C’era una volta – era il 2017 –
un giovane controtenore polacco che si presentò all’emittente
France Musique in bermuda e scarpe da ginnastica per cantare un’aria
di Vivaldi, non avendo compreso che oltre alla diretta radio era
prevista una videoregistrazione. Risultato? Undici milioni di
visualizzazioni su YouTube. La favola di Jakub Józef Orliński, che
con una combinazione di voce celestiale, interpretazione impeccabile
e look casual ha saputo diventare virale e oggi frequenta i
palcoscenici internazionali e conquista anche il pubblico più
giovane, continua a Ravenna Festival in occasione della Trilogia
d’Autunno: domenica 17 novembre, alle 15.30, Orliński e l’ensemble
Il Pomo d’Oro propongono Beyond | Orliński. Il recital
include brani vocali e strumentali di compositori del primo barocco
italiano, molto noti in vita e oggi pressoché dimenticati: oltre
agli ancora grandi Claudio Monteverdi, Giulio Caccini, Johann Caspar
Kerll e Francesco Cavalli figurano nomi raramente ascoltati, come
Pallavicino, Marini e Jarzebski. Lunedì 18 e martedì 19 novembre
sono invece di nuovo in scena, rispettivamente, Il ritorno di
Ulisse in patria e Didone e Enea nel giorno di Santa
Cecilia, le due nuove produzioni dei titoli di Monteverdi e Purcell
che contano sulla regia di Pier Luigi Pizzi e su Accademia Bizantina
diretta da Ottavio Dantone. La Trilogia d’Autunno 2024 è
realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e della
Regione Emilia-Romagna e il contributo della Fondazione Cassa di
Risparmio di Ravenna; Eni è partner principale di Ravenna Festival.
“Con questo programma voglio concentrarmi sul significato della parola ‘Beyond’ – spiega Jakub Józef Orliński – in particolare nel senso che questa musica risuona al di là del suo tempo. È ancora attuale, ancora viva, vibrante, toccante, coinvolgente e divertente. Insieme a Il Pomo d'Oro e ai suoi acclamati musicisti, vi porterò oltre i limiti di un concerto classico o di un concetto musicale, in un viaggio di scoperta. Sono aiutato nel mio intento dal mio caro amico Yannis François, che con le sue ricerche d'epoca ha scovato alcuni pezzi straordinari”. Beyond è stato incluso dal Times fra i migliori album classici del 2023 e di questi tempi Orliński e Il Pomo d’Oro stanno portando quei brani in tournée in tutto il mondo. Capace di eseguire capriole e funambolismi con quella sua voce calda e brillante, in esecuzioni al contempo disinvolte e intense, Orliński ha una passione per la breakdance, che per qualche tempo ha praticato anche a livello agonistico. Una preparazione che certo gli giova per conferire una fisicità più consapevole ai personaggi che interpreta sulla scena.
Secondo il Telegraph, è la prima superstar dell’opera lirica che ha conquistato la Gen Z e, per il Sunday Times, ha la voce di un angelo: nato a Varsavia, Orliński possiede un appeal pop che gli ha guadagnato un’ampia fanbase di centinaia di migliaia di appassionati che lo seguono sui social. Tra i brand che ne hanno intuito il potenziale ci sono anche Netflix, Louis Vuitton, Levi’s, Nike, MNW, Lacoste… Eccellenti il suo percorso discografico, che oggi lo vede artista esclusivo dell’etichetta Warner Classics/Erato con sette album da solista all’attivo, e la sua carriera sulle scene, che include bagni di folla come quando ha cantato Rameau alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi (dopo aver preso parte alla produzione de L’Olimpiade di Vivaldi al Théâtre des Champs-Elysées, inclusa nel programma culturale dei Giochi). Continua intanto a mietere premi, dall’Opus Klassik al Diapason d’Or fino al Gramophone Award.
Fondato nel 2012, Il Pomo D’Oro – il cui nome fa riferimento a un’opera di Antonio Cesti – è un ensemble caratterizzato da un’autentica e dinamica interpretazione delle opere e delle composizioni strumentali del periodo Barocco e Classico. I musicisti sono specialisti della performance storicamente informata. L'ensemble collabora con direttori quali Riccardo Minasi, Stefano Montanari, George Petrou, Enrico Onofri... Il Concertmaster Zefira Valova guida l'orchestra in vari progetti; dal 2016 Maxim Emelyanychev ne è il direttore principale e dal 2019 Francesco Corti è il direttore ospite principale.
“Con questo programma voglio concentrarmi sul significato della parola ‘Beyond’ – spiega Jakub Józef Orliński – in particolare nel senso che questa musica risuona al di là del suo tempo. È ancora attuale, ancora viva, vibrante, toccante, coinvolgente e divertente. Insieme a Il Pomo d'Oro e ai suoi acclamati musicisti, vi porterò oltre i limiti di un concerto classico o di un concetto musicale, in un viaggio di scoperta. Sono aiutato nel mio intento dal mio caro amico Yannis François, che con le sue ricerche d'epoca ha scovato alcuni pezzi straordinari”. Beyond è stato incluso dal Times fra i migliori album classici del 2023 e di questi tempi Orliński e Il Pomo d’Oro stanno portando quei brani in tournée in tutto il mondo. Capace di eseguire capriole e funambolismi con quella sua voce calda e brillante, in esecuzioni al contempo disinvolte e intense, Orliński ha una passione per la breakdance, che per qualche tempo ha praticato anche a livello agonistico. Una preparazione che certo gli giova per conferire una fisicità più consapevole ai personaggi che interpreta sulla scena.
Secondo il Telegraph, è la prima superstar dell’opera lirica che ha conquistato la Gen Z e, per il Sunday Times, ha la voce di un angelo: nato a Varsavia, Orliński possiede un appeal pop che gli ha guadagnato un’ampia fanbase di centinaia di migliaia di appassionati che lo seguono sui social. Tra i brand che ne hanno intuito il potenziale ci sono anche Netflix, Louis Vuitton, Levi’s, Nike, MNW, Lacoste… Eccellenti il suo percorso discografico, che oggi lo vede artista esclusivo dell’etichetta Warner Classics/Erato con sette album da solista all’attivo, e la sua carriera sulle scene, che include bagni di folla come quando ha cantato Rameau alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi di Parigi (dopo aver preso parte alla produzione de L’Olimpiade di Vivaldi al Théâtre des Champs-Elysées, inclusa nel programma culturale dei Giochi). Continua intanto a mietere premi, dall’Opus Klassik al Diapason d’Or fino al Gramophone Award.
Fondato nel 2012, Il Pomo D’Oro – il cui nome fa riferimento a un’opera di Antonio Cesti – è un ensemble caratterizzato da un’autentica e dinamica interpretazione delle opere e delle composizioni strumentali del periodo Barocco e Classico. I musicisti sono specialisti della performance storicamente informata. L'ensemble collabora con direttori quali Riccardo Minasi, Stefano Montanari, George Petrou, Enrico Onofri... Il Concertmaster Zefira Valova guida l'orchestra in vari progetti; dal 2016 Maxim Emelyanychev ne è il direttore principale e dal 2019 Francesco Corti è il direttore ospite principale.
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