minore K550 di Wolfgang Amadeus Mozart che saranno eseguite anche al Teatro Sociale di Sondrio venerdì 14 marzo (ore 20.45) e al Teatro Civico “R. De Silva” di Rho domenica 16 marzo (ore 17) nuove tappe del Circuito Sinfonico Lombardo ideato e organizzato dalla Fondazione I Pomeriggi Musicali di Milano per festeggiare il traguardo degli 80 anni della propria Orchestra.
 
«Il programma del concerto – scrive Raffaele Mellace nelle note di sala – impagina due capolavori straordinari, contrapposti come il giorno e la notte. Pagine nate a vent’anni di distanza, opera di autori tra loro collegati che propongono sguardi sulla vita e sul mondo radicalmente differenti e complementari, a offrire un’esperienza meravigliosa della ricchezza del Classicismo viennese. Scritta nel 1808, simultaneamente alla Quinta, con cui condivise il debutto al Teatro An der Wien, la Sinfonia “Pastorale” ha notoriamente per tema il sentimento della Natura: tema carissimo a Beethoven, che già dal 1800 trascorreva regolarmente i mesi estivi nella campagna attorno a Vienna, poiché “nessuno può amare la campagna quanto io l’amo: infatti boschi, alberi e rocce producono davvero quell’eco che l’uomo desidera udire” […] La natura è per il compositore necessità del cuore, dialogo con un interlocutore in grado di rivelare l’io a se stesso, esperienza religiosa, utopia d’una serenità agognata. […] Esattamente vent’anni prima, nella prodigiosa estate 1788, a tre anni dalla scomparsa precoce, Mozart mise la parola fine alla sua produzione sinfonica con un trittico formidabile: le Sinfonie in Mi bemolle K. 543, in sol minore K. 550 e in Do maggiore “Jupiter” K. 551. Il 25 luglio, in particolare, ultimò il lavoro di mezzo, trenta minuti fra i più celebri della storia della musica occidentale. Già nel 1793 si giudicava questa sinfonia “una delle più belle di questo maestro”: titolo meritato per l’intensità espressiva, l’imprevedibilità armonica, il cromatismo, l’ambiguità del significato e pertanto della collocazione estetica in seno a un classicismo dalle insopprimibili tensioni preromantiche. […] Domina la partitura la cifra del tragico, una malinconia nera che impregna l’invenzione tematica sin dalla sua definizione, in patente in contrasto con le sinfonie sorelle. Nella distratta abitudine all’ascolto della nostra società, il tema inaugurale della sinfonia è svilito a jingle da cellulare, con l’inevitabile conseguenza di annichilire la vibrante tensione tragica che abita quel motivo fascinoso: un inciso ossessivo preparato dall’irrituale attacco in piano delle viole divise e incardinato in un ritmo anapestico che comunica il disagio radicale di un’instabilità irrisolta, l’impossibilità di fermare il piede su un punto d’appoggio sicuro, un dinamismo affannoso, sospinto dall’urgenza d’un determinismo ineluttabile».
 
 

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