mercoledì 11 dicembre 2019

Il Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste propone il balletto Don Chisciotte di Aloisius Ludwig Minkus, con la coreografia storica di Marius Petipa



Dopo il grande successo e l’entusiasmo per la doppia inaugurazione della Stagione lirica e di balletto con Turandot e Aida, la Fondazione Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste propone il balletto Don Chisciotte di Aloisius Ludwig Minkus, con la coreografia storica di Marius Petipa, da martedì 17 dicembre (prima rappresentazione alle ore 20.30) con repliche fino al 21 dicembre 2019. L’Orchestra della Fondazione sarà diretta da Yuri Bervetsky, ballerini solisti Yaryna Kotys, Oleksandr Omelchenko, Daryna Kirik e Yevheniy Svetlitsa.
La collaborazione internazionale con il Balletto della Lviv National Opera valorizza una Compagnia di ballo riconosciuta in Ucraina come patrimonio nazionale, che si esibisce in molti Paesi europei nei teatri più importanti di Polonia, Francia, Spagna, Portogallo, Germania, Norvegia, Svezia e Svizzera, alle cui produzioni assistono ogni anno più di 115.000 spettatori. Composta da giovani ballerini, la Compagnia vanta Honored Artists ucraini vincitori di numerosi concorsi internazionali.
Il Direttore Yuri Bervetsk, al suo debutto in Italia, è nato nel 1970 nella città di Drohobyč, in Ucraina, ha studiato al Dipartimento di Opera e Direzione Sinfonica della Lviv National Musical Academy “M. Lysenko”. Dal 2000 ricopre il ruolo di direttore del Lviv National Opera e dal 2005 è direttore principale e direttore artistico dell'Orchestra Sinfonica dell’Opera Studio di Lviv. Partecipa a numerosi festival internazionali e dirige regolarmente molte orchestre dell’Ucraina e della Polonia.
Don Chisciottefu rappresentato per la prima volta a Mosca nel 1869, al teatro Bolshoi che aveva commissionato il lavoro. Nel 1871 andò in scena a San Pietroburgo in una versione ampliata e arricchita che è rimasta quella definitiva. Con interpolazioni e modifiche nelle successive e numerose riprese, Don Chisciotte si è affermato come uno dei lavori principali della fase centrale del balletto russo.
Al Teatro Lirico Giuseppe Verdi di Trieste il Don Chisciotte, romanzo di Cervantes ricco di episodi fantasiosi, pittoreschi, avventurosi e sentimentali, è stato proposto al pubblico due sole volte: nel 1961 con il London’s Festival Ballet e nel 2001 con il Balletto del Teatro Bolshoi di Mosca.


Lucca: Corrado Augias sarà ospite dei Puccini Days 2019 con la sua nuova narrazione su Tosca



Sabato 14 dicembre (ore 21) al Teatro del Giglio il grande giornalista e scrittore Corrado Augias sarà ospite dei Puccini Days 2019 con la sua nuova narrazione su Tosca, un nuovo racconto teatrale dedicato a Giacomo Puccini dal titolo “Corrado Augias narra Tosca”. Di e con Corrado Augias, l’evento è curato, per supervisione tecnica e mise en éspace, da Angelo Generali per Corvino Produzioni. Tema portante della sesta edizione dei Puccini Days, Tosca sarà narrata da Augias con la consueta capacità di analisi e competenza che contraddistinguono ogni suo spettacolo sui grandi temi della musica e dell’arte.

Giornalista e scrittore, Corrado Augias è nato a Roma. È stato molti anni all’estero: Parigi prima, New York poi, da dove è stato corrispondente del settimanale "L'Espresso" e del quotidiano "La Repubblica", al quale tuttora collabora. Per “La Repubblica”, cura la rubrica quotidiana di corrispondenza con i lettori.  Ha pubblicato molti libri di narrativa e di saggistica, ha scritto per il teatro, ideato e condotto numerosi programmi televisivi. Dal 2006, sempre con Corvino Produzioni, porta in scena nei teatri di tutta Italia e non solo spettacoli dedicati alle grandi figure della storia della musica e dell’arte. All'inizio degli Anni Sessanta ha partecipato al movimento dell'avanguardia teatrale romana con il Teatro del 101, diretto da Antonio Calenda, per il quale ha scritto Direzione Memorie e Riflessi di conoscenza, protagonista Gigi Proietti. Hai ideato e presentato trasmissioni televisive molto popolari tra le quali "Telefono Giallo" su casi criminali irrisolti, il programma di libri "Babele", la rubrica quotidiana "Le storie - Diario Italiano", tutti per Raitre. Numerose edizioni e traduzioni in Europa e negli Stati Uniti hanno avuto i suoi "romanzi" sulla città: I segreti di New York. Londra, Parigi e Roma. Al teatro è tornato con Le fiamme e la ragione, coproduzione Promo Music e Festival della Scienza di Genova 2007 (Regia Ruggero Cara), in cui ha portato in prima persona sulla scena la vicenda umana di Giordano Bruno.
Il Festival Lucca Puccini Days è frutto della collaborazione tra Comune di Lucca, Fondazione Giacomo Puccini e Teatro del Giglio, e realizzato con il sostegno della Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca e i prestigiosi patrocini di MIBAC – Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Toscana e AGIS Toscana. Il Teatro del Giglio, la Fondazione Giacomo Puccini e il Comune di Lucca ringraziano tutti i soggetti che direttamente o indirettamente supportano le loro attività: Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, Regione Toscana, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Fondazione Banca del Monte di Lucca, Unicoop Firenze, Manifattura Sigaro Toscano, Lucca Promos, The Lands of Giacomo Puccini, ACelli Group e Italia Technology Alliance.
 
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Biglietti da 10,00 a 20,00 euro, con speciali riduzioni per gli Abbonati alle Stagione del Teatro del Giglio. Prenotazioni e acquisti alla Biglietteria del Teatro del Giglio (tel. 0583.465320 – e-mail biglietteria@teatrodelgilgio.it) e su www.teatrodelgiglio.it.



Solo con la voce - A NOVA MILANESE LA CELEBRE CHORUS BAND



Sabato 14 Dicembre ore 21 al Teatro Comunale di Nova Milanese apriamo la Stagione Musicale con la pluripremiata orchestra vocale CHORUS BAND che “canta” e “suona” riproducendo, con la sola voce, le melodie e gli accompagnamenti strumentali
Una formula originale, unica e distintiva, che riscuote ovunque successi e repliche, e garantisce un emozionante, intrigante e coinvolgente spettacolo. Un repertorio straordinario, con gli arrangiamenti del direttore Mario Marelli, che spazia dai brani pop-rock “evergreen” degli anni ’60, ’70, ’80 fino alle melodie natalizie.

Ascoltando Canova alle Gallerie d'Italia: duo di violini all'interno della mostra





Momenti musicali a Milano all’interno della mostra Canova Thorvaldsen: la nascita della scultura moderna presso Le Gallerie d'Italia. Un’occasione per prolungare, attraverso la musica, le vibrazioni e le emozioni che il marmo, la materia e le opere esposte sapranno regalare ai visitatori. Giovedì 12 dicembre dalle 19 alle 20 – Duo di violini – con gli artisti Elia Mariani e Eleonora Matsuno che si esibiranno all’interno delle sale della mostra, dialogando sulle note di Boccherini, Leclair e Viotti.

