A Treviso IL TROVATORE al Comunale
Venerdì 21 novembre ore 20.45
Domenica 23 novembre ore 16.0
IL TROVATORE
Dramma in quattro parti - Prima nazionale
musica di Giuseppe Verdi
libretto di Salvadore Cammarano dalla tragedia El trovador di A.G. Gutiérrez
Leonora Monica Zanettin
Azucena Elena Serra
Il Conte di Luna Marzio Giossi
Manrico Sergej Poljakov
Ferrando Abramo Rosalen
Ines Lara Matteini
direttore Marco Boemi
regia e costumi Francesco Esposito
scene Carlo Guidetti, Eugenio Orlandi
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Coro Lirico Amadeus direttore Giovanni Dal Missier.
Produzione Dimensione Lirica e Mutina Eventi
Rappresentata per la prima volta al Teatro Apollo di Roma il 19 gennaio 1853, Il trovatore è la seconda opera della "trilogia popolare" (con Rigoletto e La traviata) e forse la più densa di contrasti drammatici. La vicenda si svolge in Spagna, all'inizio del XV secolo. Ferrando, capitano delle guardie del conte di Luna, narra ai suoi uomini che vent'anni prima una vecchia zingara stregò il figlio minore del conte e che, per questo fu arsa viva. Per vendicarsi, la figlia della zingara rapì il bambino bruciandolo (così fu creduto). Nella scena successiva, la principessa Leonora racconta alla fedele Ines di un trovatore di cui è innamorata. Rientrata nel suo palazzo le giunge da lontano la voce del trovatore Manrico: gli corre incontro, ma a causa dell'oscurità scambia il conte di Luna per Manrico. Il conte, innamorato di lei, ora ingelosito, sfida a duello il rivale. Manrico vince il duello ma resta ferito. Nell'accampamento degli zingari Azucena racconta al suo presunto figlio, Manrico, del supplizio della propria madre e che, per vendicarla, arse per errore il proprio figlio credendo di bruciare il figlio del conte. Manrico le chiede se lei è veramente sua madre. Giunge un messo per annunciare che Castellor è stata conquistata dall'esercito del conte di Luna e che Leonora sta per farsi monaca. Manrico parte per raggiungerla. Il conte si apposta nei pressi del convento per rapire Leonora ma sopraggiunge Manrico che la porta in salvo. Azucena fatta prigioniera, viene interrogata dal conte il quale, avendo Ferrando riconosciuto in lei la rapitrice del bambino, la condanna al rogo. Leonora e Manrico stanno per sposarsi quando un soldato viene ad annunciare che Azucena sta per essere arsa viva. Manrico parte per liberarla ma viene fatto prigioniero. Il conte ha ordinato che venga decapitato, ma Leonora gli si promette a patto che risparmi la vita di Manrico e di sua madre. Quindi, per non soggiacere al ricatto, si avvelena. Leonora si reca da Manrico e Azucena per annunciare loro la liberazione. Iintanto il veleno agisce e Leonora muore tra le braccia dell'uomo che ama. Il conte di Luna ordina che Manrico sia messo a morte; ma a sentenza eseguita, Azucena gli griderà che il giovane mandato a morte era suo fratello: la vendetta della gitana è compiuta.
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