domenica 24 novembre 2024

RICHARD JONES INAUGURA LA STAGIONE DELL’OPERA DI ROMA CON SIMON BOCCANEGRA DIRETTO DA MARIOTTI


Intrighi politici e scontri di classe, passioni irrisolte e bramosie di potere. La storia del primo doge di Genova, Simon Boccanegra, è per Verdi un dramma sulla crisi di un sistema politico, e sul tormento di un uomo diviso tra l’amore per la figlia e il compimento dei propri doveri istituzionali. Una tragedia in cui il mare, cornice onnipresente nell’opera, è sia sfondo di una Genova in tumulto sia riflesso dell’animo inquieto dei protagonisti. Verdi tornò sulla partitura più di vent’anni dopo l’insuccesso di una prima versione, rappresentata a La Fenice di Venezia nel 1857, in un momento di svolta delle proprie concezioni drammaturgiche.  
 
A interpretare la storia di Simon Boccanegra in questa nuova produzione per l’Opera di Roma è chiamato Richard Jones (nella foto). Pluripremiato regista britannico - ha vinto nove Olivier Awards e due South Bank Show Awards - Jones lavora da più di trent’anni per i palcoscenici di tutto il mondo. Oltre a mettere in scena spettacoli nei principali teatri londinesi (Royal Opera House, English National Opera, National Theatre, Royal Shakespeare Company e Young Vic), ha collaborato con il MET di New York, i festival di Glyndebourne, Aix-en-Provence e Bregenz, l’Opéra di Parigi, Scala di Milano e, ancora negli Stati Uniti, per Broadway, il New York Public Theatre e il Park Avenue Armory Theatre. Nominato Regista dell'anno dalla rivista Opernwelt Magazine per il suo Giulio Cesare alla Bayerische Staatsoper di Monaco, è inoltre dal 2015 Commendatore dell’Ordine dell’Impero Britannico. Tra le produzioni premiate con gli Olivier Awards si ricordano Alcina (Royal Opera House), Hänsel und Gretel (Welsh National Opera) e Lady Macbeth del distretto di Mtsensk (Royal Opera House). Torna al Costanzi dopo aver messo in scena nel 2022 Kat’a Kabanova di Janáček, spettacolo vincitore di un South Bank Show Award. 
 
Sul podio sale invece il direttore musicale dell’Opera di Roma Michele Mariotti (nella foto), che ha diretto il suo primo Simon Boccanegra nel 2007, a soli 28 anni, per l’apertura della stagione del Teatro Comunale di Bologna. Nel 2021, è tornato ad eseguire il titolo in forma di concerto, sempre con la stessa orchestra, al Festival Verdi di Parma. 
«Nel Simon Boccanegra di Verdi, amore e potere si trovano crudelmente schierati l’uno contro l’altro. - dice Mariotti - Da una parte la musica esprime un'atmosfera liquida, scura e inafferrabile proprio come gli intrighi del potere, dall’altra, per mezzo del canto isolato di un fagotto o delle oscillazioni cromatiche degli archi, ci commuove. Nel finale del primo atto, ad esempio, Verdi delinea un quadro di inaudita violenza: uno scontro tra patrizi e plebei che sarà interrotto solamente dal pianto del doge che va gridando ‘pace’ e ‘amore’. Ma in un mondo così bieco non c’è posto né per l’amore né per la pace, se non quella che Simon Boccanegra troverà nell’ultimo abbraccio con il mare, che diventerà così la sua tomba».
Premio Abbiati 2017 come Miglior Direttore d’orchestra, Mariotti è ospite regolare dei principali teatri italiani e internazionali, come la Wiener Staatsoper, la Royal Opera House, la Deutsche Oper Berlin, il Festival di Salisburgo e il MET di New York. Nella stagione 2024/25 della Fondazione Capitolina dirigerà la prima delle tre riprese di Tosca firmate da Alessandro Talevi per i 125 anni del capolavoro pucciniano (14 e 16 gennaio 2025), il dittico Suor Angelica/Il prigioniero (23 aprile - 2 maggio 2025), lo Stabat Mater per la regia di Romeo Castellucci (26 - 31 ottobre 2025) e due concerti sinfonici (8 dicembre 2024 e 22 marzo 2025). 
 
Protagonista sul palco nel ruolo del titolo il baritono Luca Salsi (nella foto), già apprezzato Simon Boccanegra al Festival di Salisburgo nel 2019 e più recentemente alla Scala di Milano. Interprete di riferimento del repertorio verdiano, ha cantato nei principali teatri al mondo, tra i quali il MET di New York, la Royal Opera House e la Wiener Staatsoper. Torna al Costanzi dopo aver interpretato Michele ne Il Tabarro diretto da Mariotti nel 2022. Accanto a lui, nel ruolo di Maria Boccanegra, il soprano Eleonora Buratto, insignita del Premio Abbiati 2021 come Miglior Cantante e applauditissima Madama Butterfly nella Stagione 2022/23 dell’Opera di Roma. Al Costanzi ha già interpretato la figlia del doge nel 2012, ruolo che poi ha portato nel 2014 in tournée con l’Opera di Roma al Bunka Kaikan di Tokyo, entrambe lo volte sotto la direzione di Riccardo Muti. A cantare Jacopo Fiesco è invece il basso Michele Pertusi che, in questa veste, è già salito sui palchi di Vienna, Torino, Bologna e Parma. Il tenore Stefan Pop è invece Gabriele Adorno. Vincitore di due premi Operalia e di un Oscar della Lirica Young Generation, Pop torna sul palco della Fondazione Capitolina dopo aver cantato nel Requiem di Verdi diretto da Mariotti a febbraio 2023. Nei panni del filatore d’oro Paolo Albiani canta il baritono Gevorg Hakobyan, mentre il popolano Pietro è incarnato dal basso Luciano Leoni. 
Nelle repliche del 29 novembre, 1 e 4 dicembre, Simon Boccanegra è invece interpretato dal baritono Claudio Sgura, apprezzatissimo Scarpia nella recente produzione di Tosca al Caracalla Festival e di cui tornerà a rivestire i panni, a maggio all’Opera di Roma, nella ripresa di Alessandro Talevi; Maria Boccanegra da Maria Motolygina, soprano al suo debutto con la Fondazione Capitolina; Jacopo Fiesco da Riccardo Zanellato; Gabriele Adorno da Anthony Ciaramitaro, che torna all’Opera di Roma dopo aver interpretato Faust nel Mefistofele che ha inaugurato la Stagione 2023/24.  
 
La prima rappresentazione è prevista per mercoledì 27 novembre alle ore 18.00. Repliche venerdì 29 novembre (ore 20.00), sabato 30 novembre (ore 18.00), domenica 1 dicembre (ore 16.30), martedì 3 dicembre (ore 20.00), mercoledì 4 dicembre (ore 20.00), giovedì 5 dicembre (ore 20.00). Anteprima giovani domenica 24 novembre (ore 16.30).

sabato 23 novembre 2024

IUC: il 26 novembre "Il Viaggio d’Amore" di Arianna Savall & Petter U.Johansen

 
Istituzione Universitaria dei Concerti
I CONCERTI DELL’AULA MAGNA
80a Stagione 2024 | 2025
Martedì 26 novembre . ore 20.30
Il Viaggio d’Amore
Arianna Savall & Petter U Johansen
Hirundo Maris 
Arianna Savall soprano e arpa tripla barocca 
Petter U Johansen tenore, hardingfele e mandolino
Michał Nagy chitarra 
Miguel Ángel Cordero contrabbasso 
David Mayoral percussioni


Spagna
Anónimo s.XV/ A. Savall / P.U. Johansen Canarios 
Cancionero de Palacio s.XV Yo me soy la morenica
Trad. / F. García Lorca (1898-1936) / A. Savall La tarara 
Santiago de Murcia (1673-1739) / A. Savall Jotas 
Catalogna
Canción popular catalana / A. Savall La Dama d’Aragó
Inghilterra / Irlanda
John Dowland, 16 jahr. Come again
Trad. / P.U. Johansen I will give my love an apple
Irisch Jig  Out on the ocean
Italia
G.G. Kapsberger (1580-1651) Arpeggiata
Claudio Monteverdi (1567-1643) / arr. A. Savall & P.U. Johansen Si dolce è il tormento 
L.R.de Ribayaz /A.Savall La Tarantela
Francesco di Assisi/ Arianna Savall Preghiera
Svizzera
Trad. ticinesa / A. Savall & P.U. Johansen Girometta 
Francia 
Pierre Sandrin (1490-1561) / P.U. Johansen / A. Savall Doulce mémoire
Henry Le Bailly (158? - 1637) Yo soy la locura
Norvegia
Trad. / P.U. Johansen Ormen lange
   Astri, mi Astri / Sekstturen
Catalogna
Trad. Catalan/ A.Savall/P.U.Johansen El Mariner
Cile
Violeta Parra (1917-1967)/Jan Hammarlund (1951) Gracias a la vida
(Schwedische Version), Arrang. A. Savall & P.U. Johansen / A Montserrat Figueras

