venerdì 22 novembre 2024

A Trieste con Richard Strauss e Bruckner giunge il quinto concerto sinfonico con Enrico Calesso e la star internazionale Francois Leleux - sabato 23/11

 
STAGIONE SINFONICA 2024 DEL TEATRO G. VERDI DI TRIESTE
Sabato 23 novembre 2024 ore 18.00
 
Direttore ENRICO CALESSO
Oboe FRANÇOIS LELEUX
 Orchestra della Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste

RICHARD STRAUSS
Concerto in re magg. per oboe e piccola orchestra
 
ANTON BRUCKNER
Sinfonia n. 7 in mi magg.
 
 
Con un programma di estremo virtuosismo sia per il solista sia poi per l’orchestra e che indaga in musica il limitare tra Ottocento e Novecento nella cultura Mitteleuropea, torna al grande sinfonismo Enrico Calesso, dopo la fortunata Traviata che ha aperto la stagione lirica in corso. Con lui uno dei più stimati oboisti al mondo, il francese Francois Leleux (nella foto di Baptiste Millot), tra i cameristi e solisti più ricercati del panorama internazionale e assai raro in Italia.
La serata si apre con uno dei brani per oboe più celebri di tutto il repertorio per questo strumento, composto da Richard Strauss, ormai vecchio e malato, nel 1945 su sollecitazione del giovane oboista dell’Orchestra di Filadelfia, allora militare dell’esercito americano di stanza in Europa John de Lancy. La piccola orchestra voluta da Strauss mette in primo piano la brillante partitura dell’oboe, la quale svetta per virtuosismo e per un uso completo di tutte le possibili sfumature dello strumento, rendendo questo concerto una delle vette di bravura affrontabili solo da solisti di grande statura, quali appunto Francois Leleux, considerato uno dei maggiori oboisti della sua generazione ed al contempo raffinato camerista. Sin dal debutto alla Tonhalle di Zurigo, il concerto ha sempre ottenuto un grande successo anche di pubblico, grazie al garbato spirito mozartiano che spicca sin dal primo movimento, dando alle difficoltà tecniche quell’aura di elegante sprezzatura che non smette mai il suo fascino.
Ben altro clima, ma pur sempre in dialogo con Strauss ed ugualmente impervia per tutta l’orchestra, è la Sinfonia n.7di Bruckner, autore che il nostro Direttore Stabile Enrico Calesso racconta di aver voluto affrontare solo dopo i quaranta anni, dopo aver riconosciuto in sé la maturità necessaria per entrare nelle sue complesse costruzioni postwagneriane. Dunque a pochi mesi dal bicentenario della nascita del grande compositore austriaco, a Trieste l’orchestra del Verdi si cimenterà con la partitura dedicata a Ludwig II di Baviera e che Luchino Visconti volle come colonna sonora di Senso, doppio segnale di quel clima sovraeccitato, febbrile, intriso di dolente sensualità, contesto di impervi cambi ritmici, che percorre tutta la monumentale sinfonia, il cui successo consacrò Bruckner come nuovo idolo dei wagneriani e al contempo disorientò la critica più tradizionalista.
Cominciata nel 1881 e conclusa nel 1883, la sinfonia nasce sotto il segno del presagio dell’imminente morte di Wagner, la quale giunge proprio durante la composizione dell’Adagio centrale, trasformandolo in un vero compianto del grande Maestro, sottolineato dalla presenza, fortissimamente voluta da Bruckner, delle tube wagneriane.
Quest’opera è dunque vero cimento per ogni orchestra ed ogni direttore e lo stesso Bruckner ne era pienamente consapevole tanto che fino all’ultimo continuò ad avanzare dubbi sull’eseguibilità della settima e volle essere presente alle ultime due prove prima del debutto, che era stato più volte posticipato anche per le difficoltà della partitura.
Commenta così il Direttore Enrico Calesso (nella foto a destra) questa sfida che giunge dopo le eccellenti prove su Strauss e Wagner alla testa della compagine tergestea nell’ultimo concerto sinfonico: “Sono molto lieto di celebrare con l'orchestra del Teatro Verdi l'anno bruckneriano con la Settima del grande compositore austriaco. Al tempo stesso continua con questa Sinfonia lo sguardo estetico rivolto a Richard Wagner, omaggiato da Bruckner con il colore tipico delle tube wagneriane introdotte nel Ring. Sono inoltre felice di proseguire il percorso interpretativo dell'opera di Richard Strauss, eseguendo il suo concerto per oboe insieme a Francois Leleux, uno dei massimi interpreti di questa grande pagina del 900”

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