Venerdì 08 novembre 2024 ore 20
Domenica 10 novembre 2024 ore 16
Auditorium di Milano, Largo Mahler
Dmitrij Šostakovič
Sinfonia n. 11 in Sol minore op. 103
Orchestra Sinfonica di Milano
Case Scaglione Direttore
Con il contributo del Ministero della
Cultura.
Fondatori Istituzionali: Regione
Lombardia, Comune di Milano.
Fondatori Promotori: Città
metropolitana di Milano, Camera di Commercio di Milano Monza
Brianza Lodi, Banco BPM, Pirelli,
Intesa Sanpaolo.
Con il sostegno di Fondazione Cariplo.
Manca sempre meno alle celebrazioni per il 50° anniversario della morte di Dmitrij Šostakovič, che ricorre nel 2025. Compositore che rappresenta forse l’essenza del grande repertorio sovietico pre- e postbellico. Compositore e uomo in cui hanno convissuto tante anime, spesso inconciliabili.
Personalità timida e passionale, fragile e irascibile. Come suggerisce Valerio Cappelli, “Siamo abituati a vederlo con lenti da miope molto spesse, gli occhiali di chi cerca di mettere a fuoco la verità nascosta dal potere.”
Forse il compositore al contempo più minacciato e premiato della storia della musica, che dormiva con la valigia sotto il letto per paura di essere arrestato pur ricevendo, al termine un’avventurosa esistenza, i funerali da eroe di Stato. Šostakovič è stato colui che è riuscito a rappresentare con l’arte dei suoni l’essenza di una cultura, quella sovietica, in bilico tra pesanti contraddizioni, a metà strada tra storia e futuro.
E fa parte del repertorio “celebrativo” di Šostakovič anche la Sinfonia n. 11 fu composta nel 1957 in occasione del quarantesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre, anche se in realtà̀ l’opera accenna agli avvenimenti rivoluzionari del 1905 e in particolare, alla “domenica di sangue” del 9 gennaio, quando le truppe zariste spararono su una folla di dimostranti davanti al Palazzo d’Inverno a Pietroburgo. L’opera è accostabile alla Sinfonia n. 12, “L’anno 1917”: entrambe sono sinfonie programmatiche, esempi di quello che Boris Asafiev definì “ritratto storico-musicale”. L’undicesima sinfonia di Šostakovič ci immerge in un mondo immaginifico: il primo movimento, Adagio, ritrae la piazza vuota coperta di neve di fronte al Palazzo d’Inverno e suggerisce una calma oppressiva. Il secondo tempo rappresenta la folla di lavoratori che si avvicina al palazzo per rivolgersi allo Zar, ma il sovrano è assente e le sue truppe si volgono contro la folla; vengono uccisi mille lavoratori. Il terzo movimento è un lamento funebre per gli eroi caduti, una lunga melodia elegiaca suonata dalle viole, che incorpora un ritmo caratteristico tratto in prestito dall’introduzione dell’opera e accompagnato dai pizzicati dei violoncelli e dei contrabbassi.
Sul podio dell’Orchestra Sinfonica di Milano avviene il debutto italiano di Case Scaglione (nella foto), un direttore tra i più attesi per la Stagione 2024/2025, di cui la critica elogia il senso di equilibrio l’efficacia della concertazione: “Scaglione conferisce un chiaro senso di ordine all'interpretazione del pezzo. Con gesti sobri ma sentiti modella meticolosamente le frasi, permettendo loro di respirare in un modo che coinvolge l'ascoltatore, mentre l'ensemble cambia gradualmente le sue dinamiche e i suoi colori.”
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