Nell’ambito della programmazione dell’Istituzione Universitaria dei Concerti dedicata alla musica barocca e  alla musica su strumenti originali spicca Arianna Savall, che raccoglie con meritato successo l’eredità artistica del padre Jordi, e debutta a Roma, martedì 26 novembre alle 20.30 in Aula Magna, con il suo ensemble Hirundo Maris fondato insieme a Petter U Johansen, nella cui formazione, accanto a chitarra, contrabbasso e percussioni, confluisce una particolare selezione di strumenti: l’arpa tripla barocca, inventata come tale in Italia ai tempi di Monteverdi, prima di arrivare attraverso la corte di Francia fino in Inghilterra, dove fu molto apprezzata non solo da Re Carlo I ma anche  dai musicisti popolari scozzesi e irlandesi; il mandolino, strumento la cui origine risale al Seicento in Italia, che ha raccolto grande successo sia in ambito classico che popolare e che continua ad essere utilizzato in vari generi musicali, dalla musica folk alla musica classica contemporanea; l’hardingfele, strumento emblematico della musica popolare norvegese che oltre alle quattro corde sfregate presenta delle corde “simpatiche”.
Partendo dall’assunzione che la musica antica nasce nel momento in cui è stata cantata e interpretata, ma si rivela nel momento in cui viene ascoltata, Arianna Savall e Petter U Johansen ci propongono un viaggio incentrato sulle musiche d’amore di tradizione popolare europea durante il Rinascimento e il Barocco. 
Un viaggio d'amore quindi attraverso secoli e terre, cantando canzoni d’amore come se fra loro e noi non ci fossero confini di tempo e spazio. Così facendo la vera sfida diventa integrare le canzoni antiche con altre, nuove e composte dagli artisti stessi ma che si rifanno alla tradizione. Per comunicare con forza e passione, l’importanza attuale della musica antica. 
Il viaggio tocca paesi come la Spagna, l’Inghilterra, l’Irlanda, l’Italia, La Catalogna, la Francia, la Norvegia e la Svizzera, per chiudere con il Cile. Ricchissimo il programma che annovera fra gli autori John Dowland, Claudio Monteverdi, G.G. Kapsberger, Henry Le Bally, fino alla cilena Violeta Parra  e alla sua iconica Gracias a la Vida. 
"Sono molto felice di esibirmi - racconta Arianna Savall - con il nostro ensemble Hirundo Maris che quest’anno celebra il 15° anniversario dalla nascita, nella bellissima città di Roma, luogo pieno di storia e musica. A Roma mi sono già esibita varie volte, anche con i miei genitori tanti anni fa, ma sarà la prima volta con questo ensemble. E per quest’occasione abbiamo scelto un programma che è un viaggio d’amore nel periodo del Rinascimento e Barocco, con musiche di John Dowland, Claudio Monterverdi, G. Kapsberger, danze spagnole, conti antichi dalla Norvegia e dalla Catalogna. Saremo in quintetto, con mio marito Petter U. Johansen che è norvegese, Michal Nagy dalla Polonia, Miquel Angel Cordero e David Mayoral dalla Spagna; nel nostro ensemble si uniscono e mescolano molte tradizioni europee e questo lo rende molto ricco e dinamico. Abbiamo davvero voglia di incontrare il pubblico di Roma e condividere questo prezioso viaggio con tutti voi!”

Nata a Basilea (Svizzera) nel 1972 nel seno d'una famiglia di musicisti catalani, Arianna Savall Figueras inizia a studiare l'arpa classica con Magdalena Barrera per intraprendere poi nel 1991 lo studio del canto con Maria Dolors Aldea presso il conservatorio di Terrassa, dove completa lo studio di canto ed arpa.
Nel 1992 inizia a studiare interpretazione storica con Rolf Lislevand presso il Conservatorio di Toulouse (Francia) e segue diversi corsi con Andrew Lawrence-King, Hopkinson Smith e con i suoi genitori Montserrat Figueras e Jordi Savall.
Nel 1996 rientra in Svizzera per iscriversi a un "Aufbaustudium" di canto con Kurt Widmer presso la Schola Cantorum Basiliensis e si specializza, quindi, in arpe storiche con Heidrun Rosenzweig. Nel 2000 presso il teatro Basel canta per la prima volta l'opera barocca "Opera Seria" (Vienna 1769) di Florian Leopold Gassman, sotto la direzione da Carlos Harmuch. Nel 2002 debutta nel Gran Teatre del Liceu di Barcellona con l'Orfeo di Claudio Monteverdi interpretando il ruolo di Euridice diretta da suo padre, Jordi Savall. Quest'opera è stata registrata in DVD dalla BBC e da Opus Arte, e la critica ha lodato questa rappresentazione come una delle più belle e magiche versioni dell'Orfeo. Nell'opera "Arianna", un pasticcio di Haendel, rappresentata al teatro Scala di Basilea, interpreta Casilda, e partecipa allo spettacolo "Sueños y Folías" come cantante e arpista presso il Teatro Liceo di Salamanca e canta "Celos aún del ayre matan", opera di Juan Hidalgo nell'Auditori di Barcellona e nella Konzerthaus di Vienna.Partecipa inoltre come solista in The Fairy Queen di Henry Purcell con la Main Barockorchester Frankfurt, e canta nel ruolo di Clorinda ne Il Combattimento di Tancredi e Clorinda di C. Monteverdi con Les Concerts des Nations. 
A partire dal 1997 collabora a concerti e registrazioni con Hespèrion XXI, e registra il suo primo disco -in cui accompagna sua madre all'arpa- "Tonos Humanos" di José Marín (Alia Vox) che ha ottenuto il premio "Diapason d'Or". Prende parte a numerose registrazioni d'Alia Vox in qualità di cantante ed arpista, fra di esse possiamo ricordare: "Don Quijote" che all'unanimità riceve il premio "Record of the year" (Midem Classical Awards 2006), il primo disco in famiglia "Du temps et de l'instant", che è stato finalista nei premi musicali della SGAE nel 2005, e "Lux Feminae" ultima novità di Montserrat Figueras. Allo stesso tempo partecipa ad altri gruppi con cui fa delle registrazioni, per esempio Mala Punica "Helas Avril" (ERATO), Ricercar Consort "Sopra la Rosa" (MIRARE) con Rolf Lislevand "Alfabeto" (NAÏVE), con Pedro Estevan "El aroma del tiempo" (GLOSSA), Il Desiderio "Jouissance vous donneray" e "Vergine Bella"(AELUS), cantando come solista nei Vespri di Monteverdi con LA FENICE, sotto la direzione di Jean Tubery e anche con la Capella Reial de Catalunya, nel 2004 canta nel concerto dedicato a M.A. Charpentier a Versalles, registrato da MEZZO, in "Membra Jesu" di Buxtehude a Graz (Austria) e ne La Missa en Si menor di J.S. Bach.
Arianna Savall Figueras ha suonato e cantato in Europa, Scandinavia, Stati Uniti, Sudamerica, Australia, Giappone, Nuova Zelanda e Israele. La sua passione per la musica antica e per l'improvvisazione l'ha condotta verso l'estremo opposto: la musica contemporanea, ambito in cui ha dato vita a un'intensa collaborazione con il compositore svizzero Conrad Steinmann sulla musica greca antica ricostruita e sulle poesie di Saffo. Frutto di questo lavoro è il disco fortemente apprezzato dalla critica "Melpomen" (HARMONIA MUNDI). Un lavoro di grande sperimentazione è l'ultimo disco di Rolf Lislevand "Nuove musiche" (ECM2006) in cui Arianna Savall Figueras partecipa in qualità di cantante e arpista. Nel giugno del 2006 interpreta come cantante l'opera per soprano e nove strumenti moderni della compositrice estone Helena Tulve (1972) "Lijnen" nella città di Tallin, opera che è stata pure registrata da ECM con il gruppo Nyyd Ensemble sotto la direzione d'Olari Elts, con cui ha cantato anche all'Opera di Rennes interpretando Quatre Instants di K.Saariaho. Con Helena Tulve inizia diversi progetti lanciati a L'Opera de Monaco Equinoxe de l'Ame e Arboles lloran por lluvia con Vox Clamantis.Nel 2008 partecipa ai Carmina Burana di C. Orff sotto la direzione di Manel Valdivieso e canta L'abbé Agathon d'Arvo Part con il complesso Cello Octet Amsterdam.
I suoi due percorsi di cantante e artista si fondono nel suo primo disco in solitario "Bella Terra" (ALIA VOX), in cui interpreta le proprie composizioni, mentre suona in numerosi festival con il suo complesso musicale: fra di questi si annoverano il festival di world music "Sfinks" (Belgio 2004) e i "Stimmenfestaspiele" (Svizzera 2005).Cantare lasciandosi accompagnare dall'arpa costituisce una tradizione ancestrale che Arianna Savall Figueras vuole recuperare sia attraverso la musica antica e sia attraverso la nuova creazione musicale.
Nel corso dell'anno 2006-2007 inizia un corso di specializzazione presso l'ESMUC (Conservatori superior de música de Barcelona) sull'arpa barocca spagnola con Andrew Lawrence-King.
Nel 2009, insieme al suo compagno Petter Udland Johansen, crea il complesso Hirundo Maris, specializzato in musica antica e nuova creazione musicale. Il nucleo creativo è costituito dalla musica mediterranea e nordica, frutto di un ampio lavoro di collaborazione, e come questo uccello migratore, si ritrovano le strade del mare e la musica che fin da tempi remoti uniscono i paesi scandinavi alla penisola iberica.

