Dopo i grandi successi dei concerti del
10 e del 17 ottobre, volge al termine il ciclo – con il direttore
principale Daniele Gatti alla testa dell’Orchestra del Maggio –
dedicato a Johannes Brahms con il “Requiem tedesco” e le quattro
sinfonie.
In apertura al concerto di sabato 26 ottobre alle
ore 20, in Sala Mehta, la Sinfonia n. 2 in re maggiore op. 73. La
velocità con cui Brahms realizzò la nuova composizione fu
sorprendente se paragonata alla lunghissima gestazione del suo primo
sforzo sinfonico. Se la Sinfonia n. 1 era stata salutata come ‘Decima
sinfonia’, alludendo all’eredità beethoveniana di cui Brahms era
custode e garante, la Seconda fu denominata sia ‘pastorale’, per
il carattere prevalentemente lirico e melodico, sia ‘viennese’,
per il ritmo di valzer presente in due dei quattro movimenti.
Il
concerto prosegue con la Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98: dopo
dieci anni dalla sua prima prova in campo sinfonico, Brahms aveva
ormai confermato il suo valore dopo aver costruito passo dopo passo
il proprio linguaggio nel segno della classicità rivista attraverso
la sensibilità romantica. Nella Sinfonia n. 4 il virtuosismo
compositivo si sposa a una cantabilità intrisa di malinconia dando
vita a un discorso musicale dove ogni idea tematica viene plasmata
meticolosamente prima di trovare la sua collocazione ideale.
Il
programma:
JOHANNES BRAHMS
Sinfonia n. 2 in re maggiore
op. 73
Era trascorso appena un anno dalla presentazione della
Sinfonia n. 1 quando nell’estate del 1877, sulle sponde del lago di
Wörth in Carinzia, vide la luce la Sinfonia n. 2 in re maggiore op.
73. La rapidità con cui Brahms realizzò la nuova composizione fu
sorprendente se paragonata alla lunghissima gestazione, durata quasi
un ventennio, che accompagnò la sua prima creatura sinfonica. Se la
Prima era stata salutata come ‘Decima sinfonia’, alludendo
all’eredità beethoveniana di cui Brahms era custode e garante, la
Seconda fu denominata sia ‘pastorale’, per il carattere
prevalentemente lirico e melodico, sia ‘viennese’, per il ritmo
di valzer presente in due dei quattro movimenti. L’incipit
dell’opera è un motto di sole tre note intonato dagli archi gravi
a cui rispondono corni, fagotti, flauti e clarinetti. Potrebbe
sembrare un’introduzione ma in realtà è già il tassello
fondamentale con cui Brahms costruisce il primo tema e da lì
l’intero discorso sinfonico. L’Adagio seguente è una pagina di
intenso lirismo che accoglie le sonorità cameristiche di fiati e
archi al ritmo cullante di berceuse, mentre l’Allegretto grazioso
con i suoi due Trii si muove spensierato a passo di danza bucolica.
Nell’ultimo movimento, a sancire il collegamento con l’inizio
della sinfonia, ecco ricomparire il motto iniziale di tre note che
Brahms trasforma con innumerevoli combinazioni ritmico-melodiche nel
tripudio generale dell’orchestra.
Sinfonia n. 4 in mi minore
op. 98
Durante le vacanze estive del 1884 e del 1885 Brahms attese
alla composizione della Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98, l’ultima
del suo catalogo. A dieci anni di distanza dalla sua prima e
temutissima prova in campo sinfonico, Brahms aveva ormai confermato
il suo valore sul campo dopo aver costruito passo dopo passo il
proprio linguaggio nel segno della classicità rivista attraverso la
sensibilità romantica. Nella Sinfonia n. 4 il virtuosismo
compositivo si sposa a una cantabilità intrisa di malinconia dando
vita a un discorso musicale dove ogni idea tematica viene plasmata
meticolosamente prima di trovare la sua collocazione ideale. Il primo
movimento, ad esempio, è costruito interamente a partire da un
intervallo di terza e dal suo rivolto; si tratta di materiali minimi
che tra le mani di un artigiano delle note come Brahms vengono
sfruttati in tutte le loro possibilità. Anche il secondo tema è
costruito su intervalli di terza, così come tutte le altre idee
tematiche che sembrano germogliare da quel medesimo seme dalle
potenzialità infinite. E se nell’Allegro iniziale il compositore
costruisce con pochi e semplici intervalli un intero e complesso
movimento, nel grandioso Allegro finale decide di sfoggiare il più
alto magistero contrappuntistico. Brahms chiude infatti il capitolo,
breve ma intenso, della sua produzione sinfonica con una Ciaccona
(una serie di variazioni su un basso ostinato) basata su un tema
derivato dalla Cantata BWV 150 di Bach. Una scelta che celebra la
tradizione musicale di appartenenza e stabilisce, al tempo stesso, il
punto di non ritorno del sinfonismo romantico.
La
locandina:
JOHANNES BRAHMS
Sinfonia n. 2 in re maggiore op.
73
Allegro non troppo/ Adagio non troppo/
Allegretto grazioso
(quasi Andantino). Presto ma non assai. Tempo I/Allegro con
spirito
-
Sinfonia n. 4 in mi minore op. 98
Allegro non
troppo/Andante moderato/Allegro giocoso/Allegro energico e
passionato
Direttore
Daniele Gatti
—
Orchestra del
Maggio Musicale Fiorentino
Prezzi:
Settore D: 20€;
Settore C: 35€; Settore B: 50€; Settore A: 70€
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