Per informazioni chiamare il numero verde 800.167619

OPERA: IN SCENA UN NUOVO TITOLO DEDICATO AL NATALE AL COMUNALE DI MODENA



Va in scena domenica 15 dicembre 2019 alle 17 al Teatro Comunale Luciano Pavarotti La Notte di Natale, nuova opera commissionata insieme al Teatro dell’Opera Giocosa di Savona (dove è andata in scena lo scorso primo dicembre) al compositore Alberto Cara. Il testo di Simone Pintor, che firma anche la regia dello spettacolo, è liberamente tratto dal noto racconto di Nikolaj Gogol’, autore classico della letteratura russa. La direzione musicale è affidata a Diego Ceretta, alla guida dell’Ensemble del Teatro dell’Opera Giocosa e delle Voci bianche della Fondazione Teatro Comunale di Modena. Il cast è composto da interpreti usciti dai corsi di alto perfezionamento del Teatro Comunale (Floriana Cicio e Raffaele Feo), di Raina Kabaivanska (Daniel Kim Sunggyeul) e dalla Scuola dell’opera del Teatro Comunale di Bologna (Aloisa Aisemberg). Scene e costumi sono di Mariangela Mazzeo, luci di Marco Alba. La durata dello spettacolo è di circa un’ora.

La vicenda, a lieto fine, è ambientata nel nostro tempo, il giorno di Natale. Il Diavolo e una strega di nome Soloca rubano la Luna: da quel momento la popolazione inizia a vivere desiderando unicamente beni materiali. Anni dopo, Ocsana, la più bella e ricca ragazza del paese, si prende gioco di Nikolaj, un povero fattorino innamorato di lei, offrendosi di sposarlo se le porterà un dono speciale: le scarpette dell’ultima zarina di Russia. Inizia così il viaggio disperato di Nikolaj che, nel tentativo di conquistare il cuore della sua amata, dona l’anima al Diavolo e torna indietro nel tempo per recuperare le tanto desiderate scarpette.

“Gogol’ mette in campo una sagace critica alla società attraverso uno stile visionario e fantastico – spiegano gli autori dell’opera -. Se nella narrazione originale la desolante mediocrità umana emerge soprattutto in alcuni personaggi di contorno, nella nostra trasposizione teatrale questo aspetto è affidato ai luoghi e al tempo abitati dai protagonisti. Perché la nostra messinscena non si trasformasse per noi spettatori del XXI secolo in un mero esercizio di storia, la sfida era quella di rendere credibile e riconoscibile anche oggi la raffigurazione satirica operata da Gogol’ sul proprio tempo. Ecco perché ci è sembrato utile attualizzare il contesto, creando un collegamento diretto con il mondo moderno per stimolare una partecipazione attiva del pubblico, mettendolo così in grado di immedesimarsi nei personaggi e riconoscersi nelle stesse problematiche. La provincia della campagna ucraina è divenuta allora una moderna provincia industriale, povera, grigia e inquinata come tante altre province del mondo globalizzato. Una provincia dove bambini e adulti non smettono comunque di sognare e vivere il Natale, ma dove lo spirito della festa, il tempo dell’aggregazione spirituale, improvvisamente sono scomparsi, sostituiti dal desiderio di possesso materiale e dal tempo dell’economia.

Alberto Cara è autore di musica sinfonica da camera e operistica; i suoi lavori di sono stati eseguiti in Italia e all'estero. Per il Teatro Regio di Torino ed il Teatro Comunale di Bologna ha composto l’opera Il colore di Cenerentola (2006). Il librettista Stefano Simone Pintor ha firmato circa 15 opere per importanti teatri d’opera italiani e stranieri. Fra i suoi lavori più recenti Ettore Majorana, edito da Ricordi e coprodotto dai 5 teatri di Opera Lombardia e la Fondazione Haydn di Bolzano e Vivaldi – Dangerous Liaisons, edito e prodotto da Opera2Day (Olanda).

Stuttgarter Philharmoniker al Conservatorio Verdi di Milano con un tutto Ravel e una trascrizione per voce e orchestra del ciclo beethoveniano 'An die ferne Geliebte'



La grande stagione concertistica di Milano 2019/2020
Mercoledì 18 dicembre  2019 - ore 20.45    - Serie Rubino –
SALA VERDI – CONSERVATORIO “G.VERDI” di Milano


Il 22 novembre 1928, all’Opéra Garnier di Parigi andò in scena la prima esecuzione pubblica del Boléro di Maurice Ravel, musica per balletto destinata a diventare una delle composizioni musicali più famose, studiate e citate del Novecento. Ravel, che era nato 47 anni prima in un piccolo paese dei Pirenei francesi, l’aveva composto per Ida Rubinstein, danzatrice e celebrità della Parigi dell’epoca; oggi l’orchestra Filarmonica di Stoccarda lo ripropone come ultimo brano del programma e come arrivederci al nuovo anno. La serata si apre con la voce del baritono italiano Andrè Schuen, che debutta in Conservatorio con il celebrato ciclo “An die ferne Geliebte” (All’amata lontana), consapevole e riuscitissimo contributo beethoveniano alla letteratura liederistica.



Mercoledì 18 Dicembre 2019 - ore 20.45
STUTTGARTER PHILHARMONIKER
DAN ETTINGER, direttore
ANDRÉ SCHUEN, baritono
L. van Beethoven, An die ferne Geliebte Sei Lieder op.98 (arr. F. Weingartner)
M. Ravel, La Valse
M. Ravel, Valses nobles et sentimentales
M. Ravel, Don Quichotte à Dulcinée Three songs
M. Ravel, Bolero

Biglietti:
Interi:  Eur. 30,00
Ridotti Over 65:  Eur. 25,00
Studenti under 25:  Eur. 5,00

DAL 12 DICEMBRE PREVENDITA BIGLIETTI SINGOLI PER LA STAGIONE D’OPERA E DANZA 2019/20 - Al Teatro Alighieri tre titoli d’opera e quattro appuntamenti con la danza tra gennaio e aprile



Con tre serate d’opera e quattro appuntamenti con la danza, la Stagione 2019/20 del Teatro Alighieri porta a Ravenna raffinate coproduzioni e compagnie di calibro internazionale: i biglietti singoli per gli spettacoli saranno disponibili a partire da giovedì 12 dicembre presso la Biglietteria del Teatro Alighieri (anche telefonicamente), online sul sito ufficiale e su Vivaticket, presso gli IAT e le filiali della Cassa di Ravenna Spa. La Stagione Opera si apre con Serse (10 e 12 gennaio) di Händel, impreziosito da Accademia Bizantina diretta da Ottavio Dantone e dalla regia di Gabriele Vacis; per proseguire con la serata pucciniana Suor Angelica/Gianni Schicchi (31 gennaio, 2 febbraio), regia di Denis Krief e Marco Guidarini alla testa dell’Orchestra della Toscana, e con Lucrezia Borgia (6 e 8 marzo) di Donizetti nel nuovo allestimento di Andrea Bernard, con l’Orchestra Cherubini diretta da Riccardo Frizza. Il percorso danza si inaugura con il Nuovo Balletto di Toscana (15 e 16 febbraio) e la Cenerentola su musica di Prokof’ev e coreografia di Jiří Bubeníček, già vincitore del Benois de la Danse. L’Alonzo King Lines Ballet (29 febbraio, 1 marzo) presenta Händel e Common Ground, firmate dallo stesso fondatore della strepitosa compagnia di San Francisco, mentre si torna sulle punte per il Don Chisciotte di Johan Kobborg, da Petipa, con il Balletto Yacobson di San Pietroburgo (21 e 22 marzo). Gran finale con la Compagnie Hervé Koubi (4 e 5 aprile) e Les nuits barbares, creazione ad altissimo impatto visivo del coreografo franco-algerino.

Biglietti Opera da 14 a 50 Euro, biglietti Danza da 8 a 32 Euro
Speciale giovani: under 14 5 euro (esclusa platea), under 18 e universitari under 30 50% sul ridotto
Info e prevendite: Biglietteria Teatro Alighieri - tel. 0544 249244 - www.teatroalighieri.org

L’opéra-comique “Carmen”, di Georges Bizet, con la direzione del M° Beatrice Venezi e la regia di Paul-Émile Fourny, chiude la 52esima Stagione Lirica del Teatro Pergolesi, venerdì 20 e domenica 22 dicembre (anteprima giovani il 18 dicembre) per la 52^ Stagione Lirica di Tradizione.