Petter Udland Johansen è nato a Oslo dove ha fatto le sue prime esperienze nella recitazione e nel canto. Nel 1996 ha preso il diploma in canto alla Norges musikk Høyskole con I maestri Ingrid Bjoner e Svein Bjorkoy e nel 2000 ha terminato il post diploma alla Scola Cantorum Basiliensis con Richard Levitt e in seguito, per allagare i suoi orizzonti musicali, ha preso delle lezioni private con il tenore tedesco Hans Peter Blochwitz.
Petter Udland Johansen è richiesto sia come interprete di musica antica sia dalla scena dell’Opera e dei musical. Ha preso parte alla produzione di Jordi Savalls dell’Orfeo di Monteverdi al Teatro Real di Madrid e al Liceu di Barcellona, ha interpretato il Re Minosse nell’Arianna di Händels al Teatro Scala di Basilea e il ruolo di Belmonte ne Il Ratto del Serraglio di Mozart al Teatro di Eggenfelden in Germania.
É inoltre richiesto come cantante di musica sacra per messe e oratori ed è stato l’Evangelista nel The Christmas Oratorio e nella Passione secondo Giovanni (Parigi e Berna) di Bach, e nella Passione secondo Giovanni di Schütz, Si è inoltre esibito come tenore solista in Carmina Burana con la conduzione di Pep Prats a Barcelona e nel Requiem di Mozart a Basilea.
Ha registrato con diversi gruppi fra cui Ferrara, Lucidarium, Dominique Vellard, Sagene Ring e Pratum Musicum, con i quali ha anche fatto il suo primo album da solista nel 2005, con le opere di Carl Michael Bellman. 
Non da ultimo, ha interpretato Gesù nel Jesus Christ Superstar al Teatro Comunale di Rostock, Marius ne I Miserabili al Teatro di Stato di Saarbrücken, e Tony in West Side Story al Teatro di Aargau. Inoltre Petter dispone di una vasta scelta di programmi di musica da camera con Arianna Savall (soprano e arpa), recital canori con musiche di Schubert, Schumann e Grieg con Jan Fredrik Heyerdal (pianoforte), un repertorio barocco tedesco con Jakob Ruppel (liuto) e programmi di musica sacra e contemporanea con Christer Lovold (organo).


Media Partner
Per la stagione 2024-2025 la IUC ha rinnovato l’accordo di media partnership con Radio Vaticana, che si ringrazia. 
Le attività della IUC sono realizzate con il contributo del Ministero della Cultura


SECONDO CONCERTO-SPETTACOLO DELLA 18a STAGIONE DEI PICCOLI POMERIGGI MUSICALI CON LA STORIA DI “RE Artù e i cavalieri della tavola rotonda”

 

Milano, Teatro Dal Verme
domenica 24 novembre ore 11
RE Artù e i cavalieri della tavola rotonda
adattamento dei testi e regia Andrea Piazza
direttore Daniele Parziani
attori Jasmine Monti, Davide Riboldi
voce Isabella Patetta
vocal coach Silvia Chiminelli
assistente alla regia Isotta Tomassini
Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali

Continua con RE Artù e i cavalieri della tavola rotonda la ricerca del pubblico del Teatro Dal Verme di Milano del tesoro musicale di Sinbad, così domenica 24 novembre alle ore 11, torna l’appuntamento con la 18a Stagione dell’Orchestra I Piccoli Pomeriggi Musicali, un ensemble composto da circa 60 giovani musicisti, tra i 7 e i 17 anni, provenienti dal Conservatorio di Milano e da altre Scuole e Accademie musicali cittadine: un progetto nato nel 2007 con l’obiettivo di per promuovere la cultura orchestrale tra i bambini avviati allo studio della musica.
La stagione 2024-2025, organizzata così come l’Accademia di formazione in collaborazione con Finzi Academy, è intitolata Sinbad la leggenda delle sette note ed è composta da sette spettacoli-concerti domenicali (uno per ogni nota musicale), con cadenza mensile, da ottobre ad aprile, tutti diretti da Daniele Parziani (nella foto) con la regia e l’adattamento dei testi di Andrea Piazza.
Nel primo concerto a ottobre, la piccola Carlotta ha scoperto, dentro uno dei suoi libri, una pergamena che riporta un indovinello misterioso. Sarà uno scherzo? Eppure, il cellulare del papà inizia a ricevere una valanga di notifiche: quella stessa pagina scritta a mano è comparsa nei libri di tutti gli altri! La pergamena è firmata da un enigmatico Sinbad: che sia forse il leggendario marinaio dei sette mari? C’è scritto che in città si nasconde un tesoro «che sembra un soffio leggero», ma genera «ricchezza senza fine, se impari a muovere le sue pedine». Carlotta è molto curiosa ma, stando alla pergamena, per iniziare bisogna superare una serie di prove. La caccia al tesoro delle sette note di Sinbad è cominciata con Carlotta a ottobre dal DO, la prima nota, la più bassa della scala. Adesso a novembre tocca ad Artura si lancia in una nuova avventura con la guida di Mago Merlino, riemerso dalle nebbie del nord Europa. I suoi argomenti preferiti sono la lealtà, la generosità, la saggezza e l’onore, quindi la virtù dei cavalieri. Ecco, quindi, che il secondo appuntamento della “Leggenda delle sette note” dei Piccoli Pomeriggi Musicali ci trasporta tra “Re” che esercitano la responsabilità del potere e “Re” musicali che ci fanno progredire nella scala musicale.
Come per magia, la piccola Artura viene trasformata per un giorno in Artù d’Inghilterra e catapultata in un mondo di spade e torrioni, in un regno dilaniato da guerre e invidie, dove i cavalieri non accettano di buon grado che un ragazzino li comandi, anzi vorrebbero essere loro a comandare. Come fare a porre fine alle guerre? Ci penseranno Artura e il fido Merlino, con le musiche del compositore inglese Henry Purcell insieme a quelle di Paul Dukas e a “Figlio della Luna”.
Sul palcoscenico del Teatro Dal Verme per RE Artù e i cavalieri della tavola rotonda ci saranno gli attori Jasmine Monti (nella foto), Davide Riboldi, la voce di Isabella Patetta; vocal coach è Silvia Chiminelli; assistente alla regia Isotta Tomassini.
Con la guida di Daniele Parziani, i Piccoli Pomeriggi Musicali saranno impegnati in pagine di Paul Dukas come il suo celebre Apprendista stregone, ma anche di Henry Purcell con la suite dalla sua opera King Arthur, senza dimenticare il più celebre autore statunitense di colonne sonore, John Williams, autore del tema di Hedwig dal film Harry Potter.


