Quando tutto sembra tacere, Milano Arte Musica torna in scena con un concerto speciale il 26 novembre, eseguito in doppia replica da una solista di straordinaria intensità comunicativa: Giovanna Baviera. Il programma, dal titolo Soloindue e presentato nella Sala Capitolare del Bergognone, sarà un meraviglioso affresco fra Rinascimento e contemporaneità, in cui le chanson di Pierre Regnault e Jacques Arcadelt si alterneranno all’espressività delle opere barocche di Giulio Caccini, e ai brani contemporanei per voce e viola da gamba di Eva Reiter e della stessa Baviera. Un concerto eccezionalmente fuoristagione, firmato Milano Arte Musica, con cui rilasciarsi sfiorare, per una sola sera, dalle vibranti corde del nostro amato festival estivo.
Giovanna Baviera ha concluso nel 2016 i suoi studi in viola da gamba presso la Schola Cantorum Basiliensis a Basilea, dove ha studiato con Paolo Pandolfo. Continua ad approfondire le possibilità espressive del cantare alla viola, dedicandosi sia al repertorio storico che a quello contemporaneo. È attiva nella musica da camera come membro di vari ensemble in Europa (Profeti della Quinta, Concerto di Margherita, Voces Suaves, Daedalus, Doulce Mémoire, ecc.) e si è esibita in numerosi festival in Europa (Oude Muziek Utrecht, Festival Ambronay, AMUZ, Musikfest Bremen, Internationale Händel-Festspiele Göttingen, ecc). Nel febbraio del 2024 ha pubblicato il suo primo disco da solista Soloindue presso Albus Fair Editions.
NOTE DI SALA
a cura di Giovanna Baviera
a cura di Giovanna Baviera
Il cantar alla viola – l’accompagnamento del proprio canto sulla viola da gamba – era considerato una delle pratiche artistiche più raffinate della cultura rinascimentale. Nel Libro del Cortegiano (1528) Baldassare Castiglione elogia l’arte dell’auto-accompagnamento perché, concentrandosi su un singolo musicista e sulla sua voce, si può sperimentare una chiarezza e una schiettezza dell’espressione musicale completamente diversa da quella prodotta da un ensemble più ampio.
Il programma è un omaggio a quest’arte. Per la maggior parte, le opere eseguite sono intavolature o rielaborazioni di brani polifonici per viola e voce. La controparte di questi brani è costituita da Such dimmest light as never di Eva Reiter, opera composta nel 2021 appositamente per questo programma.
La pratica del cantar alla viola viene descritta nel 1542 da Sylvestro Ganassi come l’arte di creare un'”illusione” di polifonia per uno strumento che di per sé non è perfettamente polifonico, come un liuto o uno strumento a tastiera. L’intavolatura efficace sulla viola secondo Ganassi non è quella che cerca di ricreare il brano polifonico così come è stato scritto, ma quella che favorisce i punti di forza specifici della viola (la sua natura melodica, ad esempio) con grande effetto, anche se ciò significa sacrificare una parte delle voci originali.
Le chansons a quattro voci all’inizio del programma sono state intavolate secondo il pensiero di Ganassi, rielaborando il brano polifonico originale in modo da tracciarne i contorni e da favorire la trasmissione del testo e delle linee melodiche. Poiché la natura di questi brani è molto diversa, sono stati tutti ridotti in modo leggermente diverso: lo straziante lamento di Arcadelt sulla morte di Adone Laisses la verde couleur inizia come una marcia funebre, aggiungendo lentamente voci in modo da creare l’effetto di una compagnia di lutto, mentre nella sua scanzonata chanson Les yeux qui me sceurent prendre la viola salta da una voce all’altra, per trasmettere le sincopi che danno al brano il suo carattere vivace. Nel brano di successo di Pierre Sandrin Doulce mémoire le dolci dissonanze e le linee melodiche malinconiche hanno la priorità rispetto alla fedeltà alla struttura polifonica a quattro parti.
Estendendo il principio centrale ganassiano – secondo cui la rielaborazione efficace per la voce e la viola è quella che piega la polifonia al servizio delle caratteristiche dello strumento e dell’espressione del testo cantato – si può applicare al repertorio vocale successivo della fine del XVI secolo e dell’inizio del XVII. Così Queste lagrime amare e Alla porta d’oriente di Giulio Caccini sono interpretazioni delle composizioni originali. In questi brani, il basso figurato viene interpretato in vari modi: a volte la viola imita un chitarrone arpeggiato, altre volte il continuo viene suonato melodicamente per aiutare la linea melodica, altre volte ancora il basso viene pizzicato ritmicamente per trasmettere la vivacità del brano, per dare risalto al canto struggente di un’amante affranta in Queste lagrime amare e il risveglio dell’alba e la speranza degli amanti in Alla porta d’oriente.
La compositrice e interprete Eva
Reiter (nella foto), anch’essa gambista, commenta così il suo brano Such
dimmest light as never (2021), dedicato a Giovanna Baviera e
commissionato da Trigonale Festival a Klagenfurt, Austria. Such
Dimmest Light As Never è dedicato ai sogni. Ci immergiamo in
quel mondo di esperienze che sfugge al corpo/mente tangibile e che si
colloca tra la visione e la realtà, tra il sonno e la coscienza di
veglia. Il testo cantato è tratto dal libro di prosa Worstward
Ho di Samuel Beckett del 1983 e apre un mondo di immaginazione,
uno spazio apparentemente illimitato in cui si trova tutto ciò che
viene ricordato, sognato e sfumato”
La pubblicazione di Tobias Hume di brani per viola sola The First part of Ayres, French, Pollish and Others, pubblicata nel 1605, comprende anche dei brani per voce e viola. Il tratto di Hume di usare la viola arpeggiata per creare un suono risonante che sostenga la voce declamante permette ai colori dello strumento di dispiegarsi pienamente. La gagliarda e la pavana della stessa raccolta, pur non avendo un testo, esprimono i due poli opposti che si trovano in questa raccolta: una malinconia profonda contrapposta ad una giovialità quasi sfrontata.
La pubblicazione di Tobias Hume di brani per viola sola The First part of Ayres, French, Pollish and Others, pubblicata nel 1605, comprende anche dei brani per voce e viola. Il tratto di Hume di usare la viola arpeggiata per creare un suono risonante che sostenga la voce declamante permette ai colori dello strumento di dispiegarsi pienamente. La gagliarda e la pavana della stessa raccolta, pur non avendo un testo, esprimono i due poli opposti che si trovano in questa raccolta: una malinconia profonda contrapposta ad una giovialità quasi sfrontata.
ATTENZIONE: L’evento è sostitutivo del concerto dal titolo Fermate il Passo!, con protagonista Viva BiancaLuna Biffi, impossibilitata a esibirsi per motivi di salute. Tutti i biglietti acquistati rimangono validi per l’accesso (I titoli acquistati per il 20.08.2024 alle ore 18.00 sono validi per il 26.11.2024 ore 18.30. I titoli acquistati per il 20.08.2024 ore 20.30 sono validi per il 26.11.2024 ore 20.30).
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