Venerdì 20 dicembre alle ore 20.30, domenica 22 alle ore 16, con anteprima giovani mercoledì 18 dicembre alle ore 16, la “Carmen” arriva al Teatro Pergolesi di Jesi in una nuova produzione della Fondazione Pergolesi Spontini in co-produzione con Opéra-Théâtre de Metz Métropole, Opéra de Massy, Opéra de Reims, Centre lyrique Clermont Auvergne, Fondazione Rete Lirica delle Marche. L’opéra-comique in quattro atti su libretto di Henri Meilhac e Ludovic Halévy, dalla novella eponima di Mérimée, viene proposta nella versione originale, in lingua francese e con i dialoghi parlati, che debuttò all’Opéra-Comique di Parigi il 3 marzo 1875; alcuni dialoghi sono stati modificati a cura di Opéra-Théâtre de Metz Métropole. Edizione Alkor. Dopo le date di Jesi, l’opera andrà in scena tra gennaio e febbraio 2020 nei teatri di Fano, Ascoli Piceno e Fermo.

Sul podio, il Maestro Beatrice Venezi, tra le poche donne al mondo a dirigere orchestre a livello internazionale; innovativa, paladina di femminilità, nel 2018 è stata inserita da “Forbes” nell’elenco dei 100 giovani Under 30 leader del futuro e ha recentemente pubblicato il suo album d’esordio “My Journey - Puccini’s Symphonic Works”. La regia è di Paul-Émile Fourny che torna a Jesi dopo i successi di “Aucassin et Nicolette” (2019), “Werther” (2007), “Cavalleria Rusticana” e “Pagliacci” (2016). Per questo nuovo allestimento, le scene sono state realizzate nei Laboratori scenografici della Fondazione Pergolesi Spontini a Jesi e sono firmate da Benito Leonori, i costumi sono di Giovanna Fiorentini, light designer è Patrick Méeüs; assistente alla regia è Giovanna Spinelli, assistente alle scene Elisabetta Salvatori.
Nel ruolo del titolo il mezzosoprano canadese Mireille Lebel al suo debutto in Italia, mentre il tenore Enrico Casari sarà per la prima volta Don José. Anna Bordignon è Micaëla, Margherita Hibel canta Frasquita, Mercedes è Martina Rinaldi, Escamillo è Pietro Di Bianco; nella compagnia di canto, inoltre, Tommaso Caramia (Dancairo), Vasyl Solodkyy (Remendado), Andrea Tabili (Zuniga), Giacomo Medici (Moralès). Lilas Pastia è Francesco Mattioni. Per le recite nei teatri della Rete Lirica, si alternano nel ruolo di Frasquita le cantanti Margherita Hibel e Carmela Osato.
Suona la FORM – Orchestra Filarmonica Marchigiana, il Coro del Teatro della Fortuna di Fano è diretto da Mirca Rosciani, i Pueri Cantores “D. Zamberletti” di Macerata sono guidati da Gian Luca Paolucci.

L’argomento è tratto, molto liberamente, dal romanzo omonimo di P. Mérimée. Al libretto collaborò lo stesso Bizet, scrivendone anche alcune parti (tra cui le parole della famosa habanera cantata dalla protagonista, “L’amour est un oiseau rebelle”). La “Carmen” del 1875 appartiene al genere dell’opéra-comique ed era dunque, nella sua versione originale, composta da dialoghi recitati alternati alle parti musicali, è in tale forma che viene rappresentata a Jesi.

Il regista Paul-Émile Fourny ne propone un’angolazione originale, in stile indagine della polizia, con un delitto consumato all’interno di un teatro – le scene sono una perfetta ricostruzione del Teatro Moriconi di Jesi – di cui si cerca di stabilire le responsabilità. Da qui parte, come un flashback, la vicenda, con gitani e contrabbandieri trasformati in una compagnia di artisti teatrali impegnati nella messa in scena dell’opera di Bizet, in uno spettacolo in cui realtà e fantasia si intrecciano fino al tragico epilogo... La protagonista, Carmen, è un’attrice, al centro di un mondo divertente, vivente e ribelle, opposto all’universo di “poliziotti” incarnato dall’agente Moralès, dal commissario Zuniga e dall’ispettore José.
«Ho voluto proporre una lettura più contemporanea ma rispettosa dell’opera, evitando la caricatura spagnola per meglio sviluppare la drammaturgia” - spiega Paul-Émile Fourny. “L’idea è quella di una messa in scena vicina alle serie televisive poliziesche, e in particolare a quelle che si svolgono negli anni 50-60, perché Carmen è la storia di un crimine, in cui la protagonista è la vittima. Il mio sguardo è femminista, Carmen afferma le sue scelte di vita, sia professionali che personali; con un carattere forte, indurito, deve combattere per rivendicare il suo status di donna libera».

A margine dell’opera, la Fondazione Pergolesi Spontini propone al pubblico alcuni momenti di approfondimento presso le Sale Pergolesiane del Teatro Pergolesi: domenica 15 dicembre alle ore 11 la “Guida all’opera” con il musicologo Cristiano Veroli, e due incontri dal titolo “La trama prima dell’opera” con il direttore artistico Cristian Carrara, venerdì 20 dicembre ore 19 e domenica 22 dicembre ore 15. Inoltre, venerdì 20 dicembre alle ore 18,30, stesso luogo, il M° Beatrice Venezi presenterà il suo il suo album d’esordio “My Journey - Puccini’s Symphonic Works” per l’etichetta Warner Music.

La 52^ Stagione Lirica di Tradizione del Teatro Pergolesi di Jesi Stagione è organizzata dalla Fondazione Pergolesi Spontini, con la direzione artistica di Cristian Carrara. La sostengono il Ministero dei Beni, delle Attività Culturali e del Turismo, e la Regione Marche; Soci Fondatori Comune di Jesi e Comune di Maiolati Spontini, Partecipanti Aderenti Comune di Monsano, Partecipante Sostenitore Camera di Commercio delle Marche, Fondatori Sostenitori Gruppo Pieralisi e Starcom Italia, con il patrocinio di Consiglio Regionale delle Marche. Educational partner Trevalli Cooperlat. Sponsor PS Medical Center, DPA srl, Estra Prometeo. Si ringraziano UBI BANCA, CLABO SPA e tutti i Mecenati 2019 per il contributo erogato tramite Art Bonus.

(le foto sono di Luc Bertau e riprendono immagini della messa in scena al Teatro dell'Opera di Metz)


À la découverte de l'esprit: il barocco di Telemann e Bach con La Risonanza al Museo della Scienza e della Tecnologia, sabato 14 dicembre



LA RISONANZA per MILANO 2019/20
Sabato 14 dicembre 2019 ore 17.30

Sul Palco de La Risonanza
À la découverte de l'esprit

Museo nazionale della Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci, sala del Cenacolo
Via San Vittore 21, Milano
Speciale ingresso al concerto inclusa visita al museo con biglietto SCONTATO a 7,50€

G.Ph. Telemann (1681-1767)
Quatuor in sol maggiore da Nouveaux quatuors en six suites
Un peu vivement - Legerement - Gratieusement - Vite - Moderement - Gay - Lentement

Trio sonata in mi minore TWV 42:e7
Largo – Allegro – Largo – Allegro

J.S. Bach (1685-1750)
Partita in si bemolle maggiore BWV 825
Praeludium - Allemande - Corrente - Sarabande - Menuet I - Menuet II - Gigue

Da Musikalisches Opfer BWV 1079:
Sonata sopra Il soggetto reale a traversa, violino e continuo Largo - Allegro - Andante - Allegro

Tiziano Teodori flauto
Sakura Goto violino
Anna Lachegyi viola da gamba e violoncello
Laura Motta clavicembalo

200.Com Un progetto per la città - XIII edizione. Il Teatro Sociale di Como svela il regista di Aida