Marco Betta è il Sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo

 
Con l’arrivo del decreto del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, che ratifica la nomina in conformità alla proposta del Consiglio di indirizzo, diventa operativa la nomina del maestro Marco Betta a Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo di Palermo per i prossimi cinque anni.
“Desidero esprimere la mia più profonda gratitudine al Sindaco Roberto Lagalla, al Presidente della Regione Renato Schifani e al Ministro della Cultura Alessandro Giuli per la fiducia che hanno riposto in me con questa nomina – dichiara il Sovrintendente Marco Betta. Un pensiero di riconoscenza va anche al pubblico, che non mi ha mai fatto mancare il suo affetto e sostegno, dimostrando un amore incondizionato per questa straordinaria forma d’arte. Esprimo altresì soddisfazione per i lavoratori del Teatro che, sotto la guida del direttore esecutivo, hanno assicurato continuità amministrativa e artistica della Fondazione. Sono pienamente consapevole della responsabilità e dell’onore che questo incarico comporta. Con umiltà e determinazione, mi impegno a custodire e promuovere il nostro patrimonio culturale, valorizzando il talento e la passione che rendono unica la nostra tradizione”.

Siciliano, nato a Enna nel 1964, Marco Betta è Accademico effettivo di Santa Cecilia, docente di Composizione al Conservatorio di Palermo. Dal 2010 al 2021 è stato Professore di "Teoria e Pratica della colonna sonora" alla Luiss Creative Business Center a Roma. Dal 1992 è stato Consigliere di amministrazione e in seguito dal 1994 fino al 2002 ha ricoperto l’incarico di Direttore Artistico del Teatro Massimo di Palermo che riapre il 12 maggio 1997 dopo 23 anni di chiusura. Dal 1988 al 1993 è stato Coordinatore del Centro di Documentazione della musica Contemporanea del CIMS di Palermo. Dal 1995 al 2000 è stato membro della Commissione Musica della Siae e in seguito Vice Presidente della Commissione Lirica. E' stato Consigliere di amministrazione del Conservatorio di Palermo, dal 2001 al 2004 e dal 2005 al 2011, e membro del Consiglio Accademico della stessa Istituzione. Dal 13 gennaio 2022 al 31 luglio 2024 ha ricoperto il ruolo di Sovrintendente e Direttore Artistico della Fondazione Teatro Massimo di Palermo. Ha composto opere liriche, lavori di teatro musicale, e colonne sonore cinematografiche. La sua musica viene trasmessa ed eseguita in molti paesi d’Europa, Stati Uniti, Canada, ex Unione Sovietica, Argentina e Brasile. In Italia riceve inviti e commissioni da enti e festival come il Teatro alla Scala, il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino, l’Accademia Chigiana di Siena, l’Arena di Verona, l’Orchestra Sinfonica della RAI di Roma. Le sue musiche sono edite da Ricordi Milano e Casa Musicale Sonzogno.

La chanson française rivive domenica 24 novembre alle ore 18.30 nella Chiesa di Sant'Alberto a Trapani

 
La chanson française rivive domenica 24 novembre alle ore 18.30 nella Chiesa di Sant'Alberto in via Garibaldi a Trapani. Il celebre chansonnier Jean François Bernard, accompagnato da Paolo Zirilli al pianoforte, presenta "Pariscanaille", un viaggio attraverso i classici della canzone francese.
L'evento rende omaggio all'età d'oro della canzone francese moderna, che tra gli anni '30 e '60 del secolo scorso ha segnato la storia della musica internazionale.
Jean François Bernard (JFB), allievo per un decennio di Gilbert Bécaud, è oggi l'unico artista presente in Italia a interpretare autenticamente sia "la Chanson Française Classique" che "La Chanson Française en Jazz". Il suo repertorio spazia dai grandi classici di Edith Piaf, Jacques Brel e Charles Aznavour fino a interpretazioni in francese di brani di Paolo Conte e Fred Buscaglione.
"Pariscanaille" trasporterà il pubblico nelle atmosfere della vita notturna parigina, dove la chanson française si è evoluta da genere popolare a forma d'arte sofisticata, caratterizzata da testi poetici e strutture musicali elaborate. Un concerto dedicato a quelle immortali melodie che hanno fatto la storia della musica francese, dai tempi di Charles Trenet "le fou chantant" fino all'avvento del rock.
L'evento si inserisce nella stagione concertistica 2024/25 di Mema e Trapani Classica realizzata con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Siciliana – Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, in collaborazione con il Museo di Arte Contemporanea - Centro Culturale Oratorio San Rocco, il Goethe-Institut Italien, l'Istituto di Cultura Italo Tedesco – Sezione di Trapani e il Libero Consorzio Comunale di Trapani.


La chanson française rivive domenica 24 novembre alle ore 18.30 nella Chiesa di Sant'Alberto in via Garibaldi a Trapani. Il celebre chansonnier Jean François Bernard, accompagnato da Paolo Zirilli al pianoforte, presenta "Pariscanaille", un viaggio attraverso i classici della canzone francese.
L'evento rende omaggio all'età d'oro della canzone francese moderna, che tra gli anni '30 e '60 del secolo scorso ha segnato la storia della musica internazionale.
Jean François Bernard (JFB), allievo per un decennio di Gilbert Bécaud, è oggi l'unico artista presente in Italia a interpretare autenticamente sia "la Chanson Française Classique" che "La Chanson Française en Jazz". Il suo repertorio spazia dai grandi classici di Edith Piaf, Jacques Brel e Charles Aznavour fino a interpretazioni in francese di brani di Paolo Conte e Fred Buscaglione.


"Pariscanaille" trasporterà il pubblico nelle atmosfere della vita notturna parigina, dove la chanson française si è evoluta da genere popolare a forma d'arte sofisticata, caratterizzata da testi poetici e strutture musicali elaborate. Un concerto dedicato a quelle immortali melodie che hanno fatto la storia della musica francese, dai tempi di Charles Trenet "le fou chantant" fino all'avvento del rock.

L'evento si inserisce nella stagione concertistica 2024/25 di Mema e Trapani Classica realizzata con il contributo del Ministero della Cultura e della Regione Siciliana – Assessorato Regionale del Turismo, dello Sport e dello Spettacolo, in collaborazione con il Museo di Arte Contemporanea - Centro Culturale Oratorio San Rocco, il Goethe-Institut Italien, l'Istituto di Cultura Italo Tedesco – Sezione di Trapani e il Libero Consorzio Comunale di Trapani.


venerdì 22 novembre 2024

Riparte la rassegna “Musica da cameretta”, uno spazio musicale per i bambini dai 3 ai 7 anni, racconti musicali che mettono le ali alla fantasia, e che vedono protagonisti i piccoli partecipanti di “Musica da cameretta Lab”: la domenica mattina in famiglia sulle note di Mozart, Strauss e non solo!

 
Domenica 24 novembre 2024 ore 11.30
M.A.C. Piazza Tito Lucrezio Caro, 1

ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE
Ci sento doppio


Paul Dukas Fanfare pour précéder La Péri 
Michel Rondeau Little Baroque suite (Minuetto, pass pied)
Wolfgang Amadeus Mozart Danza di Monostato da Il flauto magico
Giovanni Gabrieli Sonata pian e forte 
Richard Strauss Wiener Philharmoniker Fanfare, TrV 248

Emily Tartamelli Progetto e Regia
Pilar Bravo Direttrice
Giulia Prevedello Attrice
Manuel Renga e Silvia Girardi Tutor
Elisabetta Broggi Ideazione progetto

In collaborazione con la Civica Scuola di teatro Paolo Grassi
Con il contributo del Ministero della Cultura.
Fondatori Istituzionali: Regione Lombardia, Comune di Milano.
Fondatori Promotori: Città metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano Monza
Brianza Lodi, Banco BPM, Pirelli, Intesa Sanpaolo.
Con il sostegno di Fondazione Cariplo.

