Andrea Chénier, “dramma di
ambiente storico” di Umberto Giordano, torna – dopo dieci anni – al Teatro Regio dal 15 al 30 gennaio 2013 con un
allestimento del Regio firmato dal regista Lamberto
Puggelli. Per l’occasione il maestro Renato
Palumbo, acclamato da pubblico e critica
per il sicuro segno drammatico che imprime alle sue conduzioni operistiche,
tornerà a dirigere l’Orchestra
e il Coro del Teatro Regio dopo aver concluso la
scorsa Stagione con Un
ballo in maschera.
L’allestimento, originariamente pensato per il Carlo
Felice di Genova è stato totalmente rivisto e ricostruito dai Laboratori di
scenografia del Teatro Regio, tanto che entrerà a far parte degli spettacoli
“made in Regio” dedicati al grande repertorio del melodramma avendo un impianto
semplice e allo stesso tempo di grande effetto. Un allestimento visivamente
accurato e fedele al testo, tradizionale e intelligente, firmato da un maestro
del teatro italiano: Lamberto Puggelli. In questa edizione la regia originaria
è curata da Salvo Piro, le scene sono di Paolo Bregni, i costumi di Luisa
Spinatelli, abituale collaboratrice di Puggelli, le luci di Bruno Ciulli.
Protagonisti sulla
scena del Teatro Regio: Marcelo Álvarez,
Alberto Mastromarino e Micaela Carosi.
Nel 1948 Umberto Giordano morì ricco e famoso, ma la sera della
prima di Andrea Chénier, il 28 marzo 1896,
nessuno avrebbe scommesso sul suo successo. Entrato nel 1890 nella schiera di
musicisti dell’editore Sonzogno, si era lasciato contagiare dalla febbre
verista debuttando a Roma con Mala vita:
l’opera ottenne molti e vivi consensi ma la sua seconda prova, Regina Diaz, fu un fiasco. L’editore allora
decise di concedere al musicista un’ultima opportunità prima di revocargli la
mensilità: se Andrea Chénier fosse
caduta, Giordano avrebbe cambiato mestiere. In ansia per il suo futuro, il
musicista iniziò a lavorare all’opera sul poeta francese André Chénier, di cui
nel 1894 cadeva il centenario della morte. Il suo librettista, l’ormai
affermato Luigi Illica, gli preparò un testo molto ben documentato, come
dichiarò lo stesso poeta: «Quello dello Chénier
è lavoro lungo per le ricerche storiche». Il libretto risultò lunghissimo
perché ricco di dettagli concernenti la moda e la cultura francese del periodo
rivoluzionario: il compositore dunque dovette provvedere al suo snellimento per
rendere l’azione più agile. Giordano colse gli spunti offerti dal testo per
inserire effetti sonori tesi a creare uno sfondo storicamente attendibile alla vicenda
amorosa dei protagonisti: canti rivoluzionari come il Ça ira!, la Carmagnola e
la Marsigliese risuonano in
sottofondo per collegare le diverse scene e per mettere in prospettiva l’azione
principale. Il segreto del successo è nella capacità di Giordano di tenere
avvinto l’ascoltatore attraverso una tensione continua: a questo scopo, il
canto non procede linearmente ma a ondate melodiche di grande intensità che
creano un forte effetto drammatico. Anche l’orchestra ha un ruolo
importantissimo perché amplifica i gesti dei personaggi e l’azione scenica e
provvede a creare un senso di continuità tra gli episodi.
L’opera è
articolata in quattro quadri: il primo è una sorta di prologo che presenta le
situazioni, sia di natura storica, sia sentimentali, che faranno scatenare la tragedia. Il primo quadro
è ambientato nel 1789, durante la Rivoluzione francese, presso il castello dei
conti di Coigny. Qui il valletto Gérard sovrintende di malavoglia ai
preparativi di una festa poiché la condizione di servo gli risulta ormai
insostenibile; la sua amarezza scompare alla vista della figlia della contessa,
Maddalena, di cui è innamorato. Presto arrivano gli ospiti: tra gli invitati c’è
Andrea Chénier, poeta libero e rivoluzionario. Stuzzicato da Maddalena, Chénier
recita una lode alla patria che commuove profondamente la ragazza. Gérard,
ispirato dal poeta, fa irrompere nella festa una folla di emarginati e poi getta
la livrea.