Dopo aver svelato il titolo scelto, Aida di Giuseppe Verdi, è ora il momento di rivelare chi sarà il regista che metterà in scena nell’estate 2020 l’ottava edizione di 200.Com Un progetto per la città.
A dare forma al titolo verdiano nell’Arena del Teatro Sociale di Como sarà Alessio Pizzech (a sinistra, nella foto di Barbara Rigon), uomo di spettacolo, a tutto tondo: multiforme la sua attività, sia nel teatro di prosa che nel teatro musicale, oltre che come direttore artistico di istituzioni culturali e progetti.
Definito giovanissimo dalla critica come uno dei più significativi registi italiani, con straordinaria energia Pizzech ha messo in scena circa 150 spettacoli fra prosa e lirica collaborando con tutti i principali teatri e festival italiani, e per la prima volta con AsLiCo e il Teatro Sociale di Como.
Ho accettato con gioia ed entusiasmo di firmare la regia di Aida per il Teatro Sociale di Como. – dichiara Alessio Pizzech – Da una parte è emozionante la possibilità di dare vita a una messinscena di Aida che vorrei fosse una vera e propria esperienza per il pubblico: un lavoro capace di coniugare la teatralità che lo spettacolo porta con sé e l’intimità segreta che caratterizza ogni personaggio. Un’opera quindi dalle forti contraddizioni, che pone non pochi problemi per la messinscena: una sfida per la mia ricerca artistica. Dall’altra l’allestimento di Como con il coro dei 200 suscita, all’interno del mio percorso di regia, domande sul senso dell’agire artistico e sul rapporto tra etica ed estetica.” 
Dopo i grandissimi successi de La traviata la passata estate, il Teatro Sociale e soprattutto il Coro 200.Com sono quindi al lavoro per questa inaugurazione del tredicesimo Festival Como Città della Musica.
I coristi attendevano con ansia di conoscere il titolo! – afferma Fedora Sorrentino, Presidente Teatro Sociale di Como / AsLiCo – All’ultima recita di Traviata, già ce lo chiedevano, hanno passato mesi a cercare di indovinarlo, giocare al “toto-titolo”. All’annuncio sono stati molto contenti della scelta, anche se un po’ impauriti, perché Aida è un altro grande lavoro, imponente e impegnativo. Lunedì invece incontreranno per la prima volta Alessio Pizzech, che subito li metterà alla prova e loro non vedono l’ora! I nostri 200 (e oltre!) sono ogni anno sempre più entusiasti dell’avventura che intraprendono e per noi è una soddisfazione vedere che gruppo unito e affiatato si sia creato”.
Si è formato, infatti, con gli anni qualcosa più di un coro, un gruppo, quasi una comunità, elemento molto importante anche per il regista dell’edizione 2020: “Ogni spettacolo è occasione per fare comunità, – ci spiega Pizzech – per costruire legami che nascono proprio in coincidenza della creazione artistica: legami così forti e duraturi da pervadere la vita stessa, anche fuori dalle scene. Continuo a pensare che nell’incontro risieda il motivo profondo per cui continuo a portare avanti questo cammino di vita.
Vorrei che Aida rappresentasse un incontro con una comunità che si riconosce tutta assieme in quell’atto artistico. Questo lavoro vuole essere un omaggio alla potenza degli affetti che si sprigionano nel linguaggio dell’opera dove il coro ha un ruolo potentissimo, nel senso della tragedia antica: specchio di una collettività che troppo spesso non vuole vedersi, rifiuta l’immagine di sé o, al contrario, narcisisticamente la adora. Sono onorato della fiducia che il team del Teatro Sociale di Como mi ha accordato. Sono convinto che questa avventura creativa mi cambierà e auspico che lascerà un segno nelle duecento persone, donne e uomini, che hanno scelto di dedicare il proprio tempo all’arte e alla bellezza
.”

Primo appuntamento per #aperiOpera, il nuovo ciclo di presentazione dei titoli della Stagione Lirica 2019/2020 a cura dei ragazzi del Liceo Respighi di Piacenza



Prende il via #aperiOpera, il nuovo progetto nato dalla collaborazione tra Fondazione Teatri di Piacenza e Liceo Respighi, che vedrà i giovanissimi studenti protagonisti della presentazione delle opere, durante tutto l'arco della Stagione Lirica 2019/2020, al Ridotto del Teatro Municipale.
Venerdì 13 dicembre alle ore 19 saranno i ragazzi della classe 1 U, che hanno avviato quest'anno il nuovo percorso di studi a curvatura musicale del Respighi in convenzione con il Conservatorio Nicolini di Piacenza, a presentare La Bohème di Giacomo Puccini al pubblico, insieme agli allievi del Laboratorio di Canto Corale e ai docenti coordinatori del progetto.
Attraverso una preparazione di natura pluridisciplinare, i ragazzi racconteranno l'opera proponendo un approfondimento sulla trama, il contesto storico e i personaggi, con l'esecuzione di alcuni passaggi musicali. Al termine dell'incontro, il pubblico sarà invitato a scendere nel foyer del Teatro, dove anche un gruppo di bambini dell'Orchestra delle Scuole del IV Circolo didattico di Piacenza eseguirà un brano musicale.
A coordinare il progetto Patrizia Bernelich, responsabile del Laboratorio di Musica d’Insieme della classe 1U del Liceo Respighi, e Patrizia Datilini, coordinatore della classe 1U e referente del Laboratorio di Canto corale del Liceo Respighi; a preparare insieme a loro i ragazzi, il team di insegnanti composto da Tiziana Albasi, Arianna Groppi, Elena Metti, Federica Morandi, Roberta Pasetti. Del team fa parte anche Giancarlo Catelli (tutor del Conservatorio per la Convenzione Liceo Respighi – Conservatorio Nicolini).

MADAMA BUTTERFLY. Una nuova produzione del capolavoro di Puccini in scena al Filarmonico di Verona dal 15 al 22 dicembre



Madama Butterfly, 2019, bozzetto scenografico per l’atto I © Dario Gessati 

Domenica 15 dicembre 2019 alle 15.30 al Teatro Filarmonico debutta un nuovo allestimento di Madama Butterfly, coprodotto da Fondazione Arena e l’Opera Nazionale croata, per la regia di Andrea Cigni e la direzione di Francesco Ommassini. Col capolavoro pucciniano si concludono la stagione 2019 della Fondazione Arena di Verona e il percorso nella grande Opera italiana tracciato dalla rassegna autunnale Viaggio in Italia, con un cast ricco di nomi affermati e giovani di talento da tutto il mondo.
Repliche:
martedì 17 dicembre, ore 19.00
giovedì 19 dicembre, ore 20.00
domenica 22 dicembre, ore 15.30