“Musica da Cameretta”, la sorella minore della rassegna “Crescendo in Musica”, ormai anch’essa un grande classico dell’Orchestra Sinfonica di Milano, offre appuntamenti irresistibili al pubblico dai 3 ai 7 anni, la domenica mattina alle ore 11.30.
La domenica mattina, a Milano, le famiglie hanno a disposizione una meravigliosa attività per i bambini, uno spazio condiviso in cui muoversi liberamente ascoltando storie meravigliose sulle note dei più famosi lavori sinfonici, eseguite dai piccoli partecipanti dell’irresistibile “Musica da cameretta Lab”, laboratorio formativo con cui i bambini si approcciano alla musica scoprendola passo dopo passo con creatività e fantasia.
Uno spazio scenico condiviso tra grandi e piccoli per ascoltare una storia attraverso le voci degli strumenti e i suoni nascosti tra le pagine di partiture sapientemente arrangiate per un’orchestra di bambini e un pubblico di piccoli spettatori. I primi 3 appuntamenti sono il risultato di laboratori per bambini dai 6 ai 10 anni mentre il gran finale è affidato all’Orchestra Sinfonica Kids di Milano.
Quest’anno, i quattro appuntamenti di “Musica da cameretta”, in collaborazione con la Civica Scuola di teatro Paolo Grassi, sono dedicati alla fantastica storia di “Alice nel paese delle meraviglie”, romanzo visionario di Lewis Carroll del 1865.
La prima tappa di questo viaggio fantastico è in agenda per domenica 24 novembre alle ore 11.30 presso il M.A.C. di Piazza Tito Lucrezio Caro 1, quando va in scena lo spettacolo intitolato “Ci Sento Doppio”, progetto e regia di Emily Tartamelli, insieme all’attrice Giulia Prevedello.
Pilar Bravo (nella foto a sinistra) dirige i piccoli partecipanti del Musica da cameretta Lab e il Consort strumentale di ottoni e percussioni dell’Orchestra Sinfonica Junior di Milano. I tutor del progetto sono Manuel Renga e Silvia Girardi. L’ideazione del progetto è di Elisabetta Broggi.
Sulle musiche di Wolfgang Amadeus Mozart, Richard Strauss, Paul Dukas, Giovanni Gabrieli e Michel Rondeau, il racconto si svolge all’interno di un processo con cui la Regina di Cuori, terribile sovrana del Paese delle Meraviglie, cerca di ritrovare la propria voce perduta.
Il pubblico, nei panni di Alice e delle sue molteplici identità, aiuterà il Bianconiglio e la Giuria Musicale a risolvere il mistero durante il Processo più mirabolante e pazzo di sempre. Uno dopo l’altro, i celebri personaggi di Lewis Carrol si alterneranno sul banco dei testimoni, raccontando la propria storia e tentando di scampare alle ire della Regina.
Insomma, una meravigliosa opportunità di imparare storie fantastiche sulle note della musica sinfonica, per una domenica mattina all’insegna del divertimento e dell’apprendimento. La domenica mattina, l’Orchestra Sinfonica di Milano offre un appuntamento imperdibile per le famiglie: Musica da cameretta!


Le nozze di Figaro inaugurano la Stagione 2024-2025 del Regio di Torino. Per la prima volta in Italia, l’allestimento di Emilio Sagi

 

L’inaugurazione della Stagione d’Opera e di Balletto 2024/2025 del Regio è sabato 23 novembre alle ore 19 con Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart. L’allestimento, classico ed elegante, appare per la prima volta in Italia ed è firmato dal regista spagnolo Emilio Sagi. Sul podio dell’Orchestra e del Coro del Regio debutta il maestro Leonardo Sini, il Coro del Regio è istruito da Ulisse Trabacchin. I protagonisti sono artisti carismatici e affermati: Vito Priante e Monica Conesa sono il Conte e la Contessa, Giorgio Caoduro è Figaro, Giulia Semenzato Susanna e Josè Maria Lo Monaco Cherubino. La produzione è realizzata con il sostegno di Italgas, Socio Sostenitore del Teatro Regio che rafforza il suo impegno sul fronte culturale, contribuendo a promuovere l’eccellenza artistica e a valorizzare il patrimonio musicale italiano.
Primo grande capolavoro della coppia Mozart-Da Ponte, ispirato alla commedia La folle Journée, ou Le Mariage de Figaro di Beaumarchais, Le nozze di Figaro inaugura la Stagione 2024/2025 del Teatro Regio, intitolata La meglio gioventù. L’opera segue i preparativi per il matrimonio di Figaro e Susanna, in servizio presso i Conti di Almaviva, con la giovane cameriera insidiata dal Conte. I due servitori uniranno le forze con la nobil donna per sventare i piani del Conte, in una trama ricca di divertenti colpi di scena. La musica di Mozart racconta magistralmente la psicologia dei personaggi e le emozioni degli innamorati, mettendo al centro, con la complicità del librettista Da Ponte, il riscatto delle giovani generazioni — nella ribellione di Figaro e Susanna e nella pura ingenuità di Cherubino, l’adolescente simbolo dell’impulso amoroso senza freni — inserendosi dunque come punto di partenza ideale de La meglio gioventù.
 

L’allestimento – per la prima volta in Italia – è del Teatro Regio di Torino e si basa sulla produzione originale del Teatro Real di Madrid (2009) in coproduzione con Asociación Bilbaína de Amigos de la Ópera (A.B.A.O.). Va in scena grazie al sostegno di Italgas, Socio Sostenitore del Teatro Regio: «Italgas è orgogliosa di ricoprire il ruolo di Socio Sostenitore del Teatro Regio di Torino, una città che riveste un significato profondo nella storia della Società, dove è nata nel 1837 e che l’ha vista crescere fino a diventare il più importante operatore della distribuzione del gas in Europa. La collaborazione tra Italgas e il Teatro Regio incarna un legame che si rafforza anno dopo anno nella consapevolezza di contribuire a promuovere e valorizzare l’importante offerta culturale di questa straordinaria città».
 

Nato da una famiglia di cantanti, laureato in filosofia e letteratura all’Università̀ di Oviedo e formatosi in musicologia a Londra, il regista spagnolo Emilio Sagi è noto per il suo lavoro nel mondo dell'opera. Con una lunga carriera che abbraccia decenni, Sagi è riconosciuto per i suoi allestimenti innovativi e visivamente ricchi, spesso caratterizzati da un forte senso di realismo e una profonda attenzione ai dettagli storici e culturali. Ha diretto produzioni in teatri di fama internazionale ed è apprezzato per la sua capacità di coniugare tradizione e modernità, mettendo in risalto le sfumature emotive e psicologiche dei personaggi. Il suo spettacolo si avvale delle scene di Daniel Bianco, dei costumi di Renata Schussheim, delle luci di Eduardo Bravo, riprese da Vladi Spigarolo, della coreografia di Nuria Castejón. Matteo Anselmi è assistente alla regia.
 

Nelle parole del regista, «in questo allestimento, Siviglia è un personaggio in più. Le nozze di Figaro è per me una commedia degli equivoci carica di erotismo, di amori e disamori, di intrecci e infedeltà. Ciò non impedisce che vi sia lo spirito della Rivoluzione e la critica al regime assolutista, anch'essi presenti. Mi sembra fondamentale che l'azione si svolga a Siviglia, perché per gli uomini del XVIII secolo era un luogo esotico, che permetteva agli autori dell’opera di trasmettere quell’aria inebriante che emana l’opera. E credo che nell'opera di Mozart, con una musica così vitale, l'atmosfera sivigliana sia davvero affascinante. Nelle Nozze di Figaro Mozart attribuisce un ruolo simbolico alle danze, con il minuetto rappresentante l'aristocrazia e il fandango, più popolare e sensuale. L'atmosfera del fandango, vista come estremamente erotica all'epoca, mi ha spinto a creare un allestimento molto realistico, perché è proprio il realismo che rende l'opera moderna. Trovo molto rivelatore che questi personaggi, così ricchi di sfumature, vivano nell'ambiente che sia il compositore sia il librettista Da Ponte hanno inventato per loro».
 