Gli altri quadri si
svolgono nel 1794, durante il Terrore, a Parigi, dove si aggirano le spie di
Robespierre. Una di queste insegue il controrivoluzionario Chénier per
consegnarlo alla giustizia e parallelamente cerca Maddalena per portarla da
Gérard, diventato un esponente della rivoluzione. Chénier dovrebbe fuggire, ma
lo trattiene il desiderio di conoscere la donna misteriosa che gli scrive
lettere disperate. Una notte la donna si svela: è Maddalena, da tempo
innamorata del poeta e perseguitata perché nobile. Il loro incontro è
interrotto dall’arrivo di Gérard, che costringe gli amanti alla fuga.
Successivamente Chénier è catturato e Gérard scrive una pesante accusa per
condurre alla ghigliottina il suo rivale in amore. Maddalena si presenta a
Gérard e offre il suo corpo pur di salvare il poeta; l’uomo, commosso, vorrebbe
aiutarla ma ormai è troppo tardi: Chénier è condannato a morte e ogni
trattativa è vana. Nel finale, Maddalena e Chénier, grazie all’aiuto di Gérard,
si rivedono e affrontano insieme la morte.
Nel presente
allestimento, vestirà i panni del poeta Chénier Marcelo Álvarez, l’acclamato tenore argentino che è stato più volte
applaudito in questo ruolo per l’intensità con cui lo interpreta.
L’antagonista, Gérard, sarà il baritono Alberto
Mastromarino, cantante specializzato, oltre che nel repertorio
verdiano, anche in quello verista, contribuendo alla riscoperta di opere poco
rappresentate. La
bella Maddalena è
interpretata da Micaela
Carosi che in questo ruolo ha debuttato
all’Opéra Bastille destando l’entusiasmo di pubblico e critica. Completano il
cast: Giovanna Lanza (Bersi), Anna Malavasi (La contessa), Chiara Fracasso
(Madelon), Gabriele Sagona (Roucher), Federico Longhi (Mathieu) Gianluca Floris
(Incredibile), Matteo Peirone (Fléville), Scott Johnson (Fouquier Tinville),
Luca Casalin (L’abate, poeta), Fabrizio Beggi
(Schmidt), Franco Rizzo e Marco Tognozzi (Dumas), Gheorghe Valentin Nistor
e Vladimir Jurlin (Il maestro di casa).
Maestro del Coro è Claudio
Fenoglio.
Nel corso delle nove
recite si alterneranno nei ruoli dei protagonisti: Gustavo Porta (Andrea Chénier), Silvio
Zanon (Gérard) e Chiara Taigi (Maddalena).
Andrea Chénier sarà presentata al pubblico da Giovanni Gavazzeni nell’Incontro con l’Opera che
si terrà al Piccolo Regio Puccini mercoledì 9 Gennaio
alle ore 17.30.
Si segnala,
inoltre, mercoledì 23 gennaio alle
ore 15.30 nella Sala Caminetto del Teatro Regio la conferenza
dal titolo Andrea Chénier e la rivoluzione francese. Realizzato in collaborazione con
l’Università degli Studi di Torino (Dipartimento Studi Politici), la conferenza
prevede gli interventi: Chénier poeta neoclassico di Lionello Sozzi, Chénier
tra storia e creazione artistica di Mario Tesini, Il teatro della
Rivoluzione di Chiara Bongiovanni, La giustizia della Rivoluzione di
Pier Paolo Portinaro, inoltre letture dall’opera poetica di André Chénier.
La diretta radiofonica su Rai-Radio3 avrà luogo mercoledì 23 gennaio alle ore 20.
Biglietteria del Teatro Regio, piazza
Castello 215 - Tel. 011.8815.241/242 - e-mail:
biglietteria@teatroregio.torino.it. Info - Tel. 011.8815.557 e www.teatroregio.torino.it.