La tragedia giapponese di Puccini, intima e appassionata, è titolo anche areniano (l’ultima produzione è quella realizzata nel 2004 da Franco Zeffirelli e successivamente ripresa in 4 successive edizioni del Festival lirico) ma sul palcoscenico del Filarmonico è comparsa di rado: solo nel 1982 e nel 1991 il pubblico veronese ha potuto apprezzare in uno spazio raccolto la vicenda della fragile eppur coraggiosa Cio-Cio San, e in entrambi i casi con cast di assoluto rilievo (tra i nomi impegnati vale la pena citare Raina Kabaiwanska, Mietta Sighele, Veriano Luchetti, Mario Malagnini). Dopo diciotto anni dall’ultimo allestimento, Fondazione Arena ha prodotto questo nuovo spettacolo insieme alla Hrvatsko Narodno Kazalište di Zagabria che va in scena domenica 15 dicembre, con cui fanno il loro esordio veronese il regista Andrea Cigni e il team creativo composto da Dario Gessati (scenografo) e Valeria Donata Bettella (costumista), insieme all’areniano Paolo Mazzon alle luci.
La produzione, come ha dichiarato lo stesso regista, «nasce da un’attenta riflessione sia sul significato di geisha (dal considerarla una figura attuale all’interrogarsi sulla sua funzione odierna), sia sulla storia raccontata, valutandone bene gli elementi narrativi (proposti in chiave contemporanea) affinché si possano cogliere le affinità della vicenda col mondo moderno, senza però tradire quegli usi e costumi tradizionali che fanno ancora parte della civiltà nipponica». Si tratta quindi di un accurato lavoro di ricerca e di confronto che ha preso in esame anche un altro elemento fondante la cultura giapponese: il concetto di Ikigai, sintetizzabile nella passione che anima la vita e le scelte di ogni individuo. Per approfondire la dimensione narrativa dell’opera così intima e legata al concetto di solitudine, Cigni sceglie di ambientare la vicenda in un bosco poiché «nella cultura nipponica il contatto con la natura (tramite case isolate, costruite al centro di piccoli laghi, in cima a colline remote o nascoste tra i boschi) e la presenza della natura stessa sono un ottimo “contenitore” di vicende personali e di complesse situazioni affettive o sociali. Credo che ambientare Madama Butterfly in una foresta giapponese restituisca appieno queste sensazioni. Nella regia si lavora sull’evocazione, sulle sensazioni e sugli stati d’animo, dunque anche cercare l’atmosfera giusta per lo svolgimento di un’azione diventa un lavoro delicato e prezioso».
La vicenda di Madama Butterfly è nota: la quindicenne Cio-Cio San viene presa in moglie, acquistata insieme alla casa giapponese, dal marinaio F.B. Pinkerton, il quale ripartirà presto per gli Stati Uniti per ritornare Un bel dì dalla sua “tenue farfalla” solo tre anni dopo, con un colpo fatale per la speranza di lei. Il tragico epilogo nulla toglie al fascino del lungo duetto d’amore che conclude l’atto primo, per molti critici il più bello di tutta la produzione pucciniana. Il compositore conobbe il soggetto dal nuovissimo lavoro teatrale di David Belasco, ispirato a sua volta dal racconto di J. L. Long, mentre si trovava a Londra per la prima inglese di Tosca, e subito conquistato si mise al lavoro coi fedeli Giacosa e Illica: la Butterfly vide la luce nel 1904 alla Scala di Milano (tra gli interpreti vi erano Rosina Storchio e il tenore Zenatello, che avrebbe fondato il Festival areniano nove anni dopo). Alla prima però l’opera non piacque (più per rivalità con l’autore che per l’effettivo valore della composizione) e Puccini si rimise al lavoro per far rinascere la storia di Cio-Cio San al Teatro Grande di Brescia, pochi mesi dopo. Il grande musicista lucchese, perfezionista come pochissimi altri nella storia dell’opera lirica, ritoccò la partitura in altre quattro occasioni fino al 1920 ma in sostanza l’opera che si conosce oggi è quella che trionfò a Brescia, grazie anche alle minuziose ricerche del genio lucchese sul Giappone e sulla cura della realizzazione scenica, per cui lasciò ampi e dettagliati scritti.

È proprio il soprano giapponese Yasko Sato (nella foto) a vestire i panni della protagonista Cio-Cio San sul palcoscenico veronese (15, 19, 22/12) alternandosi con Daria Masiero (17/12). Debutta al Filarmonico il tenore Valentyn Dytiuk (15, 17/12) che insieme a Raffaele Abete (19, 22/12) dà voce a F. B. Pinkerton; tornano gli acclamati baritoni Mario Cassi (15, 22/12) e Gianfranco Montresor (17, 19/12) come Console Sharpless accanto alla Suzuki di Manuela Custer e al Goro di Marcello Nardis. Completano il cast Lo zio Bonzo di Cristian Saitta, Il Principe Yamadori di Nicolò Rigano, Lorrie Garcia come Kate Pinkerton, Salvatore Schiano di Cola come Commissario imperiale, Maurizio Pantò come Ufficiale del registro, Sonia Bianchetti (15, 22/12) e Emanuela Simonetto (17, 19/12) come Madre di Cio-Cio-San e Manuela Schenale come Cugina di Cio-Cio-San. Il Coro, preparato da Vito Lombardi, insieme all’Orchestra della Fondazione Arena, è guidato dal maestro Francesco Ommassini, più volte apprezzato sul podio dei complessi artistici veronesi.


Con Madama Butterfly prosegue l’iniziativa Ritorno a Teatro rivolta al mondo della Scuola all’interno della proposta Arena Young 2019-2020: martedì 17 dicembre alle ore 18.00 e giovedì 19 dicembre alle ore 19.00 gli studenti delle scuole primaria e secondaria, i loro familiari, gli insegnanti, i dirigenti scolastici e il personale ATA potranno assistere allo spettacolo a prezzo speciale: € 6,00 per gli studenti e € 12,00 per gli adulti. L’incontro propone anche un Preludio all’Opera, momento introduttivo durante il quale viene spiegata la trama e vengono forniti ai ragazzi elementi utili per la comprensione dello spettacolo, grazie alla partecipazione di alcuni dei protagonisti; segue quindi un aperitivo nel Bar del Teatro.
Per informazioni e prenotazioni:
Ufficio Formazione della Fondazione Arena di Verona
tel. (+39) 045 8051933 - fax (+39) 045 590638 - scuola@arenadiverona.it

Dal 12 al 21 dicembre all’Opera di Roma la storica Tosca del 1900 si alterna con il nuovo allestimento de Les vêpres siciliennes



Al Teatro dell’Opera di Roma da giovedì 12 a sabato 21 dicembre tornerà in scena la Tosca storica, così come Puccini stesso la vide alla prima assoluta, proprio sul palcoscenico del Costanzi il 14 gennaio del 1900. Con le cinque repliche di Tosca si alterneranno quelle del nuovo allestimento dei Vêpres siciliennes di Verdi, opera inaugurale della stagione 2019/20.
Questa edizione del capolavoro di Puccini sarà diretta dal maestro Pier Giorgio Morandi.
Grazie al progetto “La Memoria” la Tosca del 1900 è presente in ciascuna stagione nel cartellone lirico, a partire dal marzo 2015, quando questo allestimento originale fu ripreso per la prima volta affidando la regia ad Alessandro Talevi. La stessa regia sarà ora ripresa da Arianna Salzano. Le scene e i costumi, ricostruiti sui bozzetti e sui figurini di Adolf Hohenstein, rispettivamente da Carlo Savi e Anna Biagiotti e le luci di Vinicio Cheli, fanno rivivere il capolavoro “romano” di Puccini e la memoria storica del Teatro della capitale, che tra Ottocento e Novecento è stato al centro di tanti debutti che hanno fatto la storia dell’opera.
Le novità nel cast di questa ripresa in dicembre saranno il soprano ucraino Liudmyla Monastyrska al suo debutto al Teatro dell’Opera di Roma, che si alterna con Monica Zanettin (18, 21 dicembre) nel ruolo di Tosca, e Andrea Giovannini che torna invece su questo palcoscenico per la prima volta nei panni di Spoletta. Tornano Giorgio Berrugi e Diego Cavazzin (21 dicembre) a interpretare Cavaradossi, Claudio Sgura come Scarpia, Domenico Colaianni nei panni del Sagrestano e Luciano Leoni in quello di Angelotti. Il Coro e la Scuola di Canto Corale dell’Opera di Roma, che partecipa all’allestimento, sono diretti dal maestro Roberto Gabbiani.
La Tosca di Puccini, dopo la prima di giovedì 12 dicembre (ore 20), sarà replicata sabato 14 (ore 18), mercoledì 18 (ore 20), venerdì 20 (ore 20) e sabato 21 (ore 18).