Grande disciplina e gesto armonioso fanno di Leonardo Sini, nato a Sassari nel 1990, un giovane e talentuoso direttore d'orchestra italiano, riconosciuto per la sua energia e sensibilità musicale. Vincitore nel dicembre 2017 del Primo Premio Assoluto del prestigioso Concorso “Maestro Solti” di Budapest, ha rapidamente guadagnato visibilità nel panorama musicale internazionale. Ha diretto orchestre di fama mondiale e si è esibito in importanti teatri e festival. La sua versatilità spazia dal repertorio sinfonico all'opera lirica, dove è apprezzato per la precisione, il dinamismo e la capacità di trasmettere forti emozioni al pubblico. Ha raccontato di ispirarsi a maestri quali Thomas Schippers e Antonio Pappano. Nel tempo libero, ama il gioco degli scacchi, la coltivazione dei bonsai, ha una grande passione per l’arte della cucina e il vino: «Quando sono in giro per il mondo, amo moltissimo affinare la mia passione per la cucina e per il vino cercando sempre di scoprire nuovi sapori, nuovi ingredienti, nuovi prodotti enogastronomici di qualità che mi aiutano a comprendere meglio la cultura di un determinato Paese. É affascinante vedere come il vino e il cibo siano molto simili alla musica e, per certi aspetti, siano accomunati dal fatto che l’elaborazione e l’interpretazione di una persona possano influenzarne la natura e creare dei veri e propri capolavori!».
 

Il Conte d’Almaviva è Vito Priante, baritono apprezzato per la sua versatilità e presenza scenica. Specialista nel repertorio belcantistico e mozartiano, ha calcato i palcoscenici dei maggiori teatri d’opera del mondo. Torna al Teatro Regio dopo il grande successo nel Don Giovanni di Mozart diretto dal Maestro Riccardo Muti. La Contessa d’Almaviva è Monica Conesa giovanissimo soprano cubano-americano di grande talento, che debutta al Teatro Regio. Conesa, nota per la sua voce potente e per la sua straordinaria interpretazione del repertorio operistico, ha dimostrato una tecnica impeccabile e una forte presenza scenica. Veste i panni di Figaro Giorgio Caoduro che è stato il più giovane dei "magnifici tre baritoni" dell'Accademia Rossiniana 2000, che vedeva sfilare fra gli allievi anche Nicola Alaimo e Luca Salsi. Da allora la sua carriera si è sviluppata a livello internazionale come uno dei punti di riferimento nel repertorio belcantista, torna al Regio dopo L’elisir d’amore del 2021. Giulia Semenzato, soprano particolarmente apprezzata nel repertorio barocco e mozartiano, si è formata al Conservatorio di Venezia e alla Schola Cantorum di Basilea. Da studentessa, ricorda di aver lavorato come ragazza alla pari in un palazzo veneziano, vivendo la quotidianità fatta di aneddoti e racconti da “commedia goldoniana” confluita poi nella sua interpretazione del personaggio di Susanna. Il giovane paggio Cherubino – uno dei personaggi più amati dell’opera mozartiana – è interpretato da Josè Maria Lo Monaco mezzosoprano dalla vocalità calda e agile, ideale per un ruolo en travesti che richiede leggerezza, espressività e un carattere giocoso e ambiguo. 


Nei ruoli dei protagonisti si alternano: Jarrett Ott (il conte d’Almaviva), Kirsten MacKinnon (la contessa d’Almaviva), Christian Federici (Figaro), Martina Russomanno (Susanna), Siphokazi Molteno (Cherubino). Il cast si completa con: Chiara Tirotta (Marcellina), Andrea Concetti/ Giovanni Romeo (Bartolo), Juan José Medina (Basilio), Cristiano Olivieri (Don Curzio), Janusz Nosek (Antonio), Albina Tonkikh (Barbarina), Eugenia Braynova/Caterina Borruso (Prima contadina) e Daniela Valdenassi/Ivana Cravero (Seconda contadina). Molteno, Medina, Nosek, Tonkikh sono Artisti del Regio Ensemble.

(le foto sono di Daniele Ratti)

Il 25 novembre "SyroSadunSettimino" di Sylvano Bussotti, testo di Dacia Maraini, per il Festival di Nuova Consonanza. Al Teatro Vascello, per la prima volta in scena, l'opera del compositore fiorentino a 50 anni dalla prima e unica esecuzione


 
Lunedì 25 novembre ore 21
Teatro Vascello
 
presentazione dello spettacolo a cura di Alessandro Mastropietro
con Dacia Maraini, Marcello Panni e Rocco Quaglia
a seguire
SyroSadunSettimino* (1974)
o il trionfo della Grande Eugenia
operina monodanza in un atto di notte di Sylvano Bussotti
poema di Dacia Maraini (1969, rev. 2024*) e testi aggiunti di Sylvano Bussotti
prima rappresentazione assoluta in forma teatrale
 
Manuela Kustermann voce recitante
Carlo Massari danza e coreografia
Marcello Panni mise en espace
Evo Ensemble
Orchestra Roma Sinfonietta
Marcello Panni direttore
 
Filmati e proiezioni dal film di Sylvano Bussotti, RARA (1968/1970) 
nell’edizione restaurata dalla Cineteca di Bologna
 
In collaborazione con La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello, Cineteca di Bologna

A tre anni dalla scomparsa di Sylvano Bussotti (1931-2021 - la foto in alto è di Franco Morini), il 61° Festival di Nuova Consonanza rende omaggio al geniale compositore fiorentino, artista poliedrico, moderno e originale, che ha segnato il percorso del secondo Novecento musicale e i primi decenni del XXI secolo.
Per la prima volta in assoluto viene messo in scena al Teatro Vascello lunedì 25 novembre (ore 21) SyroSadunSettimino, sua opera da camera su testo di Dacia Maraini (nella foto a sinistra), eseguita una volta sola nel 1974 in forma di concerto al Festival di Royan, con la voce recitante di Bussotti stesso e la direzione allora (come oggi) dell’amico e direttore d’orchestra Marcello Panni, interprete accreditato di altre prime assolute di Bussotti (Bergkristall all’Opera di Roma, Cristallo di Rocca alla Scala, Passion selon Sade a Genova).
La serata viene introdotta al pubblico da Dacia Maraini, Marcello Panni e Rocco Quaglia compagno di una vita di Bussotti; modera Alessandro Mastropietro.
Lavoro per voce recitante, coro, danza ed ensemble strumentale,
 vede per l’occasione sul palco l’attrice Manuela Kustermann (nella foto a destra), anche lei amica storica di Bussotti, voce narrante dell’opera, Carlo Massari impegnato in un balletto “monodanza” di cui lui stesso crea coreografie, la formazione vocale Evo ensemble e i musicisti di Roma Sinfonietta diretti da Marcello Panni che cura anche la mise en espace. Proiezioni e filmati di Bussotti dal suo film RARA (1968/1970), nell’edizione restaurata dalla Cineteca di Bologna, faranno da scenografia mobile.
Il poema di Dacia Maraini del 1969, da lei rivisto per questa nuova esecuzione, forma la struttura dell’opera e ha come soggetto un tema scabroso per l’epoca e per i gusti del pubblico: un ragazzo che nasce settimino e vuole diventare ballerino. Le sue difficoltà però nascono dall’ambiguità della sua sessualità, che oggi si direbbe fluida, e oscilla tra maschio e femmina nel corso del poemetto con accenti abbastanza crudi. Nel corso della sua difficile adolescenza egli deve superare ostacoli familiari e pregiudizi sociali per realizzarsi. Un percorso di vita tormentato, un ritratto di un ballerino e della sua diversità.
L’operina alterna con grande originalità testo, balletto, cori a cappella e una parte strumentale per una piccola orchestra di sette strumenti, gli stessi dell’Histoire du Soldat di Stravinskij, con l’aggiunta di una grande parte per pianoforte che è anche secondo percussionista. Per la novità del progetto e la scabrosità dell’argomento, questa operina non trovò posto sulle scene di nessun teatro italiano e il cammino di Bussotti andò in altre direzioni. Solo quattro brani per 12 voci a cappella con il titolo Sadun furono riusati come base per un Ballet blanc al Maggio Musicale Fiorentino del 1976.
 
Compositore, scenografo, costumista, pittore, direttore artistico di vari teatri italiani come la Fenice di Venezia, il Festival Puccini di Torre del Lago, la Biennale Musica, Sylvano Bussotti ha scritto numerose opere liriche, balletti, pagine orchestrali e una ricca produzione di musica da camera e solistica. Tra le opere ricordiamo Passion selon Sade (Genova, Carlo Felice) Lorenzaccio (Venezia, la Fenice) Rara Requiem (Parigi, Journèes Bussotti) Cristallo di Rocca (Milano, Scala) Bergkristall e Racine (Opera di Roma). Innovativo nella musica, inventivo nella scrittura e nella pittura, che lo pone tra i più originali talenti del ‘900 italiano, si ricordano ancora le sue numerose messe in scena come regista, costumista e scenografo di opere di Verdi e Puccini (oltre alle sue stesse opere) all’Arena di Verona, alla Scala, a Roma, Genova, Palermo.
 
