venerdì 15 novembre 2024

IL DIDONE E ENEA DI PURCELL INCASTONATO DALLA SUA ODE A SANTA CECILIA - Sabato 16 novembre, alle 20 al Teatro Alighieri, la Trilogia continua con la nuova produzione firmata Pizzi e Dantone


Se forse è Penelope il cuore del monteverdiano Il ritorno di Ulisse in patria – suo è il lamento che apre l’opera e su di lei si concentra il tema della lunghissima attesa – allora Didone è la vera protagonista dell’opera di Henry Purcell che la Trilogia d’Autunno di Ravenna Festival presenta incastonata in altre pagine del compositore inglese, ovvero la sua ode a Santa Cecilia, patrona della musica. Sabato 16 novembre, alle 20, il Teatro Alighieri accoglie la seconda produzione al debutto di questa Trilogia, con Didone e Enea nel giorno di Santa Cecilia (replica martedì 19 novembre), un’originale accostamento di due titoli – l’opera Dido and Aeneas e l’ode Hail, bright Cecilia – concepito da Pier Luigi Pizzi e portato in scena con la complicità di Accademia Bizantina, guidata da Ottavio Dantone.
La Trilogia lascia dunque l’Italia di Monteverdi per approdare all’Inghilterra di Purcell, proseguendo il proprio viaggio attraverso il Seicento barocco con quella che resta la prima e unica opera interamente cantata del repertorio inglese – non a caso Purcell ha assunto la statura di un mitico “Orfeo britannico”. L’allestimento è in coproduzione con il Teatre Principal de Palma de Mallorca. Domenica 17 novembre, alle 15.30, è invece l’unica opportunità per apprezzare la celestiale voce del celebre controtenore polacco Jakub Józef Orliński, che con l’ensemble Il Pomo d’Oro propone il recital Beyond | Orliński, mentre lunedì 18 è di nuovo in scena Il ritorno di Ulisse in patria di Monteverdi, anche in questo caso a firma Pizzi-Dantone. La Trilogia d’Autunno 2024 è realizzata con il sostegno del Ministero della Cultura e della Regione Emilia-Romagna e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna; Eni è partner principale di Ravenna Festival.
 

“Didone e Enea è un’opera atipica per il mondo musicale anglosassone – spiega Ottavio Dantone, che anche in questo caso, come per Il ritorno di Ulisse in patria, si rifà all’edizione critica di Bernardo Ticci – In Inghilterra non esisteva la tradizione dell’opera in musica, non come si era sviluppata in Italia e in parte in Francia. Purcell, dunque, non può che avere come punto di riferimento la musica italiana del Seicento: sia il nuovo teatro musicale che l’antica prassi madrigalistica. Non saprei dire se esattamente la musica di Monteverdi, che era bastanza lontana nel tempo, ma sicuramente compositori come Francesco Cavalli e Giacomo Carissimi. E poi il terreno comune era quello, inevitabilmente, dell’ars retorica. Se si riflette sul rapporto tra testo e musica, sia in Dido and Aeneas che in Fairy Queen, è evidente l’influenza della seconda prattica monteverdiana. L’importanza e la centralità della parola poetica come fonte di ispirazione della retorica musicale è chiara e inequivocabile sia in Monteverdi che in Purcell.”
 

“È dall’Ode composta per la giornata di celebrazione della patrona della musica che il lavoro prende le mosse – racconta invece Pier Luigi Pizzi, che cura anche scene e costumi (sono di Oscar Frosio le luci) – Mi piace immaginarla intonata dai giovani allievi di una scuola di musica che, sempre per onorare la santa e con lei la potenza della musica, improvvisano all’interno dell’Ode stessa la rappresentazione dell’opera dedicata all’amore infelice della regina cartaginese e dell’eroe troiano… come non ricordare che il Dido fu scritto proprio per le giovani gentildonne di un convitto nel sobborgo londinese di Chelsea. Ecco, l’atmosfera è quella gioiosa di una scuola in un giorno di festa, in cui a prevalere è il piacere per il teatro inteso come gioco, come divertimento, in cui verità e finzione si intrecciano, e anche gli elementi magici e ogni artificio sono vissuti come componenti naturali del meccanismo ludico teatrale.”
 

In Didone e Enea, l’eroe troiano naufrago a Cartagine – interpretato da Mauro Borgioni – si innamora della sua regina, affidata ad Arianna Vendittelli, ma una maga (Delphine Galou) trama con le sue compagne (Chiara Nicastro e Paola Valentina Molinari) per separare gli amanti. Lo spirito maligno da loro evocato assume le sembianze di Mercurio (Žiga Čopi) e ordina ad Enea di riprendere il mare per compiere il proprio destino. La partenza dell’amato, annunciata dall’aria del marinaio (Jorge Navarro Colorado), spinge Didone al suicidio, sulla celeberrima aria finale When I am laid in earth, con cui la regina prega la confidente Belinda, ovvero Charlotte Bowden, di ricordarla. Il cast vocale si completa con Candida Guida nei panni di un’ancella; nella produzione saranno inoltre in scena Gianluca Margheri e Federico Domenico Eraldo Sacchi e il Coro della Cattedrale di Siena Guido Chigi Saracini guidato da Lorenzo Donati.
 

In occasione della Trilogia, il museo Classis ospita Divenir del mondo esperto: eroi tra abbandoni e ritorni, due appuntamenti in programma sabato 16 novembre alle 17 e domenica 17 alle 11. Dopo un’introduzione curata, rispettivamente, da Franco Masotti, co-Direttore Artistico di Ravenna Festival, e Francesca Masi, direttrice di RavennAntica, saranno proposte le nuove composizioni originali degli allievi di Mauro Montalbetti, titolare della cattedra di Composizione presso il Conservatorio “Giuseppe Verdi” di Ravenna. A eseguire i brani di Gabriel De Pace, Andrea Badiali, Filippo Bittasi, Mattia Dattolo e Damiano Ferretti sarà l’Orchestra La Corelli diretta dallo stesso Mattia Dattolo. Al termine sarà possibile unirsi alla visita al mosaico di Achille, condotta da archeologhe di Fondazione RavennAntica. I biglietti a 5 euro sono disponibili alla Biglietteria del Teatro (anche telefonicamente 0544 249244 e online su ravennafestival.org) e presso gli IAT di Ravenna; biglietteria a Classis da mezz’ora prima dell’appuntamento. Ingresso gratuito per spettatori Trilogia, studenti del Conservatorio e chi visita un sito di RavennAntica dal 15 al 19 novembre. 

(foto Zani/Casadio)

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