Milano, San Satiro - Concerto Spirituale per tromba e organo con Tiziano Tettone e Matteo Galli


Cappella Sancti Satyri Mediolani
concerto SPIRITUALE
sabato 14 dicembre, ore 17
Basilica di Santa Maria presso S. Satiro
Via Torino 17/19
Milano
Ingresso libero e gratuito

CAPPELLA SANCTI SATYRI MEDIOLANI
Tiziano Tettone
tromba naturale e tromba moderna
Matteo Galli, organo


PROGRAMMA DEL CONCERTO
inizio alle ore 17

Georg Philipp Telemann (1681 - 1767)
Die Wurde
Die Anmut
Die Liebe
Die Tapferkeit
Die Freude
George Friedrich Haendel (1685-1759)
Suite in Re Maggiore
Ouverture
Allegro
Aria
Allegro
Marcia

Domenico Zipoli (1688 - 1726)
Pastorale per organo

Johann Baptist Georg Neruda (1711-1776)
Concerto per tromba
Allegro - Largo - Vivace


PROGRAMMA DELLA MESSA

inizio alle ore 18
ingresso:
Georg Philipp Telemann (1681 - 1767)
Die Ruhe

dopo l’omelia:
Giuseppe Tartini (1692 - 1770)
Adagio

offertorio:
Georg Philipp Telemann (1681 - 1767)

comunione:
Giuseppe Verdi (1813 – 1901)
Adagio per tromba

al termine:
Jeremiah Clarke (1674 - 1707)
Trumpet tune


TIZIANO TETTONE, nato a Domodossola, consegue il Diploma Accademico di I° livello in tromba nel febbraio 2011 con la valutazione di 110/110 presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. In seguito al diploma segue diverse masterclass con trombettisti di fama internazionale, tra cui: Immanuel Richter, Marco Braito, Andrea Lucchi, Marco Pierobon, Andrea Tofanelli, Francesco Tamiati, Andrea Dell’Ira, Marc Inouye, Omar Tomasoni, Giuliano Sommerhalder, Giancarlo Parodi, Davide Simoncini, Edward Tarr ed Eric Aubier. Nel luglio 2010 vince il Concorso Internazionale d’organo di Baceno (VB) nella categoria “Organo e altro strumento” con il punteggio di 98/100. Tra il 2011 e il 2012 partecipa a diverse audizioni ottenendo l’idoneità in numerose orchestre tra cui: l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, l’Accademia Nazionale Santa Cecilia di Roma, la 15Orchestra di Piacenza e l’Orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala di Milano. Nel 2013 risulta inoltre idoneo all’audizione per l’Ensemble di musica da camera dell’Accademia del Teatro alla Scala, presso l’Orchestra Sinfonica dell’Arena di Verona e presso il Teatro Massimo di Palermo. Sempre nel 2013 ottiene il primo premio assoluto al Concorso Musicale di Stresa. Nel novembre 2017 risulta terzo idoneo all’audizione per tromba di fila presso il Teatro Alla Scala di Milano. Ha collaborato e collabora tutt’ora con l’Orchestra Sinfonica dell’Accademia del Teatro Alla Scala, l’Orchestra Sinfonica Giuseppe Verdi di Milano, l’Orchestra Carlo Coccia di Novara, il Teatro Lirico di Magenta, il Teatro Coccia di Novara, l’Orchestra Sinfonica dell’Arena di Verona, l’Orchestra Sinfonica dell’Accademia Santa Cecilia di Roma, il Teatro Petruzzelli di Bari e il Teatro Alla Scala di Milano. Nell’anno 2013 ha frequentato il corso per professori d’orchestra presso l’Accademia del Teatro Alla Scala. Nel marzo 2014 termina il biennio di specializzazione in tromba presso il Conservatorio di Novara sotto la guida del Maestro Gabriele Cassone ottenendo la valutazione di 109/110. Dal 2013 è direttore artistico del Baceno Brass Festival, un festival internazionale dedicato agli ottoni con artisti di fama internazionale. A settembre 2017 partecipa al corso per professori d’orchestra organizzato dall’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai.

ingresso libero e gratuito fino ad esaurimento dei posti

martedì 10 dicembre 2019

Alla Basilica di Santa Maria presso San Satiro, "Donne e Uomini dell'attesa£


Parola e Musica in Tempo di Avvento
Donne e Uomini dell'attesa

venerdì 13 dicembre, ore 13
Basilica di Santa Maria presso S. Satiro
Via Torino 17/19
Milano
Ingresso libero e gratuito

SIMEONE
Lc 2, 22-35

Alessandro Castellucci, voce recitante (nella foto)
Matteo Galli, organo

La parte musicale degli incontri del venerdì è costituita da un ciclo di improvvisazioni organistiche, realizzate dal vivo, in tempo reale, e che scaturiscono liberamente dal contesto e dall’intimità dei testi presentati. L’improvvisazione all’organo è una grande tradizione con radici molto solidamente affondate nella storia. Da sempre gli organisti hanno coltivato questa arte fino a renderla una prassi richiesta nel quadro delle competenze professionali e insegnata nelle accademie. L’improvvisazione, con la sua estemporaneità, è qualcosa che unisce fortemente il musicista e il pubblico in un momento unico e irripetibile.
L’evangelista Luca ci ha consegnato alcune figure intorno alla nascita e all’infanzia di Gesù, che gli altri evangelisti non nominano (Zaccaria ed Elisabetta, la profetessa Anna, il vecchio Simeone), accanto a quelle che tutti conosciamo: Maria di Nazaret, Giuseppe, Giovanni Battista. Sono i rappresentanti di quella fede, carica di attesa per sé e per il proprio popolo, che - appunto - noi oggi chiameremmo “popolare”, e già rischiamo con questo di intenderla meno di quanto in realtà è. Tanto che da subito la fede delle prime generazioni e comunità cristiane vi si è riconosciuta, quasi specchiata.
L’evangelista Luca, fine “raccoglitore” e attento studioso delle fonti e delle testimonianze intorno a Gesù bambino, non se le è lasciate sfuggire, e noi oggi (e sempre) siamo qui a ri-meditarle in tempo di Avvento in una pausa della nostra giornata in centro a Milano.
E quando, ad esempio, ci sembra che la nostra fede si perda in pensieri astratti o le aspettative della nostra vita non risultino adeguate, loro - Zaccaria, Elisabetta, Anna, Simeone - sono sempre lì, ad attenderci.
Don Luca Camisana

Mercoledì 11 dicembre I Solisti di Radio Veneto Uno aprono la stagione concertistica del Teatro Mario del Monaco. Debutto "stellare" con Čajkovskij. A introdurre il concerto la conferenza aperta al pubblico (ore 20.00) con il Dipartimento di musica di Radio Veneto Uno.



Grande attesa per il via ufficiale alla stagione concertistica del Teatro Mario del Monaco di Treviso. Un cartellone particolarmente ricco e composto da nove concerti al cui interno trova spazio anche il focus Beethoven 250, in occasione del duecentocinquantesimo anniversario dalla nascita del grande compositore tedesco Ludwig van Beethoven (1770-1827).  Sul palco tre eccellenze venete: L'Orchestra Regionale di Padova e del Veneto, l'Orchestra Regionale Filarmonia Veneta e l'Orchestra I Solisti di Radio Veneto Uno. Saranno proprio I Solisti di Radio Veneto Uno in formazione di Orchestra Filarmonica a debuttare con un programma interamente dedicato al grande compositore russo Pëtr Il'ič Čajkovskij. L'appuntamento è fissato mercoledì 11 dicembre al Teatro Mario Del Monaco di Treviso. Avrà inizio con il “Valzer dei fiori” dalla suite Op. 71 de “Lo Schiaccianoci”, opera universalmente nota nella quale l’atmosfera soffusa è unita con maestria al clima squillante di una grande orchestra. La serata proseguirà con il Concerto in re maggiore per violino e orchestra Op. 35, uno dei più noti concerti dell'epoca romantica, banco di prova per il talentuoso violinista trevigiano Paolo Tagliamento. E in chiusura della serata uno dei brani più interessanti di Čajkovskij, il Capriccio Italiano Op. 45, per il quale il compositore si ispirò a musiche popolari italiane durante la sua permanenza a Roma verso la fine dell'Ottocento. Un'opera molto amata che si apre con smaglianti squilli di trombe, prosegue con graziosi ritornelli, per poi concludersi in una coinvolgente tarantella.
La grande tradizione della scuola di musica russa vedrà sul podio uno dei suoi più alti interpreti, il grande Direttore d'orchestra bulgaro Vram Tchiftchian. L'evento sarà trasmesso in diretta Facebook sulla pagina di Veneto Uno e in streaming su www.venetouno.it . Inoltre sarà possibile ascoltare la diretta radiofonica del concerto sui 97.5 FM di Radio Veneto Uno.
A introdurre il concerto alle ore 20.00 nel foyer del Teatro Del Monaco è prevista la conferenza al concerto su Čajkovskij  aperta al pubblico a cura del Dipartimento di musica di Radio Veneto Uno.