In occasione dello spettacolo, domenica 24 novembre (ore 11, prenotazione obbligatoria scrivendo a promozione@nuovaconsonanza.it) nella Sala Cinema di Palazzo delle Esposizioni, la proiezione del documentario Bussotti par lui-même (1976, 74') di Carlo Piccardi. Intervengono Rocco Quaglia, Marcello Panni e Daniela Tortora.


A Trieste con Richard Strauss e Bruckner giunge il quinto concerto sinfonico con Enrico Calesso e la star internazionale Francois Leleux - sabato 23/11

 
STAGIONE SINFONICA 2024 DEL TEATRO G. VERDI DI TRIESTE
Sabato 23 novembre 2024 ore 18.00
 
Direttore ENRICO CALESSO
Oboe FRANÇOIS LELEUX
 Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

RICHARD STRAUSS
Concerto in re magg. per oboe e piccola orchestra
 
ANTON BRUCKNER
Sinfonia n. 7 in mi magg.
 
 
Con un programma di estremo virtuosismo sia per il solista sia poi per l’orchestra e che indaga in musica il limitare tra Ottocento e Novecento nella cultura Mitteleuropea, torna al grande sinfonismo Enrico Calesso, dopo la fortunata Traviata che ha aperto la stagione lirica in corso. Con lui uno dei più stimati oboisti al mondo, il francese Francois Leleux (nella foto di Baptiste Millot), tra i cameristi e solisti più ricercati del panorama internazionale e assai raro in Italia.
La serata si apre con uno dei brani per oboe più celebri di tutto il repertorio per questo strumento, composto da Richard Strauss, ormai vecchio e malato, nel 1945 su sollecitazione del giovane oboista dell’Orchestra di Filadelfia, allora militare dell’esercito americano di stanza in Europa John de Lancy. La piccola orchestra voluta da Strauss mette in primo piano la brillante partitura dell’oboe, la quale svetta per virtuosismo e per un uso completo di tutte le possibili sfumature dello strumento, rendendo questo concerto una delle vette di bravura affrontabili solo da solisti di grande statura, quali appunto Francois Leleux, considerato uno dei maggiori oboisti della sua generazione ed al contempo raffinato camerista. Sin dal debutto alla Tonhalle di Zurigo, il concerto ha sempre ottenuto un grande successo anche di pubblico, grazie al garbato spirito mozartiano che spicca sin dal primo movimento, dando alle difficoltà tecniche quell’aura di elegante sprezzatura che non smette mai il suo fascino.
Ben altro clima, ma pur sempre in dialogo con Strauss ed ugualmente impervia per tutta l’orchestra, è la Sinfonia n.7di Bruckner, autore che il nostro Direttore Stabile Enrico Calesso racconta di aver voluto affrontare solo dopo i quaranta anni, dopo aver riconosciuto in sé la maturità necessaria per entrare nelle sue complesse costruzioni postwagneriane. Dunque a pochi mesi dal bicentenario della nascita del grande compositore austriaco, a Trieste l’orchestra del Verdi si cimenterà con la partitura dedicata a Ludwig II di Baviera e che Luchino Visconti volle come colonna sonora di Senso, doppio segnale di quel clima sovraeccitato, febbrile, intriso di dolente sensualità, contesto di impervi cambi ritmici, che percorre tutta la monumentale sinfonia, il cui successo consacrò Bruckner come nuovo idolo dei wagneriani e al contempo disorientò la critica più tradizionalista.
Cominciata nel 1881 e conclusa nel 1883, la sinfonia nasce sotto il segno del presagio dell’imminente morte di Wagner, la quale giunge proprio durante la composizione dell’Adagio centrale, trasformandolo in un vero compianto del grande Maestro, sottolineato dalla presenza, fortissimamente voluta da Bruckner, delle tube wagneriane.
Quest’opera è dunque vero cimento per ogni orchestra ed ogni direttore e lo stesso Bruckner ne era pienamente consapevole tanto che fino all’ultimo continuò ad avanzare dubbi sull’eseguibilità della settima e volle essere presente alle ultime due prove prima del debutto, che era stato più volte posticipato anche per le difficoltà della partitura.
Commenta così il Direttore Enrico Calesso (nella foto a destra) questa sfida che giunge dopo le eccellenti prove su Strauss e Wagner alla testa della compagine tergestea nell’ultimo concerto sinfonico: “Sono molto lieto di celebrare con l'orchestra del Teatro Verdi l'anno bruckneriano con la Settima del grande compositore austriaco. Al tempo stesso continua con questa Sinfonia lo sguardo estetico rivolto a Richard Wagner, omaggiato da Bruckner con il colore tipico delle tube wagneriane introdotte nel Ring. Sono inoltre felice di proseguire il percorso interpretativo dell'opera di Richard Strauss, eseguendo il suo concerto per oboe insieme a Francois Leleux, uno dei massimi interpreti di questa grande pagina del 900”

Domenica 24 novembre a “Careggi in Musica” protagonista la viola di Simona Collu, vincitrice del Premio Miglior Violista al Premio Crescendo 2022

 
A.Gi.Mus. Firenze
in collaborazione con
Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi
 
Aula Magna del Nuovo Ingresso dell'Ospedale di Careggi
(Padiglione 3, Largo Brambilla 3)
 
domenica 24 novembre, ore 10.30
A VIOLA SOLA
Concerto premio miglior violista | Premio Crescendo 2022
Simona Collu viola
Musiche di Reger, Telemann, Hindemith
 
INGRESSO LIBERO


Domenica 24 novembre, ore 10.30, all’Aula Magna del Nuovo Ingresso dell’Ospedale di Careggi (Largo Brambilla 3, Firenze, ingresso libero), A.Gi.Mus. Firenze ospita in concerto la giovane violista Simona Collu, vincitrice del premio speciale dedicato al miglior violista al Premio Crescendo 2022, il concorso internazionale di A.Gi.Mus. Firenze.
Il programma prevede musiche di Reger, Telemann, Hindemith.
 
Simona Collu, nata nel 2003, ha iniziato la sua formazione musicale con il violino all'età di quattro anni presso la Scuola di Musica di Fiesole. Nel 2016 ha iniziato lo studio della viola sotto la guida di Antonello Farulli e negli anni 2020-2022 si è perfezionata con Bruno Giuranna. Attualmente prosegue i suoi studi presso la prestigiosa Escuela Superior de Musica Reina Sofia sotto la guida di Nobuko Imai e Wenting Kang. Ha partecipato a masterclass tenute da Lawrence Power, Heime Müller, Thomas Selditz, Yibin Li, Christophe Giovaninetti, Paul Cortese e del Quarttetto Casals. Vincitrice di numerosi concorsi nazionali ed internazionali, tra cui la borsa di studio per i migliori allievi della Scuola di Musica di Fiesole, il Concorso Riviera Etrusca, il Concorso A. Salieri, nel 2022 ha ricevuto il premio in qualità di miglior violista presso il concorso internazionale Premio Crescendo di Firenze. Ha partecipato a numerosi festival nazionali ed internazionali, tra cui Virtuoso & Belcanto Music Festival, Chigiana International Festival & Summer Academy, Erben Music Festival, Imola Summer Music Festival, Sesto Rocchi Open Chamber Music Festival. Come musicista da camera suona in duo con il pianista Sebastian Suvini ed è attualmente membro del Quartetto Stoneshield e del Trio Kegelstatt. Precedentemente ha fatto parte del Quartetto Kaleidos con il quale ha vinto per due volte le borse di studio della Scuola di Musica di Fiesole come miglior quartetto, il primo premio al concorso internazionale Città di Airola e il secondo premio al concorso internazionale Piero Farulli.
 
La stagione concertistica “Careggi in Musica”, aperta ai degenti dell’ospedale e al pubblico esterno, è promossa da A.Gi.Mus e Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi. E’ realizzata con il sostegno di Ministero della Cultura, Regione Toscana, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Firenze, Fondazione CR Firenze.


