giovedì 28 novembre 2019

Treviso - Il Teatro Mario Del Monaco affianca Donizetti e Puccini in due atti unici diretti dal maestro trevigiano Fabrizio Da Ros per la regia di Alfredo Corno


Teatro Mario Del Monaco | Treviso
Stagione lirica
04>08 dicembre 2019

Per il terzo appuntamento della Stagione Lirica 2019/2020, il Comune di Treviso porta in scena al Teatro Mario Del Monaco, dal 4 all’8 dicembre, Rita, Gianni Schicchi. La produzione del teatro trevigiano affianca curiosamente, in due atti unici, Rita di Donizetti e Gianni Schicchi di Puccini, autentici capolavori di comicità affidati alla direzione musicale del maestro trevigiano Fabrizio Da Ros, al suo debutto sul palco del teatro cittadino, per la regia di Alfredo Corno.

Ad interpretare l’inedito dittico sono: Arianna Cimolin (nel ruolo di Rita, padrona d'osteria, e Lauretta, figlia di Gianni Schicchi) Matteo Mezzaro (nel ruolo di Beppe, marito di Rita, e di Rinuccio, nipote di Zita in Gianni Schicchi), Leonardo Galeazzi (nel ruolo di Gasparo, piantatore, in Rita e di Gianni Schicchi), Francesca Gerbasi (nel ruolo di La Ciesca, moglie di Marco in Gianni Schicchi), Rebecca Comunello (nel ruolo di Gherardino in Gianni Schicchi) e Francesco Basso (nel ruolo di Pinellino, calzolaio, in Gianni Schicchi).

Un’opera unica nel suo genere, a cui si potrà assistere anche da dietro le quinte, domenica 1 dicembre (ore 17.30) e martedì 3 dicembre (ore 18.30), grazie all’iniziativa OperainOpera, voluta dal Comune di Treviso e dal Teatro Stabile del Veneto per aprire le prove e gli allestimenti alla città.
Per prenotazioni e informazioni info.teatrodelmonaco@teatrostabileveneto.it 

Lo spettacolo mette insieme da un lato, il vaudeville di Gustave Vaëz musicato da Donizetti in Rita (Deux hommes et une femme) nel 1839, ma rappresentato nel 1860, ben dodici anni dopo la morte del compositore e dall’altro Gianni Schicchi di Puccini, autentico capolavoro di comicità andato in scena per la prima volta nel 1918, in cui parola, musica e azione scenica risultano mirabilmente fuse. Il fil rouge che lega entrambe le opere è la ricerca disperata di un documento. In Rita l’oggetto del contendere è il vecchio certificato di nozze che l’ex marito della protagonista cerca, intenzionato com’è a risposarsi, ma temendo di essere accusato di bigamia. Mentre in Gianni Schicchi il documento da occultare è il testamento di un facoltoso mercante che ha lasciato tutto ai frati diseredando i discendenti.


Rita
La vicenda si svolge lungo la costa vicino a Marsiglia, dove la volitiva e manesca Rita ha avviato -con successo- una Locanda. Rita ha sottomesso e sposato il timido Pepè, che ha schiavizzato a suon di ceffoni e lavora come factotum nella piccola impresa familiare. Il testo potrebbe essere visto come una specie di «manifesto divorzista» al pari del Don Pasquale. Rita, infatti, è vedova d'un marinaio scomparso in un naufragio: trasferita a Marsiglia per disperazione perché il villaggio dove abitava era bruciato, assieme a tutti i pochi averi della malcapitata. Il colpo di scena avviene quando, inaspettato, ricompare l'ex marito, Gasparo Brigani, prepotente e manesco ben più di lei. Non vuole affatto recuperare la moglie o insediarsi nella bella Locanda, anzi: sta cercando il vecchio certificato di nozze perché vuol risposarsi con una giovane canadese e ha paura di essere accusato di bigamia. S'innesca una divertentissima sfida fra i due mariti per scaricare la moglie all'altro: sono ambedue incastrati in un matrimonio che non vorrebbero. Naturalmente vince Gasparo, il più cattivo, ma nel frattempo il debole Pepè ha imparato la lezione, e comincerà finalmente a farsi rispettare dalla prepotente consorte.

Gianni Schicchi
Gianni Schicchi debuttò nel 1918. Fu pensato da Puccini nell'ambito di un monumentale progetto che comprendeva anche gli atti unici Il Tabarro e Suor Angelica, e liberamente ispirato alle tre cantiche della Commedia. Lo Schicchi riscosse fin dagli esordi un successo particolare, dunque cominciò ad essere rappresentato anche autonomamente, pur contro la volontà di Puccini. Si tratta di un vero capolavoro di comicità, in cui parola, musica e azione scenica sono mirabilmente  fuse. Come in Rita, un documento è il motore della trama. Il facoltoso mercante Buoso Donati è morto, lasciando tutto ai frati e diseredando i discendenti. I parenti, decisi ad impedire l'esecuzione delle sue volontà, chiedono aiuto a Gianni Schicchi, noto in tutta Firenze per arguzia e abilità. Inizialmente lo Schicchi non vorrebbe assecondarli, ma grazie all'intercessione della figlia Lauretta (innamorata di Rinuccio, nipote di Buoso) si persuade a ideare un piano. Chiede di portare nella stanza attigua il cadavere di Buoso, s'infila nel suo letto e fa chiamare il notaio, all'oscuro del decesso. Imitando la voce del morto detta dunque un nuovo testamento, ma invece di eseguire le volontà degli avidi Donati lascia gran parte degli averi a se stesso, diventando perciò il nuovo padrone di casa. Appena si allontana il notaio, Schicchi si affretta a cacciare i malvagi parenti e a fare la felicità di Lauretta e Rinuccio che potranno ora contare su una ricca dote.

Teatro Mario Del Monaco | Treviso

Merc 4 dicembre 2019 ore 17.00 – Anteprima per le scuole
Ven 6 dicembre 2019 ore 20.00
Dom 8 dicembre 2019 ore 16.00

RITA (1839)
musica di Gaetano Donizetti

Personaggi e interpreti
Rita, padrona d'osteria  Arianna Cimolin
Beppe, suo marito Matteo Mezzaro
Gasparo, piantatore  Leonardo Galeazzi

GIANNI SCHICCHI (1918)
musica di Giacomo Puccini

Personaggi e interpreti
Gianni Schicchi  Leonardo Galeazzi
Lauretta, sua figlia  Arianna Cimolin
La Ciesca, moglie di Marco Francesca Gerbasi
Rinuccio, nipote di Zita Matteo Mezzaro
Gherardino, loro figlio Rebecca Comunello *
Pinellino, calzolaio  Francesco Basso *
* vincitori delle audizioni per giovani artisti del Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso

maestro concertatore e direttore Fabrizio Da Ros
regia e costumi Alfredo Corno
luci Roberto Gritti

Orchestra REGIONALE FILARMONIA VENETA

nuova produzione Teatro Comunale Mario del Monaco di Treviso

direttore di palcoscenico e primo maestro di sala Federico Brunello
maestro di sala e di palcoscenico Gerardo Felisatti
maestro alle luci Jacopo Cacco
maestro ai sopratitoli Alessandro Argentini

durata: 2h con intervallo

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