"Sono felice che i Solisti di Radio Veneto Uno facciano parte della stagione concertistica del Teatro Comunale” dichiara l’Assessore ai Beni Culturali e Turismo Lavinia Colonna Preti, “in particolare perché l'orchestra, a fianco dei grandi professionisti che da anni calcano i più grandi palcoscenici mondiali, dà spazio ai giovani talenti del nostro territorio che rappresentano il meglio della "Scola Granda di Musica Veneta", la prima mai esistita al mondo".

Paolo Tagliamento
Nato nel 1997 a Conegliano, nel 2013 a soli 16 anni, si è diplomato con il massimo dei voti, lode e menzione speciale al Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Milano con la M. Carlini. Talento puro, illustri Maestri lo hanno sempre voluto nei corsi delle più eccellenti Scuole, Conservatori e Masterclass. Per quattro anni ha frequentato a Madrid la prestigiosa Escuela Superior de Musica Reina Sofia (borsa di studio offerta da John Elkan, presidente FIATFCA); a fine corso Sua Maestà la Regina di Spagna gli ha consegnato il primo premio come allievo del corso diretto e come quartetto. La Sua insegnante, Ana Chumachenco, considerata la più grande docente di violino del mondo, lo ha poi voluto all’Università di Musica e Teatro di Monaco, una tra le più importanti istituzioni internazionali di studio della grande musica. Innumerevoli i Primi Premi vinti tra cui il prestigioso “34° Concorso Lipizer 2015” di Gorizia. Nonostante la giovane età, Paolo Tagliamento ha già alle sue spalle centinaia di concerti svolti in Italia, Europa e Asia come solista, e in svariate prestigiose orchestre, e a gennaio 2020 sarà protagonista di una tournée in Australia. È membro de “I Solisti di Radio Veneto Uno” e suona un violino Pietro Rogeri della Fondazione Pro Canale, strumento che appartenne al grande violinista russo David Fëdorovic Ojstrach, mito del violino del XX secolo.

Vram Tchiftchian
Di nazionalità armena, è nato a Plovdiv in Bulgaria, nel 1951.
Diplomatosi in pianoforte e percussioni presso il Conservatorio Statale di Plovdiv, ha proseguito con la teoria musicale all’Accademia Statale Superiore di Musica di Plovdiv per continuare poi gli studi in direzione d’orchestra sotto la guida del prof. Ivan Spassov e, con l’orchestra della stessa Accademia ha diretto, appena ventenne, il suo primo concerto sinfonico. Nel 1973 è stato ammesso all’Accademia Musicale Statale di Sofia nella classe di direzione d’orchestra dell’emerito prof. Konstantin Iliev, un’istituzione di rango internazionale. Ha diretto il concerto di apertura del “Festival Musicale URSS – Bulgaria” nella prestigiosa sala “Russia” di Mosca e una serie di concerti nella Repubblica d’Estonia.
E’ stato direttore dell’Orchestra “Collegium Musicale” di Plovdiv e a seguire ha assunto l’incarico di direttore artistico dell’Orchestra Sinfonica nella città di Kardjali.
Vram Tchifitchian ha partecipato a diverse tournée in tutta Europa con l’Orchestra Sinfonica Bulgara e l'Orchestra da camera “Internazionale” in Spagna, Francia e Austria.
E' diventato direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica Statale di Plovdiv, dirigendo concerti in Bulgaria, Austria, Spagna, Germania, Francia e Repubblica Ceca, e stringendo collaborazioni con famosi grandi interpreti come Anatoli Krastev, Anton Dikov, Ludmil Anghelov, Mario Hossen, e con direttori d’orchestra come Dimitar Manolov e Vassil Kazandjiev. Nel contempo è stato invitato a dirigere in Singapore e Corea del Sud, Taiwan, Giappone, Francia, Germania, Spagna, Austria, ed è diventato direttore artistico dell’Orchestra Filarmonica Statale di Schumen.
Tchiftchian è stato Direttore stabile della Mitteleuropa Orchestra Sinfonica del Friuli Venezia Giulia e dell’Orchestra Karnelos di Monfalcone. Dirige L’Armenian Chamber Orchestra, sotto patrocino del Consolato Armeno di Plovdiv, Bulgaria.

Radio Veneto Uno è la radio di Treviso che nel 2020 compie i suoi primi 45 anni, e da circa 20 svolge attività di informazione di interesse generale, con in palinsesto programmi di carattere culturale. Essendo la radio almeno il 50% informazione, e l’altro 50% musica, allo scopo di promuovere la cultura, produce e trasmette manifestazioni di didattica musicale a scopo educativo. Da una decina d’anni ha creato il Laboratorio permanente per la riscoperta della “Scola Granda” di Musica Veneta, la prima scuola di musica mai esistita al mondo, dalla quale hanno attinto a piene mani tutte le scuole del mondo evolvendosi di generazione in generazione, nella musica classica attuale. Nei musicisti odierni, la “Scola Granda” di musica veneta trova la sua attuale generazione.
L’Orchestra filarmonica di Radio Veneto Uno è il loro punto d’incontro, e la radio è la loro cassa armonica: all’iniziativa collaborano i musicisti più autorevoli e prestigiosi del Veneto e non solo.
Il lavoro è iniziato con la formazione da Camera, che ha suonato in numerose occasioni, nella prestigiosa “Yehudi Menuhin Hall” all’interno del Parlamento Europeo e all'Ambasciata Italiana di Bruxelles nel giugno 2015, in occasione dell’inaugurazione di una mostra sulla Centenario della Grande Guerra organizzata da “In Brera Pinacoteca”, la celebre istituzione di Milano. Celebre anche il concerto in Piazza San Marco nel 2017 in occasione del Santo Patrono, il primo dopo 220 anni in quella significativa data. E’ giusto citare inoltre la manifestazione in formazione filarmonica al Teatro Da Ponte di Vittorio Veneto, in onore del Conte Brandolino Brandolini d’Adda nel centenario della scomparsa.
L’attività di promozione svolta non si limita alla sola produzione ma ovviamente è anche attività di messa in onda in FM, e con l’avvento delle nuove tecnologie legate al web, Radio Veneto Uno per le proprie produzioni ha realizzato una sua struttura in grado di trasmettere gli eventi in tempo reale da qualsiasi luogo, sia nei canali web che nei social network. Le registrazioni vengono portate in post produzione e rese fruibili da chiunque nei siti web www.venetouno.it e www.proseccoclassicfestival.it . Un lavoro oneroso ma dovuto se davvero si vuole promuovere la cultura della musica, linguaggio universale comprensibile a tutti.