“FERRARA MUSICA AL RIDOTTO”: DOMENICA 24 NOVEMBRE PROSEGUE IL "PIANO DUO FESTIVAL" CON VALERIO CACCIARI, MARCO MEROLA, GIOVANNI BERGAMASCO E CARLO BERGAMASCO

 

Secondo appuntamento del Ferrara Piano Duo Festival, domenica 24 novembre alle 10.30. "Ferrara Musica al Ridotto" propone i solisti Marco Merola (nella prima foto, a sinistra) nell'esecuzione del Secondo Concerto di Chopin e Giovanni Bergamasco (nella seconda foto, a destra)nel Concerto op. 16 di Grieg. 
Due pagine di estremo impegno per i giovani allievi di Daniele Borgatti al Conservatorio "Frescobaldi" di Ferrara, promotore della rassegna nell’ambito delle domeniche di Ferrara Musica. Saranno rispettivamente affiancati da Valerio Cacciari e da Carlo Bergamasco nel ruolo di secondo pianoforte, sostituendo l'orchestra nel virtuosismo richiesto da queste partiture. 
La prima del Concerto in fa minore di Chopin ebbe luogo il 17 marzo 1830 al Teatro Nazionale di Varsavia, e l'opera manifesta tutta la complessità e le insidie del pianismo brillante e salottiero dell’epoca. L'autore ne era pienamente consapevole: "Il primo Allegro è accessibile solo a pochi" scriveva “e il Finale nello stile di Hummel è davvero molto impegnativo”. 
Il Concerto per pianoforte fu composto da Grieg durante l'estate del 1868. E’ pervaso da un costante e tenero lirismo, che si rivela subito dopo il celebre attacco, scandito con impeto da accordi, ottave e arpeggi del pianoforte. Anche il Finale coniuga una straordinaria brillantezza virtuosistica all’ispirazione melodica - apparentemente semplice e molto nordica -, tradotta in scrittura pianistica tutta sviluppata nel segno di Chopin.

LIRICA / Al Teatro Pergolesi di Jesi vanno in scena I Quadri parlanti di Gaspare Spontini dopo un oblio di 224 anni.

 
mercoledì 27 novembre 2024, ore 16 – anteprima giovani*
venerdì 29 novembre 2024, ore 20.30
domenica 1 dicembre 2024, ore 16**
I QUADRI PARLANTI 
Dramma giocoso in due atti
Libretto di Gaetano Bongiardino
musica di Gaspare Spontini
revisione critica a cura di Federico Agostinelli
Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini
con il contributo del Centro Studi per la Musica Fiamminga di Anversa
 
Personaggi e interpreti
Chiarella, Martina Tragni  
Menicuccio, Davide Chiodo  
Don Bertoldo, Alfonso Michele Ciulla 
Capitan Belfiore, Giuseppe Di Giacinto
Rosina, Michela Antenucci
Bettina, Giada Borrelli
Abbate/Falloppa, Francesco Tuppo
 
direttore Giulio Prandi
regia Gianni Marras
scene Alessandra Bianchettin*
costumi Asya Fusani*
*vincitrici della IV edizione del Concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” riservato a iscritti al Biennio di Specializzazione in Scenografia delle Accademie di Belle Arti di Macerata, Bologna, Venezia, Carrara, Bari e Brera.
luci Marco Chiavetti
 
Time Machine Ensemble
 
NUOVA PRODUZIONE
PRIMA ESECUZIONE ASSOLUTA IN TEMPI MODERNI


Venerdì 29 novembre ore 20,30 e domenica 1° dicembre ore 16 (con anteprima giovani mercoledì 27 novembre ore 16), va in scena la prima esecuzione assoluta in tempi moderni de “I Quadri Parlanti” di Gaspare Spontini, dramma giocoso in due atti su libretto di Gaetano Bongiardino, la cui prima rappresentazione fu nella primavera del 1800 al Teatro di Santa Cecilia a Palermo. Dopo oltre due secoli, l’opera torna in scena nella revisione critica a cura di Federico Agostinelli per le Edizioni Fondazione Pergolesi Spontini con il contributo del Centro Studi per la Musica Fiamminga di Anversa.
È la proposta della 57esima Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi, a cura della Fondazione Pergolesi Spontini, quale terzo titolo di un cartellone inaugurato con successo da La Vestale, tra i titoli più celebri del compositore marchigiano di cui si celebrano i 250 anni della nascita a Maiolati Spontini.
 
Il manoscritto autografo della partitura de “I quadri parlanti” è stato ritrovato nel giugno del 2016 nella Biblioteca del Castello d'Ursel (nella foto) ad Hingene nelle Fiandre, unica fonte musicale dell'opera a tutt'oggi conosciuta. Dell’opera si conservata traccia solo tramite il libretto pubblicato a Palermo in occasione del primo e, per quanto ci risulti, finora unico allestimento dell'opera. Nel Castello d’Ursel furono, in quella occasione, ritrovati altri manoscritti autografi di Spontini, relativi alle partiture - ritenute scomparse - di tre opere e una cantata: il melodramma buffo “I quadri parlanti” del 1800, il dramma giocoso “Il Geloso e l’audace” del 1801 (Palermo), la farsa giocosa “Le metamorfosi di Pasquale” del 1802 (Roma) e la cantata “L’Eccelsa gara” del 1806 (Parigi). All’eccezionale ritrovamento ha fatto seguito l’accordo (pluriennale dal 2016 al 2020) tra il Centro Studi per la Musica Fiamminga e della Provincia di Anversa e la Fondazione Pergolesi Spontini, per la revisione critica e la valorizzazione dei manoscritti.
L’opera, in due atti, risulta essere completa. Appartiene a quell’insieme di opere giovanili che l’autore ha scritto seguendo lo stile napoletano su cui si era formato e che aveva fatto grande la scuola dell’opera italiana in tutto il mondo. Sono lavori che dimostrano già la maestria nella scrittura del giovane Spontini e che, seppur non abbiano in sé i tratti dell’innovazione linguistica che il musicista porterà nel suo periodo francese, hanno un altissimo valore storico/estetico. La vicenda, ambientata a Napoli, è contesta di intrighi, burle, tradimenti e lieto fine: al centro, il classico gioco delle parti dove varie coppie si intrecciano in amori nascosti e osteggiati.
 
Direttore della nuova produzione è Giulio Prandi (nella foto) sul podio del Time Machine Ensemble, la regia è di Gianni Marras, le luci sono di Marco Chiavetti.
L’allestimento è all’insegna della creatività giovanile con scene e costumi firmate da Alessandra Bianchettin e Asya Fusani, vincitori della IV edizione del Concorso dedicato a Josef Svoboda “Progettazione di Allestimento scene e costumi di Teatro Musicale” riservato a iscritti al Biennio di Specializzazione in Scenografia delle Accademie di Belle Arti di Macerata, Bologna, Venezia, Carrara, Bari e Brera.
Giovani anche gli interpreti della compagnia di canto, con Martina Tragni (Chiarella), Davide Chiodo (Menicuccio), Alfonso Michele Ciulla (Don Bertoldo), Giuseppe Di Giacinto (Capitan Belfiore), Michela Antenucci (Rosina), Giada Borrelli (Bettina), Francesco Tuppo (Abbate/Falloppa).
 
L’opera è affiancata da un percorso inclusivi e di opera accessibile dedicato agli spettatori con disabilità uditiva e visiva nella recita domenicale. Per gli studenti, c’è il percorso formativo “Musicadentro”, che dopo gli incontri nelle scuole, porta a teatro i ragazzi in occasione dell’anteprima giovani.
Tra gli eventi collaterali, torna inoltre l’Operadinner al Circolo Cittadino di Jesi, performance teatrale con cena per conoscere trama e personaggi dell’opera: l’appuntamento è venerdì 22 novembre ore 20.
Le guide all’opera condotte dal direttore artistico Cristian Carrara (nella foto) sono due: una in streaming dal sito della Fondazione, disponibile da domenica 24 novembre ore 11, l’altra dal vivo alle Sale Pergolesiane prima dello spettacolo, alle ore 19 venerdì 29 novembre, e alle ore 15 domenica 1 dicembre.
La musica dell’opera risuonerà nell’aria in filodiffusione per le vie del centro storico, dal mercoledì al sabato nella settimana del debutto dell’opera.