Francesco Demuro sommerso dall’affetto dei sassaresi. Presentati i tre concerti del tenore al Comunale da venerdì a domenica



Una star con la Sardegna nel cuore. Francesco Demuro, il più grande tenore del mondo secondo la giuria degli International Opera Award, sarà il protagonista di tre concerti con l’Orchestra dell’Ente diretta da Lorenzo Passerini venerdì, sabato e domenica prossimi al Comunale di Sassari. Tre concerti (venerdì e sabato alle 20,30, domenica alle 16,30) che chiuderanno la Stagione lirica del De Carolis e che si annunciano come imperdibili. «Cantare tre giorni di fila per me è una sfida, ma io amo le sfide», ha detto oggi Francesco Demuro nella Sala Sassu del Conservatorio “Luigi Canepa”, dov’è stato intervistato dal responsabile dell’Ufficio stampa dell’Ente, Aldo Muzzo, insieme alla musicologa Paola Cossu. Oltre centocinquanta persone, tra cui moltissimi studenti, hanno abbracciato il tenore originario di Porto Torres che torna a cantare a Sassari dieci anni dopo l’ultima volta: «Allora era una Lucia di Lammermoor – ha ricordato – ma oggi, a distanza di tempo e dopo aver girato il mondo, quando torno a casa a cantare per la mia gente l’emozione è sempre enorme». Il mondo l’ha girato per davvero, dal Giappone all’Australia, dagli Stati Uniti ai più grandi teatri italiani, ma non dimentica mai le sue origini semplici: «Vengo da una famiglia modesta, quando ho detto a mia madre che mi avevano chiamato per la prima volta alla Scala di Milano mi ha chiesto, in sassarese: “Ma ti pagano?”». Venerdì, a Sassari, anche lei, oggi ottantaduenne, ascolterà il fenomenale tenore che unisce tutte le età: ci saranno, infatti, tantissimi ragazzi come quelli che hanno affollato oggi la Sala Sassu e ai quali Demuro ha elargito consigli: «Combattete ogni giorno per realizzare i vostri sogni: siete sardi, non dimenticatelo mai – ha detto, ricordando il suo esempio –, io ho iniziato a lavorare a 10 anni con il canto sardo e da allora ho sempre voluto raggiungere il successo, anche quando non sapevo cosa fosse l’Opera». Ha parlato, ha riso e ha commosso, accennando un “canto in re” e poi una strofa di Marechiare «che una sera improvvisai a Napoli, in un ristorante, dopo una Traviata al San Carlo: qualcuno fece un video che poi finì su Youtube: da allora ogni volta che metto piede a Napoli mi riconoscono e non smettono un attimo di farmi i complimenti». Alla fine della presentazione, con diverse domande del pubblico, spazio a foto e selfie che hanno testimoniato la popolarità di un campione della musica mondiale.
I concerti chiuderanno una Stagione lirica che ha confermato il trend positivo degli ultimi anni dell’Ente Concerti “De Carolis” «di cui si dice un gran bene, anche nella Penisola – ha rivelato Demuro – sia perché riesce a proporre a Sassari spettacoli di alta qualità con i mezzi a disposizione, sia perché riconosce anche economicamente il giusto merito agli artisti, cosa che non è scontata in altri teatri». Il programma prevede tre omaggi: al belcanto donizettiano con la Sinfonia di Don Pasquale e le arie “Tombe degli avi miei” da Lucia di Lammermoor e “Una furtiva lagrima” dall’Elisir d’amore, all’Ottocento lirico francese con la Sinfonia dell’opera Zampa di Hérold e le arie “Ah! Lève-toi, soleil” da Romeo et Juliette di Gounod e “Je crois entendre encore” da Les pècheurs de perles di Bizet e infine a Giuseppe Verdi con la Sinfonia della Forza del destino e le arie “Lunge da lei… oh mio rimorso” e “La donna è mobile” da Rigoletto e dalla Traviata. Restano ancora disponibili i biglietti per il concerto di sabato 14 dicembre alle 20,30: info al botteghino al numero 079290881. 

Lunedì 16 all'Auditorium Gaber due giovani semifinalisti del Premio Internazionale Mormone


Gli Incontri Musicali 2019/2020
  
Lunedì 16 dicembre 2019 - ore 20.45    - Serie: Premio Internazionale Antonio Mormone
Auditorium Gaber  - Grattacielo Pirelli –
Piazza Duca d’Aosta 3 – 20124 - Milano

Secondo appuntamento milanese per i giovani pianisti che hanno guadagnato la semifinale del Premio Internazionale Antonio Mormone. E’ la volta dell’italiano Leonardo Pierdomenico, che si è già messo in luce nei più importanti concorsi internazionali quali il van Cliburn e il Queen Elizabeth, e propone accanto alla celeberrima Sonata in si minore di Liszt, la Gavotta e Six Double di Rameau. Sceglie invece l’ultima sonata di Beethoven (op 111) e la Rapsodia Spagnola di Liszt la giovanissima coreana Suah Ye: 19 anni, stella nascente del pianismo asiatico.

Premio Internazionale Antonio Mormone
Recital di due semifinalisti
LEONARDO PIERDOMENICO, pianoforte
J. P. Rameau, Gavotte et six doubles
F. Liszt, Sonata in si minore

SUAH YE, pianoforte
L. van Beethoven, Sonata  n.32  in do min. op.111 
F. Liszt, Rapsodia Spagnola

Ingresso libero fino a esaurimento posti

LEONARDO PIERDOMENICO 
Vincitore del Jury Discretionary Award al concorso Van Cliburn nel 2017, il pianista italiano Leonardo Pierdomenico è anche vincitore del primo premio al Concorso Pianistico Premio Venezia tenutosi al Teatro La Fenice nel 2011 e semifinalista al Queen Elisabeth International Piano Competition nel 2016. 
Nel 2017 si è diplomato cum Laude all'Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma, sotto la guida di Benedetto Lupo. 
Si è esibito con molte orchestre di spicco, tra cui la Fort Worth Symphony, la Nordwestdeutsche Philharmonie, La Fenice Symphony, LaVerdi Orchestra e la Wuhan Philarmonic, collaborando con direttori quali Nicholas McGegan, Yves Abel e Diego Matheuz. 
Recital solistici lo hanno portato a suonare nelle più prestigiose sale concertistiche di tutto il mondo, tra cui la Bass Hall di Fort Worth (TX), la Sala Verdi del Conservatorio di Milano, l'Auditorium Parco della Musica di Roma, il Teatro La Fenice, lo Studio 4 Flagey di Bruxelles, la Konzerthaus di Berlino, il Concerto di Qintai Hall a Wuhan (Cina). 
La sua registrazione di debutto per Brilliant Classics ha ricevuto un Editor’s Choice da Gramophone e una delle 7 nomination per la migliore registrazione classica di pianoforte dell'anno per la Preis der Deutschen Schallplatten Kritik (Premio della critica musicale nazionale tedesca).

SUAH YE      
Suah Ye è la vincitrice della nona edizione dell’International Tchaikovsky Competition per giovani musicisti. Ha vinto anche il 1° premio all’Arthur Rubinstein International Youth Piano Competition e ha ricevuto un premio per la migliore esecuzione del brano contemporaneo, un contratto di registrazione per un CD e un invito con la Novosibirsk Academic Symphony Orchestra. Di recente, ha vinto il primo premio al concorso Telhai International Piano Master Classes. 
Nata nel 2000 in Corea del Sud, Suah si è esibita in qualità di solista in numerosi concerti con orchestra, tra cui la Israel Symphony Orchestra, la Novosibirsk Academic Symphony Orchestra e la Presidential Orchestra della Federazione Russa. 
Dopo il suo recital di debutto promosso dalla fondazione Kumho Asiana all'età di 9 anni, ha tenuto numerosi recital e concerti tra cui quelli al Jerusalem Center Concert Series, Steinway Concert Series, al Festival Internazionale della Gioventù Ciajkovskij e al Carnegie Weill Recital Hall. 
Suah è stata membro della giuria junior al 15° Arthur Rubinstein International Piano Competition, dove ha anche tenuto un recital nel giorno di inaugurazione del concorso. 
È apparsa su canali televisivi e radiofonici coreani e nel programma televisivo israeliano "Intermezzo con Arik". 
Attualmente studia con Arie Vardi presso l’Università di Musica, Teatro e Media di Hannover.